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Tipologie di entrate delle Associazioni No Profit / Enti Non Commerciali

TeamArtist Scritto da TeamArtist
Categoria dell'articolo: Commercialista Per Associazioni

Gli articoli 143-150 del TUIR e il Decreto Legislativo n. 460/1997 – Sezione I normano la disciplina tributaria degli enti non commerciali, suddividendo le entrate di tali enti in 3 tipologie: istituzionali, decommercializzate e commerciali. Ricordiamo che, al fine di godere della speciale disciplina fiscale riservata agli enti di tipo associativo, è fondamentale che il vostro Statuto sia a norma di legge! Se avete bisogno, noi possiamo aiutarvi!

ENTRATE ISTITUZIONALI

Le attività istituzionali non sono soggette ad IVA e non concorrono alla formazione del reddito dell’Associazione.

Rientrano in questa categoria:

Quote di iscrizione alle associazioni (quote associative) e quote di rinnovo (art. 148, comma 1)

Si tratta delle somme chevengono versate in sede di prima iscrizione per acquisire lo status di socio, e delle somme che vengono versate gli anni successivi per il rinnovo della qualifica. Sono considerate entrate istituzionali anche le somme versate dai soci a titolo di contribuzione straordinaria.

Contributi liberali erogati da Enti privati e da persone fisiche (soci e non soci), aziende, enti (art. 149, comma 2, lettera c, TUIR)

Si tratta di somme erogate per sostenere le finalità istituzionali dell’associazione. Per essere considerate erogazioni liberali non deve essere prevista alcuna controprestazione. Leggi il nostro post Le Erogazioni Liberali ad enti ed associazioni: come funzionano

ENTRATE DECOMMERCIALIZZATE

Alcune delle entrate realizzate dagli enti non commerciali di tipo associativo, pur avendo natura di per sé commerciale in quanto presuppongono un rapporto di scambio tra il socio e l’associazione, sono state “decommercializzate”. Il regime fiscale di tali entrate viene per legge parificato a quello delle attività istituzionali “pure”: i corrispettivi percepiti non sono soggetti ad IVA (salvo eccezioni, v. organizzazione viaggi da parte di APS Nazionali) e non entrano a far parte del reddito imponibile ai fini IRES.

Si tratta di molteplici prestazioni di servizi/attività a pagamento svolte (esclusivamente o principalmente) a favore dei soci.

Rientrano in questa categoria, per tutti gli enti non commerciali:

♦  Contributi corrisposti da Amministrazioni pubbliche per lo svolgimento convenzionato o in regime di accreditamento di attività aventi finalità sociali esercitate in conformità ai fini istituzionali degli enti stessi (art.143, comma 3, TUIR e art. 2 D. Lgs. 460/1997). Leggi il nostro post Associazioni e corsi per le Scuole. Sono esenti IVA?

Fondi pervenuti a seguito di raccolte pubbliche eseguite occasionalmente, anche mediante offerte di beni di modico valore o di servizi ai sovventori, in concomitanza di celebrazioni, ricorrenze o campagne di sensibilizzazione (art.143, comma 3, TUIR e art. 2 D. Lgs. 460/1997).

Tali proventi, oltre ad essere esclusi da IVA, non concorrono alla formazione del reddito imponibile solo se:

  • il numero di eventi durante il periodo d’imposta non è superiore a 2;
  • l’importo complessivo dei fondi raccolti nel periodo d’imposta non supera l’importo di 51.645,69 euro.

Ne consegue che costituiscono reddito imponibile:

  • la parte dei proventi eccedenti l’importo del limite massimo di 51.645,69 euro, se gli eventi non sono più di 2 (la parte eccedente è imponibile ai fini IRES e IRAP, ma non ai fini IVA);

  • i proventi conseguiti oltre l’ambito dei 2 eventi per periodo di imposta (i proventi dei primi 2 eventi non sono imponibili; i proventi ricavati dalle manifestazioni successive sono imponibili sia ai fini IRES e IRAP sia ai fini IVA, anche se i proventi dei primi 2 eventi non hanno superato i 51.645,69 euro).

Inoltre, per le raccolte pubbliche di fondi, ai sensi dell’art.8 del D. Lgs. 460/1997, è obbligatorio redigere (indipendentemente dalla stesura del REFA), entro quattro mesi dalla chiusura dell’esercizio, un apposito e separato rendiconto dal quale devono risultare, anche a mezzo di una relazione illustrativa, in modo chiaro e trasparente, le entrate e le spese relative a ciascuna delle celebrazioni, ricorrenze o campagne di sensibilizzazione. Leggi il nostro post Le formule di raccolta fondi per le Associazioni: tombole, lotterie e pesche di beneficenza

Per le seguenti categorie di Associazioni:

– politiche

– sindacali e di categoria

– religiose

– assistenziali

– culturali

– sportive e dilettantistiche

– di promozione sociale (il fisco ne ha dato un’interpretazione in senso ampio comprensiva anche delle associazioni di volontariato)

– di formazione extra-scolastica (es: università degli adulti)

si considerano entrate decommercializzate:

Corrispettivi specifici versati dai propri soci o partecipanti, dagli associati o partecipanti di altre associazioni (che svolgono la medesima attività e che per legge, regolamento, atto costitutivo o statuto fanno parte di un’unica organizzazione locale o nazionale) o dai tesserati alle rispettive organizzazioni nazionali, per partecipare ad attività organizzate dall’associazione nell’ambito delle finalità istituzionali (art.148, comma 3, TUIR): si tratta, ad esempio, delle quote di partecipazione a corsi/attività.

Vendita di proprie pubblicazioni a soci e non soci, purchè la cessione avvenga prevalentemente agli associati (art.148, comma 3, TUIR): è il caso dell’associazione che stampi e diffonda un periodico sociale destinato prevalentemente, ma non esclusivamente, agli associati: in tal caso gli eventuali proventi legati a tali vendite rientrano tra le entrate istituzionali.

Per le sole APS Nazionali le cui finalità assistenziali siano riconosciute dal Ministero dell’Interno (es: ARCI) e per le Associazioni ad esse affiliate, si considerano entrate decommercializzate:

Somministrazione di alimenti e bevande effettuata da bar ed esercizi similari, anche se effettuate verso pagamento di corrispettivi specifici, purchè questa attività sia (art.148, comma 5, TUIR):

  • esercitata presso la sede in cui viene svolta attività istituzionale,
  • strettamente complementare a quelle svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali,
  • effettuata nei confronti degli stessi soggetti indicati nel comma 3 (in sintesi soci e tesserati, e anche familiari conviventi ai sensi dell’art. 20 della L. 383/2000).

Facciano notare che l’attività non deve comportare la mutazione delle caratteristiche organolettiche dei prodotti: si possono ad esempio preparare panini, offrire eventualmente anche primi piatti precotti e riscaldati con un microonde.

Organizzazione di viaggi e soggiorni turistici, anche se effettuate verso pagamento di corrispettivi specifici, purchè questa attività sia (art.148, comma 5, TUIR):

  • strettamente complementare a quelle svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali,
  • effettuata nei confronti degli stessi soggetti indicati nel comma 3 (in sintesi soci e tesserati, e anche familiari conviventi ai sensi dell’art. 20 della L. 383/2000).

L’organizzazione di viaggi e soggiorni turistici non è considerata commerciale anche per associazioni politiche, sindacali e di categoria, religiose riconosciute ai fini concordatari (art.148, comma 6, TUIR).

Occorre sottolineare che l’organizzazione di viaggi e soggiorni turistici è decommercializzata ai fini delle imposte sui redditi (non concorre alla formazione della base imponibile ad IRES), ma è soggetta ad IVA, a meno che l’Associazione non sia titolare di partita IVA e la suddetta attività sia occasionale (vedi oltre) e pertanto non richieda l’apertura di partita IVA.

ATTENZIONE

E’ importante sottolineare che per poter usufruire delle agevolazioni previste dall’art. 148 TUIR, gli atti costitutivi e gli statuti (redatti nella forma dell’atto pubblico o della scrittura privata autenticata o registrata) devono essere a norma di legge! Leggi il nostro post Il tuo Statuto è aggiornato? Normativa di riferimento per le Associazioni

Se avete bisogno, noi possiamo aiutarvi!

ENTRATE COMMERCIALI

Si configurano invece come di natura commerciale tutti gli introiti non qualificabili come derivanti da attività istituzionale o come attività decommercializzate.

Rientrano in ogni caso in questa categoria:

Prestazioni di servizi a non soci e a non tesserati

Tutto ciò che l’associazione incassa da non soci/non tesserati per attività/servizi effettuati a loro favore, costituisce entrata commerciale. Fanno eccezione le cessioni di beni e le prestazioni di servizi rese nei confronti dei familiari conviventi degli associati ad APS, in quanto sono equiparate ai fini fiscali a quelle rese agli associati (art. 20, L. 383/2000).

Organizzazione di manifestazioni con ingresso a pagamento

L’organizzazione di manifestazioni con ingresso a pagamento che prevedono l’apertura al pubblico costituisce attività commerciale; se invece l’ingresso è riservato ai soli soci, l’attività non è considerata commerciale. Leggi il nostro post Ho una ASD e voglio vendere i biglietti di ingresso alle partite/ tornei che organizzo, posso farlo?

Pubblicità commerciale (art.148, comma 4, TUIR)

Rientrano sotto questa voce tutti i proventi che l’associazione consegue in base a contratti di natura pubblicitaria, ivi inclusi i contratti di sponsorizzazione. Il corrispettivo di un accordo promo-pubblicitario, oltre che in denaro, può anche essere erogato in natura senza che questo muti la natura del rapporto in esame. Leggi il nostro post Contratti di sponsorizzazione e pubblicità (dal punto di vista delle associazioni sportive!)

Organizzazione di fiere, stand gastronomici, esposizioni a carattere commerciale (art.148, comma 4, TUIR)

L’organizzazione di tali attività, nelle quali sono previsti servizi o cessione di beni a pagamento, rientra fra le attività commerciali, a meno che non sia una attività decommercializzata in quanto riconducibile ad una occasionale raccolta pubblica di fondi (v. sopra).

Organizzazione di viaggi e soggiorni turistici (art.148, comma 4, TUIR)

L’organizzazione di gite e viaggi costituisce sempre attività commerciale anche nel caso in cui vi partecipino esclusivamente i soci dell’associazione, a meno che non sia indetta da una APS nazionale o da una associazione affiliata ad una APS nazionale (v.sopra).

Somministrazione di alimenti e bevande effettuata da bar ed esercizi similari

Tale attività è considerata commerciale anche se rivolta esclusivamente ai propri associati, a meno che non sia svolta da una APS nazionale o da una associazione affiliata ad una APS nazionale (v.sopra).

Somministrazione di pasti (ristorante) (art.148, comma 4, TUIR)

La somministrazione di pasti, intendendosi come tali cibi che con la cottura mutano le proprie caratteristiche organolettiche, risulta essere comunque di natura commerciale anche se rivolta esclusivamente ai soci.

Cessione di prodotti nuovi acquistati per la rivendita (art.148, comma 4, TUIR)

Questa condizione si verifica tutte le volte che l’associazione acquista beni tenendoli in magazzino e li rivende agli associati che ne facciano richiesta.

Non sono invece ritenuti commerciali gli incassi relativi alla vendita di abbigliamento sportivo “in nome e per conto” degli associati e/o in forma di gruppo di acquisto.

Un’altra eccezione è rappresentata dai “gruppi di acquisto solidale” (art.1, comma 266 – 268, Legge 244/2007). Si tratta di associazioni no profit costituite al fine di svolgere attività di acquisto e distribuzione di beni tra i soci, senza applicazione di alcun ricarico, con finalità etiche, di solidarietà sociale e di sostenibilità ambientale, in diretta attuazione degli scopi istituzionali e con esclusione di attività di somministrazione e di vendita. Detta attività – rivolta ai soli aderenti – non è rilevante ai fini IVA e delle imposte sui redditi.

Gestione di spacci aziendali e di mense (art.148, comma 4, TUIR)

Telecomunicazioni e radiodiffusioni (art.148, comma 4, TUIR)

Prestazioni alberghiere, di alloggio, di trasporto e di deposito (art.148, comma 4, TUIR)

Prestazioni di servizi portuali ed aeroportuali (art.148, comma 4, TUIR)

Erogazioni di acqua, gas, energia elettrica e vapore (art.148, comma 4, TUIR)

Ogni altra attività non riconducibile a quelle istituzionali.

ATTENZIONE

Per svolgere attività commerciale abituale occorre:

Non è invece necessario aprire la partita IVA se si svolge solo attività istituzionale ed, eventualmente, attività commerciale occasionale. Purtroppo, la normativa non dà una definizione univoca di “occasionalità”, per cui esistono numerosi contenziosi. Nella risoluzione n. 155 del 13 ottobre 2000 del Ministero delle Finanze, viene precisato che un’attività commerciale, per poter essere considerata “occasionale”, deve essere “esercitata non in modo sistematico o con carattere di stabilità e senza quella organizzazione di mezzi che è indice di professionalità dell’esercizio dell’attività stessa”. Le attività commerciali occasionali sono quindi quelle svolte in maniera episodica e non abituale, e senza una specifica organizzazione. Dal momento che il fisco non ha chiarito il numero massimo di eventi che si possono ritenere occasionali nell’arco di un periodo d’imposta, a scanso di possibili contestazioni consigliamo di non superare i limiti imposti dall’art. 25, comma 2, Legge 133/1999: al massimo 2 eventi all’anno e importo dei proventi non superiore al limite annuo complessivo di € 51.645,69.

Nel caso di attività commerciali occasionali:

  • i proventi non sono soggetti ad IVA, ai sensi del DPR 633/1972, art. 1-5 (per questo motivo non è necessario aprire la partita IVA);

  • non c’è l’obbligo di emettere fatture; al posto della fattura si può emettere una “nota di debito” scrivendo in fondo al documento “estranea al regime IVA ai sensi dell’art. 4, comma 1, DPR 633/1972, in quanto prestazione occasionale”;

  • l’utile netto (ricavi meno costi) è tassabile ai fini IRES come “reddito diverso”, ai sensi dell’art. 81, comma 1, lettera i) del TUIR: se i ricavi sono superiori ai relativi costi, ci sarà l’obbligo di compilare la dichiarazione dei redditi UNICO ENC con conseguente pagamento delle imposte. Esistono delle eccezioni: l’utile non è tassato ai fini IRES:

– per le ONLUS, nel caso di attività “direttamente connesse” alle istituzionali definite dal D. Lgs. 460/1997, art. 10, comma 5;

– per le OdV, nel caso di attività “marginali” definite dal D.M. 25 maggio 1995.

138 risposte a “Tipologie di entrate delle Associazioni No Profit / Enti Non Commerciali”

  1. MARTA

    Buongiorno, siamo una asd con solo codice fiscale che opera in un locale adibito a palestra. Vorremmo mettere (a disposizione dei soli Soci che frequentano la palestra) dei distributori automatici di bevande calde, snacke e bibite.
    Stiamo valutando se acquistare tali macchine o se scegliere la forma di comodato gratuito tramite una ditta locale.
    1) In entrambi i casi risulta essere attività non commerciale giusto?
    2) Se acquistassimo le macchine, a livello fiscale/contabile come dobbiamo comportarci? Inseriamo normalmente in contabilità? Sotto entrate il ricavo di erogazione prodotti e sotto uscite la spesa per acquisto dei prodotti? O bisogna contabilizzare a parte?
    3) In caso di comodato gratuito bisogna sottoscrivere un accordo con la ditta?
    Grazie

    • TeamArtist

      1. Sbagliato
      2. Avete una licenza di somministrazione di alimenti e bevande?
      3. Si

  2. Francesco

    Buongiorno,
    sono presidente di un ASD che organizza manifestazioni sportive di calcio e pallavolo. Intervengono varie squadre le quali pagano un'iscrizione al torneo, tali iscrizioni le devo dichiarare ai fini IRES, sono considerate entrate commerciali? Dobbiamo fare fattura o basta una ricevuta di pagamento?
    Se invece chi partecipa ai tornei sono tesserati dell'associazione vengono considerate entrate decommercializzate? Tutte l'entrate che riguardano la manifestazione ( bar / cena / albergo) che pagano a noi come bisogna comportarsi..?
    grazie

    • TeamArtist

      Tutte le entrate che incassate dai vostri soci/tesserati sono da considerare istituzionali, quindi esentasse.
      Le altre entrate (bar, albergo), da chi sono pagate?

  3. Satya Marino

    Salve,
    La nostra associazione (no-profit semplice) che si occupa di promuovere il territorio vesuviano, ha svolto una visita guidata per i clienti di un albergo.
    Considerando che è la prima e unica volta che facciamo un'attività del genere, volevo sapere che tipo di ricevuta dovremmo effettuare all'albergo?
    Grazie
    S. marino

    • TeamArtist

      Se è un'attività commerciale, ci vorrebbe fattura, ma leggi questo nostro post

      • Satya

        Salve,
        Purtroppo dal vostro post non mi è chiaro. Noi non abbiamo partita iva, solo codice fiscale. La nostra principale attività è quella di fare visite guidate ai nostri soci. Ma un hotel ci ha chiesto di fare una visita guidata per un gruppo di suoi clienti.
        Mi chiedevo come giustificare l'entrata e cosa scrivere sulla ricevuta.Considerato che il ricavato è andato quasi tutto alla guida (che ha partita Iva). Inoltre, devo mettere anche il bollo dato che si superano i 72 euro?
        Grazie!

        • TeamArtist

          Semplice, con solo codice fiscale non puoi "vendere" questa prestazione ad un albergo. Punto.

  4. Natasha Merlini

    Buongiorno,
    sono presidente di un'ASD di softair con solo codice fiscale e abbiamo effettuato servizio di controllo percorso ad una serie di gare di biroccie di un'altra ASD. abbiamo pattuito la somma di € 600,00 per il servizio effettuato:
    1) possiamo emettere semplice ricevuta oppure dobbiamo emettere fattura e quindi richiedere p.iva?
    2)inoltre, durante le ns. giocate settimanali, oltre ai ns. associati, abbiamo dei provanti a cui noleggiamo il materiale per l'attività, anche in questo caso è sufficiente la ricevuta o ci vuole fattura?

    Ringrazio anticipatamente.
    saluti.

    • TeamArtist

      1. Se le due asd sono affiliate alla stessa federazione o ente di promozione sportiva, non serve la partita Iva (va bene la ricevuta)
      2. Sono entrate da parte dei soci, non serve la partita Iva

  5. Pamela

    Salve, ho già posto una domanda simile ma mi rendo conto che la formulazione era un po' troppo complessa. Provo a semplificare.
    Sono presidente di un'associazione culturale con solo codice fiscale.

    Vorremmo sapere se tra i costi di DIRETTA imputazione (come scritto all'art. 143 del TUIR) sono compresi anche i compensi a chi svolge le attività istituzionali (soci e non).

    Vorremmo fare delle attività istituzionali verso terzi (eventi, corsi, etc.) e ricevere dei pagamenti dai privati a SOLA COPERTURA DEI COSTI, quindi uguali o inferiori ai costi da noi sostenuti.

    Mi chiedo poi se queste entrate sarebbero a tutti gli effetti entrate decommercializzate e se sia sufficiente emettere ricevuta generica, specificando qualcosa come "copertura costi per..."

    Quindi:
    1) i compensi pagati dall'associazione a chi svolge questo tipo di attività sono costi di diretta imputazione?
    2) le entrate di questo tipo sono effettivamente decommercializzate? Saremmo in regola?

    Grazie mille per tutti i vostri consigli!

    • TeamArtist

      1. Certamente
      2. Dipende da tutta una serie di fattori: dalla tipologia di Associazione, dalla sistematicità o occasionalità dell'attività.
      Di norma il Fisco Italiano ritiene siano entrate decommercializzabili solo se queste attività sono rivolte ai propri associati.
      "Sono inoltre considerati redditi d'impresa i redditi derivanti dall'esercizio di attività organizzate in forma d'impresa dirette alla prestazione di servizi che non rientrano nell'art.2195 c.c. (art.55, comma 2, TUIR)."

      Ris. del 16/12/2011 n. 126
      "L’attività si considera esercitata con organizzazione in forma d’impresa quando, per lo svolgimento della stessa, viene predisposta un’organizzazione di mezzi e risorse funzionali all’ottenimento di un risultato economico. Connotati tipici della professionalità, sistematicità e abitualità, ancorché tale attività non sia esercitata in via esclusiva."

  6. marzia mazzavillani

    Salve e complimenti per il vostro lavoro. sono il presidente di una piccola associazione senza scopo di lucro. Al presente siamo rimasti 5 soci sparsi in Italia, con un direttivo di tre persone. Uno dei consiglieri ha avanzato la proposta di autofinanziarci organizzando corsi a carattere culturale in linea con il nostro statuto( lingue cucina ecc) facendo soci tutti gli iscritti. con il ricavato si pagherebbero le spese sostenute da chi tiene il corso nonché il suo compenso, ed il resto finirebbe nelle casse dell'associazione.
    Sono molto perplessa e dubbiosa perchè ho letto diversi articoli e so che il confine fra attività commerciali e non, è molto labile.
    sono anche consapevole di tutto il lavoro di segreteria che questo progetto comporta visto che ogni iscritto dovrà compilare e firmare correttamente il modulo di iscrizione, dovrà essere accettato da un direttivo e figurare nel libro soci oltre che comparire nelle convocazioni di ogni assemblea.
    E immagino già errori ed omissioni future.
    Cosa ne pensate? E' fattibile o partiamo già con il piede sbagliato e rischiamo accertamenti?
    grazie per ogni gentile risposta
    marni

    • TeamArtist

      E' fattibile purchè questi allievi... siano davvero dei soci e non dei clienti.

  7. amerigo

    salve, volevo sapere:
    1. se in una asd le quote di affitto del campo ricevute da non soci/non tesserati si configurino come entrate commerciali.
    2. come si valuta l'aspetto di occasionalità per verificare la non prevalenza del carattere commerciale sull'attività istituzionale dell'associazione?
    3. in entrambi i casi (commerciale o meno) quali sono gli adempimenti da rispettare?
    grazie

  8. Daria Contento

    Buongiorno, sono il Rappresentante legale di un'Associazione Culturale No profit con codice fiscale. Dobbiamo organizzare un laboratorio di formazione a pagamento che avrà durata di una decina di giorni, le cui entrate complessive ammonteranno all'incirca sui 1400 euro. Si tratta comunque di un'attività a carattere occasionale. Come ci si regola dal punto di vista fiscale in questo caso? Qual è il regime di tassazione?

    Grazie in anticipo

    Daria Contento

    • TeamArtist

      A chi viene rivolto il laboratorio? Soci o non soci?

  9. Liliana Balbi

    Buongiorno a tutti!
    Alla nostra ASD (solo codice fiscale) si presenta la seguente situazione: una SSD ci chiede di svolgere un corso CPR/AED (uso del defibrillatore e rianimazione cardiopolmonare) per tutti i loro istruttori. Al momento ovviamente i loro istruttori non sono nostri Soci.
    Quesito 1 - Il punto relativo alle entrate decommercializzate "Corrispettivi specifici versati dai propri soci o partecipanti, dagli associati o partecipanti di altre associazioni (che svolgono la medesima attività e che per legge, regolamento, atto costitutivo o statuto fanno parte di un’unica organizzazione locale o nazionale) o dai tesserati alle rispettive organizzazioni nazionali, per partecipare ad attività organizzate dall’associazione nell’ambito delle finalità istituzionali (art.148, comma 3, TUIR): si tratta, ad esempio, delle quote di partecipazione a corsi/attività." può ritenersi valido essendo la SSD affiliata al CONI tramite la FIN come noi siamo affiliati al CONI tramite la MSP?
    Quesito 2 - Se invece non possiamo considerarla un'entrata decommercializzata, trattandosi di un unico caso nell'anno 2016 possiamo considerarla un'entrata commerciale occasionale (con conseguente dichiarazione UNICO ENC)?

    Grazie in anticipo come sempre e buon lavoro a tutto il vostro staff!

    Liliana

    • TeamArtist

      1. No. Dovreste entrambi essere affiliati al medesimo EPS/FSN.
      2. Dipende dall'importo sul totale delle vostre entrate.2

  10. Alex

    Buongiorno, sono presidente di una ASD con CF e PI che vuole organizzare uno stage di danza e volevo chiedere un paio di delucidazioni:
    1. Le quote versate per lo stage sono eventualmente rimborsabili?
    2. se si, come?
    3. Gli "esterni" devono per forza essere soci o posso solamente tesserarli e emettere ricevuta comunque essendo attività occasionale?
    Grazie dell'attenzione

    • TeamArtist

      1. Si (intende se versate in anticipo per poi ritirarsi vero?)
      2. Semplicemente gli rendete la quota
      3. Io li considererei come attività commerciale, emettendo fattura

      • Alez

        Grazie per le informazioni. un paio di ulteriori delucidazioni:
        1. l'insegnante di uno stage può venire pagato con il contratto dei 7500 anche se la prestazione avviene una o due volte all'anno?
        2. qual è la differenza tra ricevuta fiscale e fattura, da emettere a "esterni" che vengono OCCASIONALMENTE ?
        3. Se il pagamento viene fatto tramite bonifico, devo comunque emettere fattura o basta ricevuta fiscale? O nessuna delle due essendo già tracciato?
        4. Se li tessero al mio ente di affiliazione (CSEN), cambia qualcosa in merito alla documentazione giustificativa? O devono per forza essere iscritti all'associazione per poter essere tesserati?
        Grazie per l'attenzione.

        • TeamArtist

          1. Se ha diritto a quel tipo di retribuzione, si (leggi questo nostro post in merito).
          2. "Ricevuta Fiscale" e "Fattura" sono praticamente due documenti identici (le ricevute sono prenumerate e viene comunicato allo Stato quante ne hai e con quali numerazioni; le fatture sono numerate da chi le emette invece, senza questo obbligo. Le ricevute fiscali si usano per piccoli importi ripetitivi, le fatture per grandi importi una tantum). Per entrambi questi documenti chi le emette deve essere in possesso di partita iva.
          3. Una delle due va bene (queste 2 forme di documentazione dei passaggi di denaro sono per le sole entrate COMMERCIALI).
          4. Devi chiedere a CSEN (per iscritto con richiesta di risposta scritta) se è possibile tesserare degli atleti senza che questi siano tuoi soci. Di norma se incassi i contributi da tuoi soci/tesserati questi sono istituzionali e non commerciali (tranne rare eccezioni) e basta quindi una ricevuta GENERICA (non fiscale).

  11. Michele

    Buongiorno!
    Avrei una domanda: possono essere decommercializzate le quote di partecipazione ad un'attività organizzata da un'Associazione culturale a favore dei soci di associazioni culturali ESTERE con le medesime finalità istituzionali?
    Grazie dell'attenzione!

    • TeamArtist

      mmmmhhh direi di no

      • Michele

        Quindi non è possibile estendere il comma 3 dell'art.148, TUIR ad associazioni con simili finalità istituzionali ma di altra nazionalità? La frase "o dai tesserati alle rispettive organizzazioni nazionali" è da intendersi solo per organizzazioni italiane?
        Grazie del chiarimento!

        Michele

        • TeamArtist

          Esattamente. Altrimenti vi sarebbe scritto: "alle rispettive organizzazioni internazionali".

  12. Diamante Maria Stefania

    Affinchè una ASD possa essere tale è sufficiente che organizzi solo corsi di avviamento allo sport o è necessario che la stessa partecipi a competizioni sportive con i propri associati?
    Ringrazio in anticipo.
    Cordiali saluti.

    • TeamArtist

      Non è obbligata a partecipare a gare o campionati

  13. Pamela

    Salve, siamo un'associazione culturale con solo codice fiscale. Vorremmo partecipare ad un evento organizzato da altra associazione proponendo delle nostre attività aperte a tutti e gratuite. L'altra associazione riceverà i fondi necessari, e vorremmo trasferire alla nostra una parte di questi.
    Per coprire i nostri costi vorremmo fare nel seguente modo:
    - Considerare l'entrata come commerciale occasionale;
    - emettere nota di debito esente IVA all'associazione pagante come specificato nell'articolo;
    - pagare i soci o gli operatori che faranno le attività con prestazione occasionale usando i suddetti soldi;
    - usare la restante parte dei soldi per le spese come il viaggio, il vitto o altre spese.

    Vi chiedo se:
    1) se le spese totali come sopra indicate sono pari o superiori alla nostra entrata ( non eccedono costi di diretta imputazione), l'entrata è esente IVA, ires e irap, giusto?
    2) anche le prestazioni occasionali degli operatori possono rientrare nei costi di diretta imputazione?
    3) questa forma è valida anche se c'è un avanzo di cassa presente?
    4) nel rendiconto bisogna indicare qualcosa di particolare?
    5) come tutte le prestazioni occasionali, gli importi pagati agli operatori andrebbero poi dichiarati con cu, 770 e dichiarazione Irap (anche se non c'è da versare niente se sotto la soglia di deduzione i rap )?
    6) l'importo non deve superare comunque il 10% delle entrate annuali istituzionali? O il limite è dei 50 mila€ di cui sopra nell'articolo?

    È corretto quanto scritto? O è meglio fare in altro modo(sopra si parla di erogazione liberale per un caso simile).
    Grazie mille!

    • TeamArtist

      Di quanti soldi stiamo parlando?

  14. Antonio Artuso

    Buongiorno,
    sono promotore di una associazione culturale no-profit che si occupa di educazione permanente per adulti. A tal scopo abbiamo richiesto l'utilizzo di aule per la didattica in orari non scolastici. L'erogazione dei corsi e tutta l'attività di gestione del ciclo economico dei corsisti sarebbe però a carico di una normale srl con la quale l'associazione ha stipulato una convenzione.
    Vorremmo sapere se questa fattispecie di operatività potrebbe arrecare dei pèroblemi.
    Ringrazio per la preziosa collaborazione

    • TeamArtist

      Non capisco. Cosa farebbe l'associazione se fa tutto la srl?

  15. Nicola

    gentili amici,
    la nostra associazione sportiva e culturale, per le proprie esibizione di musica e danza, emette una ricevuta fiscale con iva.
    In un paio di casi però i committenti hanno voluto aggiungere, al compenso pattuito, un contributo liberale, in contanti.
    Sappiamo che, non essendo tracciabile, il loro contributo non sarà detraibile tuttavia la domanda è la seguente:
    Possiamo aggiungere, nella stessa ricevuta del compenso, una voce per "contributo liberale" (specificando che esso è volontario e non condizionato) in un apposito rigo esente iva?

    Grazie
    Nicola

    • TeamArtist

      Suggerisco che l'erogazione liberale abbia una sua ricevuta propria

  16. andrea ravasio

    Buonasera vorrei sapere come posso organizzare una festa in piazza per poter donare il ricavato,ovviamente togliendo le spese che andremo ad afrontare, in beneficienza, pur essendo un APS con il solo codice fiscale? non siamo in possesso di partita iva.

    • TeamArtist

      Si, certamente. Leggi questo post.

  17. Roberto Bena

    Siamo Aps iscritta al Registto Regionale Piemonte affiliata ad Aps nazionale. Vorrei sapere se le attività decommercializzate (ad es: corsi) verso soci possono essere parimenti considerate decommercializzate se rivolte a tesserati (per il nostro tramite all'aps nazionale).

    • TeamArtist

      Certamente

  18. GIUSY

    Non ho ben chiaro la differenza tra Ente non Commerciale ed Enti di Tipo associativo.
    Voremmo costituire una associazione (ente non commerciale) che si occupi di formazione ed orientamento al lavoro e chiedere poi alla regione l'accreditamento.
    Vorremo mettere tra i soci il Comune, una impresa e una persona fisica.
    Essendo che tutto è in fase di progetto vorremmo avere le idee chiare.
    A. Per i corsi di formazione organizzati in seguito a bandi emessi dalla regione con contributo sono da considerare attività non commerciale quindi non soggetta ad imposta ed iva.
    Stavamo pensando di organizzare anche dei corsi per privati ed imprese sulla sicurezza, ecc tramite il coinvolgimento di altri enti. Noi riceviamo il corrispettivo dai privati o imprese partecipanti al corso ed effettuiamo il pagamento dei docenti coinvolti ed imprese per la corretta esecuzione del corso.
    1. Ora la somma ricevuta dai privati ed imprese per la partecipazione del corso è un corrispettivo?
    2. Possiamo fare riferimento all'art. 143 TUIR e art. 10 del dpr 633/1972 e non aprire la partita iva?

    • TeamArtist

      A. Questo come fai a dirlo?
      1. Certamente.
      2. A mio parere, no.
      Onestamente credo che tu abbia letto un sacco di cose diverse in giro che ti hanno creato una grande confusione perchè mischi insieme molte cose diverse. Suggerisco che ti affidi a questo servizio: http://www.teamartist.com/costituire-nuova-associazione/

  19. Fabrizio Olivieri

    Buongiorno a tutti, siamo una ASD che svolge danza sportiva. Brevemente, volendo organizzare a luglio 4 giornate dedicate ai principianti e alla formazione propedeutica per formare la nostra futura squadra agonistica, essendo aperte però a tutti (quindi non solo soci), mi chiedo se essendo una attività istituzionale, devo considerarla decommercializzata per i non soci, o ricadiamo nella attività commerciale occasionale ? In quest'ultimo caso quindi procedere contabilmente a tutta la procedura da voi descritta e quindi separata, rispetto alle quote dei soci ?
    Oppure tanto vale associare "gli esterni" da subito e tagliare la testa al toro, considerando che teoricamente sono persone che alla fine rimarranno nella nostra associazione (formazione del team agonistico).

    grazie per i vostri suggerimenti e buon lavoro

    • TeamArtist

      Se rimarranno nella vostra associazione, conviene che li associate subito

  20. Salvo

    Gent.mi,

    parlo a nome di un'associazione culturale no profit con regolare registrazione presso l'Agenzia delle Entrate nel 2013.
    In merito alla somministrazione bevande ed alimenti volevo chiedervi alcune delucidazioni a proposito di quella che può essere considerata come attività commerciale o meno. Ho letto che pur chiedendo un contributo economico per la bevanda o alimento solo ed esclusivamente ai soci all'interno di un evento occasionale si incorre in un attività commerciale. Questa, in tal caso, come andrebbe regolamentata per l'evento specifico? Rilasciando una ricevuta dall'associazione? Basterebbe in questo caso presentare la SCIA e nient'altro o è necessario integrare la domanda con altri documenti? Perchè, se considerata attività commerciale, non è chiaro se sia necessario appoggiarsi a terzi che possano emettere scontrini o la mansione può essere svolta senza problemi anche dall'associazione adottando specifiche misure.

    Spero di essere stato chiaro.
    Nell'attesa vi ringrazio anticipatamente.

    Saluti,
    Salvo.

    • TeamArtist

      Se è rivolta ai soli soci, perchè mai dovrebbe essere commerciale?

  21. Loredana Fiorini

    Salve siamo un’associazione costituita come O.N.L.U.S e in procinto di divenire una APS.

    Abbiamo un paio di dubbi:

    1- Non ci è chiaro se le attività/servizi esercitate “a fine istituzionale” posso essere rivolte anche ai non soci.

    2 - In caso affermativo, se ai non associati facessimo pagare tali prestazioni, sarebbero ritenute attività commerciale o rientrerebbero tra le entrate decommercializzate?

    Grazie fin d’ora per il supporto.

    • TeamArtist

      1. No
      2. Sarebbero commerciali

  22. Arturo

    Buonasera Damiano, sono presidente di un'associazione sportiva senza partita iva. Effettuiamo corsi di snowboard e noleggio attrezzaure ai soci. Gestiamo in comodato d'uso gratuito dei locali vicino alle piste da sci. Se volessimo offrire ai nostri soci, a pagamento, la possibilità di depositare le proprie attrezzature personali (private) all'interno dei nostri locali sarebbe considerata attività commerciale? Sarebbe necessario aprire partita iva o il rimessaggio attrezzature dei soci potrebbe essere considerato un'entrata decommercializzata al pari dei corsi sportivi e del noleggio? grazie

    • TeamArtist

      Se è un'entrata dai soci, è istituzionale

  23. Mauro

    Buongiorno.
    Sto ipotizzando di creare un'associazione che presterà i suoi servizi in ambito turistico-culturale (così come da statuto) principalmente ad un ente pubblico (socio dell'associazione). Il pagamento delle fatture per le prestazioni sono da considerarsi entrate istituzionali, decommercializzate o commerciali?

    Grazie.

    • TeamArtist

      Prestazioni e fatture emesse da chi a chi?

  24. Valentina

    Buon giorno,
    se due associazioni non affiliate non titolari di partita iva organizzano insieme un evento ad ingresso libero gratuito con diverse attività che risultano istituzionali per l'una o per l'altra e tutti i finanziamenti vengono dati ad una di queste, in che modo è possibile trasferire una parte dei finanziamenti alla seconda associazione per pagare le spese relative alla parte istituzionale di competenza?

    Grazie,

    • TeamArtist

      Erogazione liberale

  25. Marco

    Siamo una ASD in regime 398 con partita iva, ora vorremmo proporre la vendita di alcuni articoli sportivi (tute, magliette, cappellini, ...) ai soci e non. Abbiamo chiesto al nostro commercialista come dovevamo comportarci, e lui, dopo aver interpellato il comune (di Milano), ci ha riportato che trattasi di forma speciale di vendita, come indicato all'Art. 66. (Spacci interni) del Decreto legislativo n. 59/2010, ed è quindi è necessario attraverso la piattaforma  http://www.impresainungiorno.gov.it attivere il procedimento "Nuova apertura esercizio di vendita in spacci interni". Secondo voi è corretta e necessaria/indispensabile la procedura? E se fosse rivolta ai soli soci?

    • TeamArtist

      Scusi ma quindi lei paga un consulente, di cui non si fida, e chiede a noi un parere gratuito? O.O
      Legga questo nostro post

  26. Ilaria

    Buongiorno, chiedo cortesemente il vostro parere su quanto segue:
    l'ASD "xyz" organizza un evento di 2 giorni presso un hotel con lezioni di danza di artisti internazionali. La quota di partecipazione comprende tutte le lezioni e trattamento alberghiero di pensione completa.
    La nostra ASD apprezza l'evento e lo segnala ai propri Soci, raccoglie le quote di partecipazione e le gira pari pari all'ASD "xyz" a mezzo bonifico.
    Che genere di ricevuta dobbiamo chiedere all'ASD "xyz"?
    Che genere di ricevuta dobbiamo rilasciare ai nostri Soci?
    Grazie infinite per l'aiuto

  27. cristina c.

    Buongiorno,
    siamo un associazione culturale affiliata alla fitel e siamo in attesa di essere iscritti nel registro nazionale delle aps.
    La nostra associazione non ha partita iva ma solo il codice fiscale. Durante l'anno organiziamo degli eventi chiedendo una quota contributiva a isoci che volgiono partecipare. Le mie domande sono:
    1.se a uno di questi eventi volessimo dare la possibilità anche ai non soci di prendrvi parte, acquistando un biglietto all'ingresso, sarebbe attività commerciale che richiederebbe partita iva o attività commerciale occasionale non richiede l'apertuta di partita iva?(specifico che non vogliamo sia una raccolta fondi)
    2.in ogni caso per i biglietti venduti bisognerebbe pagare qualcosa alla siae?
    3.in caso di raccolta fondi sui biglietti d'ingresso bisogna pagare qualcosa (iva?siae?tasse?)
    4.se nei nostri eventi, rivolti esclusivamente ai soci, ospitassimo degli stand di attività commerciali esterne sarebbe regolare, avremmo bisogno di fare adempimenti particolari?
    5.cosa si intende esattamente per fiera a carattere commericiale?
    grazie

    • TeamArtist

      1. Dipende da quanti parteciperebbero
      2. Vedi 1.
      3. No
      4. Gratis? Nessun problema
      5. Una fiera dove si vendono bene o servizi

  28. franco orsitti

    L'ASD che rappresento ha sede nei locali di proprietà di un'associazione ricreativa il cui statuto prevede che i soci possano costituire altre associazioni, così è avvenuto.
    Per svolgere la propria attività l'ASD incassa quote d'iscrizione dai partecipanti, di queste quote l'importo corrispondente a quella prevista dall'associazione ospitante per il contributo dovuto per l'utilizzo dei servizi offerti (uso dei tavoli per giocare a carte) è a questa girata che ne rilascia ricevuta.
    1. Per l'ASD si tratta di un'uscita rendicontabile con la ricevuta rilasciata?
    2. Per l'associazione ricreativa si tratta di un'entrata istituzionale?

    • TeamArtist

      1. No
      2. A mio parere no, si tratta di una attività commerciale. A meno che le due Associazioni non siano affiliate ad una medesima organizzazione nazionale.

    • TeamArtist

      1. Si
      2. A mio parere no, si tratta di una attività commerciale. A meno che le due Associazioni non siano affiliate ad una medesima organizzazione nazionale.

  29. Lillo

    Buongiorno amici,
    vi chiedo il parere relativamente ad una questione sollevata in seguito all'ultimo consiglio direttivo del nostro club.

    Sono il presidente di un'associazione, in 398, che si occupa di SPORT (pesca e ballo) e MUSICA (edita ed inedita).
    Siamo iscritti al Coni come ASDC e facciamo corsi di pesca, ballo e musica.
    Le nostre uniche attività commerciali sono: quote di terzi NON soci che partecipano a gare di pesca, ingaggi musicali da parte di terzi non soci.

    Durante l'ultimo consiglio direttivo si è discusso in associazione di costituire due enti diversi: Un'ASD per lo sport e un'APS per la musica ma mi sono personalmente opposto spiegando che grazie alle agevolazioni riservate alle ASD (art. 90 della 289/2002) possiamo avere entrate commerciali superiori alle istituzionali.
    Di questa agevolazione NON beneficerebbe l'APS qualora si costituisse, per la parte musicale. ...E siccome in quella sezione, le entrate commerciali superano le entrate istituzionali, potrebbe essere confutata la loro natura no profit.
    E' corretto?
    Grazie infinite
    Lillo

    • TeamArtist

      Leggi questo nostro post. Ma in realtà... sono sempre contrario ad aprire nuove associazioni! Più costi, più tempo perso dietro la burocrazia, meno tempo per i volontari. Io farei tutto con l'Asd e stop (che, per inciso, può anche divenire APS volendo).

  30. Matteo

    Buongiorno. Con la nostra associazione portiamo giochi da tavolo in eventi già organizzati da terzi e facciamo giocare gratuitamente grandi e bambini. Ci siamo resi conto che le quote associative non sono più sufficienti per far fronte alle spese (principalmente giochi nuovi). Ci chiedevamo se fosse possibile farsi dare un contributo (rimborso spese?) dagli organizzatori degli eventi a cui partecipiamo. Si tratta di PA (comuni), associazioni o locali privati tipo bar/pub.
    1. L'importo di tale contributo possiamo deciderlo noi o deve essere a discrezione di chi ce lo dà?
    2. Si considera entrata commerciale?
    Grazie mille.

    • TeamArtist

      1. Potete deciderlo voi
      2. No

  31. Giusi

    Salve, siamo un'associazione registrata all'agenzia delle entrate come non riconosciuta e comitati (natura giuridica 12) e tipo attività 949990 (attività di altre organizzazioni associative NCA) siamo partner con un ente di formazione accreditato al MIUR al fine di promuovere ai nostri associati informazioni, azioni orientative, supporto tecnico organizzativi per corsi di lingua certificati e altri di natura culturale; ogni nostro socio che farà il corso in piattaforma o se in presenza con docenti della nostra associazione pagherà direttamente l'importo del corso l'ente di formazione,e l'ente ci riconoscerà una provvigione per il nostro servizio reso.
    Non avendo partita IVA ma solo codice fiscale:
    1. possiamo emettere solo ricevuta non fiscale per il pagamento della provvigione proveniente dall'ente di formazione?
    2. Possiamo far pagare al socio solo la quota associativa (diversa dalla quota dei soci ordinari) che abbiamo previsto per coloro che fanno i corsi e quindi pagano il contributo per il corso anche se poi il contributo di fatto poi ci viene dato dall'ente di formazione sotto forma di provvigione?

    • TeamArtist

      1. Non è chiaro il passaggio del pagamento
      2. Vedi sopra.... e soprattutto, la quota associativa deve essere uguale per tutti

      • Giusi

        Il passaggio del pagamento avverrà su c.c. intestato all’associazione.
        La quota associativa riguarda la quota (10€) per fare l’attività formativa in piattaforma multimediale (L’ente che eroga la piattaforma vuole l’intero importo del socio che farà il corso su proprio c.c.) lo stesso ente riconoscerà all’associazione parte dell’importo poiché l’associazione si farà promotore, delle attività di pubblicizzazione, informazione e sensibilizzazione dell’offerta formativa dei corsi; garantendo, inoltre, ai propri associati azioni orientative e supporto tecnico organizzativo; ossia la distribuzione e la raccolta della modulistica di
        iscrizione unitamente alla consegna della stessa presso la sede dell’ente; in quanto supporto tecnico fornirà
        assistenza nell’utilizzo della piattaforma multimediale.

        • TeamArtist

          Dovete avere partita iva e fatturare all'ente l'emolumento stabilito.

          • Giusi

            Il nostro commercialista ha invece risposto: l'associazione non ha partita iva e pertanto non può emettere fattura ma ricevuta fiscale con marca da bollo di 2 euro (essendo l'importo superiore a 75 euro), come contributo al corso che in parte ci verrebbe dato dall'ente piuttosto che direttamente dal corsista.

          • TeamArtist

            E' ovvio che senza partita IVA non potete emettere fattura, ma proprio per questo dovete aprire partita IVA, così potete emettere regolare fattura

  32. Lucrezia

    L'A.P.S. che rappresento deve partecipare, nello spazio gratuito dedicato ad associazioni e onlus, ad un festival olistico: corpo, mente, spirito, che si terrà alla fiera cittadina. Oltre al materiale divulgativo vorremmo esporre anche nostre maglie, gadget e oggetti creati da noi.
    - possiamo vendere rilasciando regolare ricevuta?
    - sono attività commerciali occasionali?
    - sono attività commerciali che formano reddito?
    Quest'anno abbiamo fatto solo una raccolta fondi pubblica.
    Grazie mille per le vostre delucidazioni.

    • TeamArtist
      • Lucrezia

        Grazie per la segnalazione. Avevo già letto con attenzione questo vostro post prima di organizzare la raccolta fondi annuale.
        Non mi chiarisce però il quesito:
        1. posso vendere maglie e gadget in fiera?
        2. la vendita e quindi incassi sono da considerarsi attività produttive marginali?
        3. concorre tale vendita a formare reddito tassabile?

        Vi ringrazio, cordialmente

        • TeamArtist

          1. All'interno di un evento di raccolta fondi, si.
          2. No. Sono considerate entrate de commercializzate parificate alle entrate istituzionali
          3. No
          Guarda che, in ogni caso, trovavi risposta a TUTTE queste domande nel post.

          • Lucrezia

            grazie!!!

  33. Lydie Andriamiseza

    A. I proventi non sono soggetti ad IVA, ai sensi del DPR 633/1972, art. 1-5 (per questo motivo non è necessario aprire la partita IVA);
    Vorrei un chiarimento in merito.
    1. Ho letto che se le entrate superano 5000 euro l'anno bisogna aprire una P.Iva?
    2. Con le entrate, sono incluse, le quote associative, rinnovo delle quote associative ...?
    3. e se le attività sono occasionali (proposto di corso vari) come si fa a sapere, se l'anno prossimo supererà op. no il tetto di 5000 Euro annuale?

    • TeamArtist

      A. Prima di tutto che una prestazione sia iva esente non significa, ad esempio, che sia anche esente IRES (e quindi la fattura può comunque essere indispensabile così come il possesso di partita via). Inoltre "ai sensi del DPR 633/1972, art. 1-5" non vuol dire una cippa.
      1. Dove hai letto questa boiata?
      2. Non so di cosa stai parlando. Che tipo di entrate?
      3. Non esiste alcun tetto di questo tipo...

  34. Alessandro

    Salve, sono il presidente di una APS con P.Iva, affiliata alla AICS. Stiamo organizzando in via del tutto occasionale, un viaggio formativo strettamente legato agli scopi istituzionali.
    1. Possono partecipare solo gli associati o anche terzi?
    2. Il contributo richiesto è soggetto ad iva?
    3. Nel caso di non iva, bisogna apporre marca da bollo se superiore a 72 euro?
    4. Il contributo può essere inteso come donazione, per sostenere le spese dell'attività istituzionale?
    5. Sarebbe possibile detrarre o dedurre la quota?
    Grazie!

    • TeamArtist

      1. Gli associati
      2. No
      3. Se superiore a 77,47
      4. No
      5. No. in quanto non donazione

      • Alessandro

        Ok Grazie!
        Quindi esiste una via legale per far si che il partecipante possa detrarre la quota impegnata?
        Quando si parla di APS che possono interagire verso associati e terzi, cosa vuol dire?
        Grazie!

        • TeamArtist

          1) come nella risposta precedente, no.
          2) che se avete la p.iva potete rivolgere le vostre attività anche a non associati, fatturando le entrate derivanti da questi.

          • Alessandro

            2) che se avete la p.iva potete rivolgere le vostre attività anche a non associati, fatturando le entrate derivanti da questi.

            Quindi come da vostro punto 2), in caso di partita Iva, ed attività istituzionale fatturata, rivolta verso terzi, l'entrata che ne deriva, può essere decommercializzata?

            Grazie!

          • TeamArtist

            Fai confusione. Se fatturate l'attività non è istituzionale, è commerciale. E come tale non può essere decommercializzata. E l'attività svolta ai non soci non può essere decommercializzata salvo casi particolari.

  35. Samuele

    Salve, con la nostra Asd faremo uno stage per atleti del nostro stesso sport ma che fanno parte di altre Asd con le na stesse finalità.
    1. L'incasso per tale stage e' istituzionale anche se rivolto a non soci?
    2. Essendo noi in regime agevolato possiamo registrare tali incassi allo stesso modo dei contributi associativi dei soci? (No iva, no ricevuta, no tasse?). Di questi stage ne faremo 2 o 3 anno per incassare denari a favore della nostra attività istituzionale.
    3. Non serve che i partecipanti diventino pertanto soci visto che il loro versamento sarà' spot? Grazie 1000.samuele

    • TeamArtist

      1. Se affiliati alla stessa federazione, allora si
      2. Si
      3. No (vedi sopra)

      • Samuele

        Grazie 1000, essendo noi al momento affiliati solamente csain e non alla federazione di riferimento per il nostro sport
        1)per fare in modo che tale incassi siano istituzionali gli atleti che faranno lo stage devono essere tesserati csain tramite loro Asd o è' sufficiente che la loro Asd operi nel ns stesso sport?
        2) in caso di risposta negativa a 1 (obbligo tesser csain) posso tesserare csain tali atleti senza farli diventare soci?
        Grazie ancora,
        Samuele

        • TeamArtist

          1. Devono essere tesserati csain
          2. Si

  36. marta

    Buonasera,

    vorrei avere maggiori informazioni circa la possibilità di chiedere ai nostri tesserati la consegna dell'ISEE. In quanto APS vorremmo costituire un "ambulatorio sociale" che possa garantire servizi (consulenze psicologiche, sanitarie e socio-educative) a prezzi accessibili e agevolati. Per questo motivo vorremmo chiedere ai nostri associati di fornirci il loro ISEE così da poter valutare quale agevolazione applicare in base alla loro situazione economica.

    E' possibile/legittimo chiedere a chi da il consenso di presentare la propria dichiarazione ISEE?

    Grazie Mille
    Marta Galtieri

    • TeamArtist

      Se sono soci ed è previsto dallo statuto, non ci vedo niente di male

  37. Maria

    Salve la ns è una casa di riposo per anziani e che opera quindi nel settore socio assistenziale perseguendo solo il fine istituzionale come da statuto.
    Uno dei comuni con cui abbiamo la convenzione per ospitare anziani, anni fa ci ha chiesto non più la solita nota debito per l'integrazione della retta bensì ha preteso la fattura e di conseguenza abbiamo dovuto aprire P. IVA.
    Premetto che le fatture sono comunque esente IVA.
    1. E' possibile chiudere la P. IVA e riprendere con la nota debito avendo comunque da sempre il Codice Fiscale.
    2. Quale riferimento normativo indicare al Comune in merito al fatto che non siamo soggetti obbligati alla P. IVA?

    • TeamArtist

      1. Si
      2. Lo ha specificato il sottosegretario Enrico Zanetti in risposta ad una interrogazione nel merito in Commissione Finanza a marzo di quest'anno. Dia al comune questo file.

  38. Terra di Mezzo

    Salve volevo maggiori informazioni sulle attività esenti campo Iva, nello specifico se un associazione culturale che ha nel proprio statuto l'organizzazione di politiche atte a informare sensibilizzare giovani e realtà associative del territorio, svolge un attività proprio in merito a questo ovviamente emetterà una ricevuta fiscale esente iva giusto>????grazie

  39. Giulia

    Salve! Le chiedo 2 domande:
    1. Una OdV svolge attività de-commercializzata, se organizza corsi nei confronti dei soci volontari (quindi regolarmente iscritti nel libro soci ed assicurati) per poter perseguire alcuni fini istituzionali, chiedendo una "quota di partecipazione a corsi/attività" a questi soci sopraccitati?
    2. Poiché le OdV si rivolgono a terzi (quindi non soci/non tesserati) socialmente e/o fisicamente svantaggiati, a differenza delle APS-associazioni culturali-etc che invece si rivolgono ai soci per perseguire i propri fini istituzionali, per poter finanziare le proprie attività rivolte appunto ai terzi, com'è possibile finanziarle (oltre alle quote associative, donazioni e raccolte fondi) se tutte le entrate provenienti dai non soci/ non tesserati, sono commercializzate?

    Grazie anticipatamente!

    • TeamArtist

      Uhhhmmmm.... legga le risposte già date alla sua amica zzzzzzzzzz@live.it
      Ed evitate di farmi le stesse domande su post diversi con nomi e mail diverse. Il fatto che aiuti gratuitamente le Associazioni dovrebbe portarvi ad avere più rispetto del mio tempo e del mio lavoro.

  40. Francesco

    Buonasera,
    faccio parte di una associazione culturale no profit. Abbiamo presentato un progetto al nostro Comune, con la richiesta di contributi per la realizzazione del progetto stesso: mi è stato chiesto se potessi fare una "nota di pagamento per prestazione di servizio" nella quale doveva essere esplicitato il fatto che il pagamento era esente IVA. Volevo chiedere:
    1- Possiamo ricevere questo contributo dal Comune?
    2- Dato che il comune è interessato a questo progetto rientriamo nella categoria "Contributi corrisposti da Amministrazioni pubbliche per lo svolgimento convenzionato o in regime di accreditamento di attività aventi finalità sociali" e quindi esente IVA?
    3- Come dovrebbe essere strutturata questa "nota di pagamento"? E' una convenzione con il Comune?
    Grazie anticipatamente
    I migliori Saluti

    • TeamArtist

      1. Lei ha chiesto un contributo. Loro vogliono pagarle la prestazione di un servizio. Fiscalmente sono 2 cose completamente diverse
      2. Vedi 1.
      3. Vedi 1.
      Dovrebbe insistere sul Contributo... PS. Voi avete la partita iva?

      • Francesco

        Buonasera, al momento non possono erogarmi contributi pertanto mi chiedono se possono pagarmi questa prestazione, però lo possono fare solo se sono esenti dall'IVA; avendo ricontattato per ulteriori chiarimenti mi hanno confermato che non è una convenzione con il comune ma un vero e proprio pagamento, e loro devono ricevere o una fattura o una nota di pagamento. L'associazione non ha partita IVA.. quindi le domande sono aggiornate a:
        1. Possiamo emettere questa nota di pagamento?
        2. Questo pagamento rientra nelle "prestazioni occasionali"?
        Grazie per la disponibilità

        • TeamArtist

          Credo di no. Può dirmi di cosa tratta il progetto?

          • Francesco

            Buongiorno,
            il progetto consiste in una conferenza e in un'esposizione; sappiamo per certo che tutto il "pagamento"servirà a coprire una parte dei costi (l'altra ce la metteremo noi), e questo evento verrebbe fatto soltanto questo anno in un'occasione particolare da cui la mia domanda sulla prestazione occasionale.

          • TeamArtist

            No, non è una prestazione occasionale (fiscalmente).

  41. Paolo

    Salve. Premetto che faccio parte di una ASD di tiro con l'arco con solo C.F. Ho letto nel vostro post che le quote di partecipazione a corsi, da parte di soci, è considerata entrata decommercializzata. Attualmente per chi vuole scriversi alla nostra associazione, nella quota di prima iscrizione risulta compresa sia la quota sociale che il costo del corso base, che il tesseramento Fitarco. Avrei dei quesiti che spero possiate chiarirmi:

    1) Se volessimo organizzare corsi base per neofiti senza prevedere contemporaneamente l'iscrizione alla società, il costo di suddetto corso diventerebbe, in ogni caso, un'entrata commerciale?
    2) se il punto 1 avesse risposta affermativa, saremmo costretti ad aprire partita iva?
    3) Per questi corsisti neofiti, non soci, esiste la possibilità di stipulare un'assicurazione equivalente a quella data con il tesseramento Fitarco?

    • TeamArtist

      1. Certamente.
      2. Certamente.
      3. Si.

  42. Lorenza

    Buonasera.
    I partecipanti a corsi o laboratori organizzati da un'associazione culturale (corsi che prevedono una quota di partecipazione) devono diventare anche soci dell'associazione stessa?
    Grazie.

  43. lello

    Buongiorno la ns associazione asd possiede solamente il codice fiscale:
    1. è tenuta alla compilazione del modello unico?
    2. per usufruire della 398/91 bisogna avere la partita iva e quale comunicazione va fatta?
    3. i corrispettivi versati dai tesserati (federazione di riferimento) non soci vanno comunque registrati entro il 16 del mese successivo anche se l'associazione non ha la partita iva?

    • TeamArtist

      1. In linea di massima, no. Ma ci sono dei casi particolari. Legga qui.
      2. Si. Legga qui.
      3. Vanno registrati giornalmente sul libro di prima nota! Si confonde col Registro Iva Minori che è altra cosa...

      Viste le domande fossi in lei verrei a fare questo nostro corso.

  44. lara

    buongiorno, per una asd che organizza gare sportive di corsa:
    1. le quote di partecipazione alla corsa da parte degli associati alla nostra asd o ad altre asd associate sempre alla XXXX sono decomercializzate mentre le quote di partecipazione alla gara da parte di non tesserati o tesserati ad asd non uisp sono commerciali?
    2. anche se la quota di partecipazione comprende la fornitura di beni e servizi con il pacco gara?

    • TeamArtist

      1. Direi di si, se ho inteso la domanda.
      2. Che tipo di beni e servizi?

  45. lillo

    SALVE FACCIO PARTE DI UNA APS . ABBIAMO FATTO UN'ATTIVITà PER IN COMUNE IN OCCASIONE DEL CARNEVALE PER PROPORRE I NOSTRI CORSI PER BAMBINI ED IL COMUNE HA ACCETTATO DI DARCI UN RIMBORSO SPESE(CON RELATIVE FATT ALLEGATE). ORA PER IL PAGAMENTO MI CHIEDONO DI PRESENTARE UN DICHIARAZIONE "DURC" LA MIA DOMANDA è
    1 ESSENDO UN'ASS SENZA DIPENDENTI SONO OBBLIGATA A PRESENTARE QUESTA DICHIARAZIONE?
    2 C'è UN MODELLO CHE POSSO SEGUIRE ?
    GRAZIE

    • TeamArtist

      1. No, può fare una DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA DI ATTO DI NOTORIETÀ.
      2.

      DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA DI ATTO DI NOTORIETÀ
      (art. 47 DPR 28 dicembre 2000, n. 445)
      Il sottoscritto/a _________________________________________________ nato/a a ____________________ il _________ legale rappresentante dell’ Associazione/ Comitato/ altro ________________________________________ CF dell’associazione __________________ con sede a __________________________regolarmente iscritta in via provvisoria / definitiva al registro comunale n. ________in ____________________telefono_______________cellulare_____________, consapevole delle pene stabilite per le false attestazioni e le mendaci dichiarazioni dagli articoli 483, 495 e 496 del Codice penale e dagli art. 75 e 76 del sopracitato D.P.R.
      DICHIARA
      - che l’Associazione non è iscritta nel registro delle imprese delle Camere di Commercio;
      - che l’Associazione non ha personale alle proprie dipendenze e pertanto non è tenuta al
      versamento di contributi previdenziali e assicurativi presso l’INPS e l’INAIL
      - che l’Associazione svolge la seguente attività:
      ...............................................................................................................
      ...............................................................................................................
      ...............................................................................................................
      (Luogo) _________________________, (Data)______________________
      (firma per esteso del dichiarante) _______________________________

      • lillo

        grazie!

  46. Valentina

    Buongiorno,
    volvo chiedere: le quote che riceviamo dai non soci per l'affiliazione ad una Eps possono essere considerate decommercializzate??

    • TeamArtist

      Si, se siete in regola con tutti i requisiti del TUIR.

  47. Mirko

    Buongiorno,
    l'asd della quale sono presidente ha ricevuto la proposta di organizzare e gestire, con i propri collaboratori sportivi, un'attività sportiva a gruppi di ragazzi che hanno acquistato da un'agenzia viaggi un pacchetto.
    Nello specifico, questa agenzia offre vitto, alloggio e allenamenti di calcio per una settimana (un camp calcistico per farla breve). Non avendo il know how e le risorse per gestire il lato sportivo ha chiesto alla mia associazione di occuparmi di questo.
    L'asd dunque sta dando un servizio ad una società commerciale, senza tesserare o associare i partecipanti, ma anche senza incassare dai partecipanti alcuna cifra perchè pagano l'intero pacchetto all'agenzia viaggi. Quest'ultima pagherà alla mia associazione una cifra definita preventivamente e poi regolarmente fatturata con iva al 22% (abbiamo la partita iva).
    1) lo può fare?
    2) è un problema se svolta su territorio al di fuori della regione ove vi è la sede legale della asd?
    3) l'entrata è commerciale?
    4) questo servizio che l'asd presta inciderebbe molto sulle entrate della associazione stessa perchè al momento la nostra attività istituzionale a soci e tesserati è ancora molto ridotta quindi a fine anno fiscale, con la redazione del rendiconto, si riscontrerà probabilmente che questo servizio commerciale sarà di molto superiore alle entrate istituzionali. Può essere motivo di contestazione o addirittura rischio di perdita della legge 398 in caso di accertamenti?
    5) l'opportunità è molto ghiotta per poter dare respiro alle finanze di una piccola asd con l'ambizione di crescere ma non vorrei incorrere in situazioni spiacevoli o rischiose, mi piacerebbe sapere cosa ne pensa.

    • TeamArtist

      1. Si
      2. No
      3. Si
      4. In sè, no.
      5. Mi sembra un'ottima opportunità. Attenzione a chiedere il certificato medico a tutti i partecipanti, a quali assicurazioni stipulare, a chiedere il certificato penale per tutti i vostri addetti che entreranno in contatto coi minori.

  48. Andrea 86

    Buongiorno...avrei due domande:

    1. ammettiamo una ASD "A" affiliata a FSN (es tennis) che riceve il pagamento di un corso da un allievo non socio della ASD "A" ma tesserato (e magari non socio) della ASD "B" anch'essa affiliata alla medesima federazione: questa entrata è considerata decommercializzata?

    2. ammettiamo una ASD "A" incassi delle quote per dei corsi e poi giri un compenso forfettario alla ASD "B" che materialmente si occupa di effettuare le lezioni del corso stesso con i suoi collaboratori...entrambe le ASD affiliate alla medesima FSN...e che ci sia un accordo scritto tra le due ASD che dice che l'obbligo di tesseramento alla FSN è compito della ASD "A"...se la ASD "A" non effettua il tesseramento, e la ASD "B" incassa il compenso come decommercializzato cosa succede in caso di controllo fiscale?

    spero di essere stato chiaro
    grazie

    • TeamArtist

      1. Si
      2. L'asd A commetterebbe evasione fiscale, mentre l'asd B sarebbe tranquilla come una pasqua.

  49. Luca

    Buonasera. La nostra associazione dilettantistica in regime 398/91 ha stipulato una convenzione per la gestione di un centro sportivo con il Comune che prevede i seguenti obblighi principali: apertura-chiusura e la vigilanza durante gli utilizzi, la pulizia degli spogliatoi (compresa la fornitura di carta igienica), l’imbiancatura interna degli spogliatoi quando necessaria e la segnatura del campo da calcio (compresa la fornitura della tempera)e partecipare al 30% delle spese di acqua, luce e gas.Il centro sportivo è fruibile da chiunque ne faccia richiesta al comune compresa la nostra associazione in base ad un tariffario stabilito dal comune stesso. A fronte di questi oneri riceviamo una somma di 8000,00 euro annui compresa Iva e l'utilizzo gratuito dei locali sede, segreteria e magazzini, situati nella palazzina servizi, al fine di agevolare la gestione dell’impianto nonché per favorire soprattutto l’attività aggregativa e sportiva degli stessi sodalizi.In pratica per perseguire le nostre finalità istituzionali.
    1. Questa entrata è da considerarsi prettamente commerciale?
    2. E se si, ho l' obbligo di fatturazione per questa tipologia di entrata?
    La 398/91 prevede infatti delle precise tipologie di entrate con l' obbligo di fatturazione (sponsorizzazioni,cessioni diritti radio TV, pubblicità).
    3. In definitiva, vi è la possibilità di emettere un documento (es: nota di debito) all'ente pubblico che non sia una fattura per aggirare il problema della fatturazione elettronica (visto che sono solo 4 fatture all'anno) e dello split-payment che toglierebbe il beneficio delle agevolazioni IVA?

    • TeamArtist

      1. Essendoci una convenzione con un ente pubblico ed un contributo, si tratta di una entrate istituzionale pura.
      2. No
      3. Vedi 2.

  50. Danilo

    Buona sera sono il Sig. Danilo, Presidente di una ApS senza scopo di lucro con statuto depositato c/o Ag. delle Entrate e senza personalità Giuridica ma con Legale Rappresentante.
    Vorrei avere se fosse possibile maggior chiarimento su questi punti sotto riportati.
    1) Le ApS che svolgono attività commerciale in via marginale verso terzi, rimangono sempre un ente non commerciale? Lo stesso verso i soci.
    2) I proventi derivanti dall'attività commerciale non devono mai essere prevalenti rispetto a quelli derivanti dall'attività istituzionale verso terzi e verso i soci in quale % (es. 40% commerciale e 60% istituzionale oppure 50% e 50%).
    3) Qual'è la legge di riferimento, gli art. e commi che stabilisce la % che ho evidenziato al punto 2.
    La ringrazio cordialmente
    Sig. Danilo

    • TeamArtist

      1. Su
      2. Devono essere "marginali" e "occasionali". Sulla marginalità ci sono idee diverse: io ritengo che le entrate commerciali siano marginali se inferiori al 10% delle entrate commerciali.
      3. Non vi è.