Accertamento e Controllo Fiscale Archives - blog.TeamArtist https://www.teamartist.com/blog Servizi e Software per Associazioni Thu, 05 May 2022 15:11:56 +0000 it-IT hourly 1 78367162 RUNTS: un’associazione su due ha problemi con lo Statuto https://www.teamartist.com/blog/2022/04/09/runts-unassociazione-su-due-ha-problemi-con-lo-statuto/ https://www.teamartist.com/blog/2022/04/09/runts-unassociazione-su-due-ha-problemi-con-lo-statuto/#respond Sat, 09 Apr 2022 10:21:33 +0000 https://www.teamartist.com/blog/?p=12873 Ci sono storie adatte ai bambini.Ci sono anche storie per i presidenti di associazioni. Se hai pazienza di leggere questo articolo, scoprirai due cose importanti: 1. quante sono le  associazioni che, secondo il RUNTS, hanno problemi con lo Statuto2. se anche la tua associazione è tra queste Ma ora concedimi due minuti di attenzione e […]

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Ci sono storie adatte ai bambini.
Ci sono anche storie per i presidenti di associazioni.
Se hai pazienza di leggere questo articolo, scoprirai due cose importanti:
1. quante sono le  associazioni che, secondo il RUNTS, hanno problemi con lo Statuto
2. se anche la tua associazione è tra queste

Ma ora concedimi due minuti di attenzione e lasciami iniziare la storia

Nel 1954 Darrell Huff pubblicava un libro dal titolo “How to lie with statistics” (come mentire con le statistiche) che è diventato prima un bestseller internazionale e poi un libro “standard” di testo adottato da molti studenti dei college americani.

Il libro è estremamente interessante e ti consiglio di leggerlo, lo trovi anche in italiano.

Uno dei temi di cui si tratta nel libro riguarda la manipolazione dei dati per confondere le persone sulle proporzioni tra due quantità. Si tratta di un modo per “mentire senza mentire”.

Ti faccio un esempio.

L’associazione sta passando un periodo difficile e hai la sensazione che i soci siano scontenti. Per sapere se hai ragione chiedi alla tua amministrazione di darti dei numeri su quante lamentele arrivano ogni mese in percentuale (le stai misurando, vero?) e se questo numero è aumentato ultimamente. 

Dopo una settimana ti arriva un grafico dell’andamento delle lamentele. E’ una linea praticamente piatta, non c’è nessun segno di impennata. Ti tranquillizzi e ti convinci che va tutto bene.

Ora immagina che quel grafico sia stato manipolato. La percentuale di lamentele non è stata calcolata sulle comunicazioni con i soci, ma su qualsiasi comunicazione arrivi all’associazione (incluso lo spam sulla mail).

Avevi ragione, le lamentele ci sono… ma nel grafico non si vede e tu non l’hai potuto vedere. 

Andamento manipolato
Andamento Vero

Perché ti racconto questa storia?

È passata una settimana da quando abbiamo regalato il nostro strumento per cercare la propria Associazione nel Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS) e oggi voglio aggiornarti su dei dati estremamente importanti, che è bene che tu sappia.

I grafici che ti ho mostrato prima non sono con dati inventati, sono i numeri veri e che puoi verificare tu stesso scaricando i dati dal sito del RUNTS. 

Nel grafico di sinistra (manipolato) vedi l’andamento nell’ultima settimana di quanti Enti di Terzo Settore stanno avendo problemi per lo Statuto rispetto al totale delle iscritte (che include anche le imprese sociali) mentre nel grafico di destra (vero) vedi quante Associazioni hanno un problema sul totale delle sole Associazioni.

Il problema di questi numeri è che le imprese sociali sono 22.251, su un totale di 23.938 enti iscritti.

Ti sto dicendo che se una settimana fa un’associazione su quattro aveva problemi, oggi siamo quasi a una su due.

È evidente che molto presto ci sarà uno tsunami sul terzo settore. Decine di migliaia di Associazioni dovranno correre a rifare lo Statuto avendo solo due mesi di tempo.

Gli associazionisti sono pochi, chi arriva tardi dovrà aspettare molto o pagare di più. Qualcuno tenterà la strada di cercare un facsimile di statuto e fare da solo, altri si affideranno ai siti che vendono lo stesso facsimile promettendo statuti a norma in meno di 24 ore.

Qui in TeamArtist abbiamo fatto qualche migliaio di statuti per ETS, impieghiamo anche settimane per prepararli e occorrono almeno due ore di riunioni in video con l’associazione più tanti scambi via email per fare un lavoro fatto bene. 

Nonostante questo, ogni tanto riceviamo qualche segnalazione dal RUNTS per cui lo statuto va modificato. Per questo motivo offriamo una garanzia TOTALE sullo statuto che include l’adeguamento a qualsiasi segnalazione arrivi dal registro fino a garantire l’iscrizione.

Non possiamo adeguare noi lo statuto di tutte queste Associazioni, purtroppo è un lavoro che impegna tanto tempo di pochi professionisti iper-specializzati. 

Però abbiamo realizzato uno strumento gratuito per cui tutte le Associazioni possono tenere d’occhio la propria posizione rispetto al RUNTS, senza dover consultare il registro tutti i giorni e senza aver paura che non arrivi una mail o una pec.

Lo trovi al link qui sotto. Ti chiedo fin da adesso di condividere questo strumento con tutte le Associazioni che conosci. A te non costa nulla, a loro può cambiare completamente la vita.

Se vorrai puoi anche mettere un link all’articolo che abbiamo fatto sul nostro blog sul tuo sito. In quel caso ti invito a scrivermi qui un commento e segnalarmi la pagina su cui l’hai inserito. Ti ringrazierò personalmente.

==> CERCA LA TUA  ASSOCIAZIONE NEL REGISTRO E RESTA AGGIORNATO

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L’importanza delle FONTI APERTE nell’accertamento fiscale https://www.teamartist.com/blog/2020/01/29/limportanza-delle-fonti-aperte-nellaccertamento-fiscale/ https://www.teamartist.com/blog/2020/01/29/limportanza-delle-fonti-aperte-nellaccertamento-fiscale/#respond Wed, 29 Jan 2020 16:31:34 +0000 https://www.teamartist.com/blog/?p=11689 Si può fare pubblicità alle attività dell’associazione? Come? Può essere un rischio? Innanzitutto è bene capire cosa si intende per pubblicità. La pubblicità è una attività riservata alle Aziende che cercano nuovi clienti.  Le associazioni no profit non cercano nuovi clienti ma nuovi soci che perseguano i fini istituzionali che avete scritto nel vostro Statuto. […]

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Si può fare pubblicità alle attività dell’associazione? Come? Può essere un rischio?

Innanzitutto è bene capire cosa si intende per pubblicità.

La pubblicità è una attività riservata alle Aziende che cercano nuovi clienti. 

Le associazioni no profit non cercano nuovi clienti ma nuovi soci che perseguano i fini istituzionali che avete scritto nel vostro Statuto.

Quindi seguendo questa definizione le associazioni non possono farsi pubblicità.

Per questo le Associazioni, ad esempio, non possono fare annunci sui siti di coupon d’acquisto proponendo delle “offerte” con sconti o regali o prove gratuite.

Per questo, nella tenuta della vostra contabilità, non potete avere fatture per “volantinaggio vostri depliant pubblicitari” e nel vostro REFA (Rendiconto Economico e Finanziario Annuale) voci registrate come “Marketing” o “pubblicità” nelle uscite.

Ma quindi: una Associazione può fare un volantino/manifesto o attivare una campagna per ricercare nuovi iscritti?

La risposta è SI, ma dipende da come lo fa.

Prima di darti dei suggerimenti su come fare una corretta promozione delle attività (che non sia quindi considerata pubblicità) è bene però capire perché questo aspetto è molto importante.

Dal 2011 è infatti attivo il cosiddetto “Progetto Ercole” della Guardia di Finanza, un’azione pianificata da parte dello Stato con l’obiettivo di controllare a tappeto tutte le Associazioni italiane.

Questi controlli solitamente partono con un primo accertamento da remoto.

Cosa significa? Che prima di venire a controllarvi direttamente in sede, spesso c’è una sorta di pre-analisi dell’associazione che parte dai dati presenti on line.

Questi dati sono da un lato le dichiarazioni fiscali che avete presentato, dall’altro come l’associazione di presenta sul web (sito internet, pagina Facebook, volantini e materiali che si trovano on line, etc.).

Si tratta delle cosiddette “fonti aperte”.

Un articolo del 28 gennaio 2020 del Sole 24 ore a cura di  Cristiano Dell’Oste e Giovanni Parente cita:

“Anche la Guardia di finanza, nella circolare 1/2018, diramata a fine 2017, menziona gli «elementi non risultanti dalle banche dati», facendo riferimento – ancora – alle «fonti aperte». Concetto poi ripreso nelle Linee guida per la programmazione 2020 delle Entrate, che chiedono ai funzionari degli uffici periferici di cercare le finte Onlus monitorando, tra l’altro, i siti internet «che pubblicizzano l’offerta di prodotti o servizi commerciali, come i centri benessere, la gestione di palestre, piscine» o magari cinema e teatri.”

Per questo motivo è fondamentale curare al meglio la comunicazione e la promozione che l’associazione fa.

Una promozione delle attività simile a una pubblicità commerciale attiva immediatamente un campanello dall’allarme e vi rende quindi più esposti a un possibile controllo fiscale totale.

Per questo è fondamentale che chi si occupa della tua associazione sia in grado di controllare e verificare con voi il vostro sito, la vostra pagina Facebook, le locandine e i volantini (ma anche la delibera di direttivo in cui definite le tariffe per l’acceso ai corsi/attività che avete in programma), per controllare che la comunicazione che fate non sia dubbia.

Questa è una delle molte attività che facciamo per le associazioni che decidono di affidarsi a noi per la gestione dell’associazione acquistando il servizio Blindo.

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Intanto eccoti alcune buone regole generali da seguire:

  • Sempre indicare per esteso il nome della Associazione e la sua “natura”. 

Quindi: Associazione Sportiva Dilettantistica, oppure Associazione di Promozione Sociale, Organizzazione non lucrativa di utilità sociale, Organizzazione di Volontariato o per finire, nel caso non siate nessuna di tutte queste, il semplicissimo: Associazione No Profit.

  • Scrivete a chiare lettere che l’ingresso nelle strutture dell’Associazione è riservato ai soci.
  • Scrivete a chiare lettere che le attività sono riservate ai soci.
  • Se siete affiliati ad una organizzazione nazionale (Federazione, APS, Ente di Promozione Sportiva etc etc.) mettete il logo di essa ed esplicitate se le attività che fate sono aperte a tutti i loro tesserati.
  • Se siete una ASD attenzione al valore che dovete dare alle competizioni e alle attività didattiche e formative. Voi non pagate praticamente tasse perchè fate queste 3 attività. Ditelo!
  • Non “vendete” una attività. Proponete invece di associarsi alla vostra Associazione per fare quella attività. Per fare un esempio: non “Venite a fare un corso di taglio e cucito a soli 100 euro” bensì: “Diventa nostro socio! Potrai partecipare ai nostri corsi di taglio per soli 100 euro di rimborso spese

Questo ultimo punto è quello fondamentale.

Tutta la vostra comunicazione deve essere tesa a trovare nuovi soci e non a vendere una attività o promuovere un evento.

Quando pensate ad un volantino, un manifesto o al vostro sito web quindi, tenete conto di questo principio. Quale messaggio sto facendo passare verso chi mi leggerà? Gli sto chiedendo di diventare socio o che gli sto vendendo qualcosa? Se state vendendo qualcosa per il Fisco state instaurando non il rapporto Associazione-Socio ma quello Attività Commerciale-Cliente.

Ovviamente queste sono delle indicazioni di massima, ti ricordo che è sempre meglio far controllare i tuoi materiali promozionali da un associazionista, che può capire nel dettaglio se la tua comunicazione possa essere letta come attività pubblicitaria di tipo commerciale.

A presto

Giovanni Damiano Dalerba

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Le 7 strategie pratiche per non chiudere l’associazione in caso di controllo fiscale https://www.teamartist.com/blog/2019/10/15/le-7-strategie-pratiche-per-non-chiudere-in-caso-di-controllo-fiscale/ https://www.teamartist.com/blog/2019/10/15/le-7-strategie-pratiche-per-non-chiudere-in-caso-di-controllo-fiscale/#respond Tue, 15 Oct 2019 10:29:20 +0000 https://www.teamartist.com/blog/?p=11610 Ho passato tutto il week end a lavorare per sovrintendere due riunioni di grosse federazioni nazionali ed è proprio parlando con il presidente di una di queste che è arrivata la notizia definitiva. Anche se in maniera informale, anche se a porte chiuse, anche se il tono di voce era quello confidenziale, il presidente mi […]

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Ho passato tutto il week end a lavorare per sovrintendere due riunioni di grosse federazioni nazionali ed è proprio parlando con il presidente di una di queste che è arrivata la notizia definitiva.

Anche se in maniera informale, anche se a porte chiuse, anche se il tono di voce era quello confidenziale, il presidente mi ha detto: “Giovanni abbiamo un problema”.

Con la mia mente ho fatto un passo indietro agli ultimi tre mesi. All’inizio di luglio sono andato in vacanza. Sono andato al mare in Sicilia, posto splendido, peccato che il giorno dopo la mia partenza sia arrivata la prima telefonata. Cliente controllato, multa molto elevata su un anno del passato in cui non lo seguivamo. Situazione delicata, mille documenti richiesti dall’Agenzia. Intervengo direttamente. Nel corso di luglio abbiamo seguito 8, OTTO accertamenti sui clienti. Nei mesi successivi la situazione non è migliorata.

Il risultato è il seguente:

Luglio: 8 associazioni nostre clienti controllate

Agosto: 5 associazioni nostre clienti controllate

Settembre: 9 associazioni nostre clienti controllate

Ora tu ti dirai: “ Beh ma voi di TeamArtist avete migliaia di clienti, non sono poi così tante.”

E io ti dico: “Si, ma con questo ritmo in qualche anno ne controlleranno la maggioranza e stanno continuando ad aumentare mese dopo mese”

A questo si aggiunge il fatto che stanno aumentando esponenzialmente anche le richieste che ci arrivano da associazioni che NON sono nostre clienti e che sono sottoposte a controllo fiscale. Infatti vengono controllate tutte le associazioni, quelle nostre clienti hanno però un vantaggio sleale sulle altre

Nelle ultime settimane abbiamo ricevuto richieste per controlli effettuati dall’agenzia dell’entrate, dalla finanza, dalla SIAE, dai Vigili, dal demanio e perfino 19 verbali fatti dalla capitaneria di porto.

Solo la settimana scorsa 3 clienti blindo controllati, di cui uno della sede territoriale dell’agenzia finita sui giornali per lo scandalo corruzione di un paio di settimane fa.

La storia si conclude arrivando a domenica dove il presidente di una federazione mi prende da parte e mi dice: “Giovanni abbiamo un problema, ci stanno controllando tutte le associazioni affiliate. Ce l’hanno con noi, avrò pestato le scarpe a qualcuno.”

A me è venuto da sorridere, perché i presidenti hanno sempre le manie di persecuzione, e poi gli ho risposto: “Guarda che non mi stai dicendo niente di nuovo, le nostre statistiche interne ci dicono che è un campo di battaglia per tutte le associazioni. NON CE L’HANNO CON TE, ce l’hanno proprio con tutti.”

Ieri sera tornando a casa mi stavo chiedendo cosa si potesse fare per aiutare questo presidente e per tutte le associazioni in generale. Dopo parecchie considerazioni più o meno tecniche ho avuto l’illuminazione. Certo non ero sulla via di Damasco, ma su quella per Milano, però ho intuito una cosa importante.

Caro presidente che stai leggendo questa mail, da oggi la strategia non è più di EVITARE a tutti i costi il controllo. Certo fino ad oggi si è fatto così ma da OGGI sarà solo una strategia PERDENTE. 

Bisogna iniziare a vederla in un’altra maniera. Utilizza tutte le risorse che hai su come SUPERARE INDENNE il controllo fiscale e non su come EVITARLO.

Una volta ci si faceva amici il direttore di banca e vi dava un prestito, il maresciallo dei carabinieri e si evitava qualche disguido e il finanziere perché in caso di controllo qualcuno chiudeva un occhio (strategia che abbiamo sempre combattuto, come da sempre combattiamo contro i contanti usati in maniera smodata). Oggi tutte queste organizzazioni hanno centralizzato le decisioni, quindi, per esempio, il direttore di banca non decide più niente, e viene spostato di continuo, stessa cosa per i militari e le decisioni sono prese a livelli più alti.

Quando apri un’associazione lo fai con l’idea di vivere una vita felice, magari ricavandoti anche un buono stipendio, magari aiutando gli altri. Questo è quello che mi piace pensare la sera prima di andare a letto, sereno. Questo è quello che pensa un presidente la domenica quando va in tribuna o in panchina a vedere le partite, o la sera in cui si è terminato un evento particolarmente ben riuscito. Per me ricevere le telefonate come quella dopo la Sagra del gorgonzola della settimana scorsa dà una carica incredibile. Fiumi di gente, organizzazione che regge dopo mesi di preparazione, presidente contentissimo. L’organizzazione seduta a fine serata a fare fuori le ultime forme di gorgonzola con del vino speciale che i produttori avevano portato loro per l’occasione.

Allo stesso modo nello sport si vive per l’emozione di arrivare a giocarti un titolo giovanile, uno scudetto di categoria, vincere un’interzona nazionale, o un titolo italiano, giocarti le fasi finali del trofeo primavera o magari semplicemente vincere il tuo girone provinciale e poi andare a mangiare una pizza per festeggiare tutti insieme.

E invece ti tocca andare a letto preoccupandoti di perdere la tua casa se arriva un controllo fiscale all’associazione. Ma si può vivere così? Decisamente no per cui ecco le 7 strategie con cui affrontare un controllo fiscale. Applicando quello che ti scrivo sotto i nostri clienti passano i controlli senza multe.

  • Strategia numero 1: Prendi in considerazione che nei prossimi 3/5 anni la tua associazione sarà controllata. Molti presidenti, anche se non lo dicono, pensano: “Il controllo mi fa paura per cui lo nego”. E’ una reazione comprensibile e assolutamente umana. Il controllo è una pessima esperienza se non sei preparato e se non lo sai affrontare. Diventa una semplice scocciatura, assolutamente gestibile, se sei preparato.
  • Strategia numero 2: Evita di preoccuparti troppo di un eventuale controllo e occupati dei soldi. Una volta che hai un bravo associazionista che ti segue e che fai quello che ti è stato detto, basta preoccuparti! Non si può vivere nell’ansia. Ricordati che il tuo problema principale è quello di aumentare i soldi che l’associazione incassa. Se l’associazione incassa solo 20mila euro l’anno e tu sei assillato dalle questioni amministrative, hai un problema più grosso da risolvere. TROVA IL MODO DI PORTARE LA TUA ASSOCIAZIONE A 50-60mila euro di incassato all’anno altrimenti sarà spazzata via dalla riforma.
  • Strategia numero 3: Non andare in panico quando arrivano. L’altro giorno, dopo una settimana che uno dei nostri clienti blindo più ansiosi non si faceva vivo, il suo tutor gli ha scritto un messaggio su whatsapp. La risposta è stata: “Scusami ma ora non posso parlare ma sono occupato con un accertamento fiscale”. In questi casi le persone impazziscono. I nostri clienti blindo hanno un numero di telefono apposito da chiamare in caso di controllo fiscale, da cui qualcuno risponde sempre. In questo caso il cliente di cui sopra SI E’ DIMENTICATO DI CHIAMARCI. Hai capito bene, dimenticato. E’ andata totalmente nel pallone. Rimani lucido!
  • Strategia numero 4: Non è vero che l’ispettore ha sempre ragione, né tantomeno che sappia tutto. Questa è importantissima. Spesso in caso di accertamento ti chiedono documenti non dovuti, fanno cose che non possono fare, prendono cose che non possono prendere e così via. La frase: “Me l’ha detto quello dell’agenzia” non è una garanzia del fatto che quello che ha detto sia vero. STAI ATTENTO.
  • Strategia numero 5: Quando un ispettore ti fa un’offerta che non puoi rifiutare, pensaci bene prima di accettarla. Spesso capita che ti facciano degli sconti apparenti se tu, in cambio, dichiari cose più o meno precisate. Stai molto attento perché molte insidie si nascondono dietro a questo tipo di accordi.
  • Strategia numero 6: Non delegare completamente la parte gestionale/amministrativa perché non hai voglia o non ti piace. Il presidente deve avere le competenze minime per capire se i professionisti a cui ha delegato sono capaci di fare quel lavoro e deve stare attento che lo facciano. STOP.
  • Strategia numero 7: Affidati a un’associazionista e non a un commercialista (e rivolgiti all’avvocato tributarista solo alla fine quando non c’è più margine di trattativa). La maggior parte delle associazioni che non sono nostre clienti arrivano da noi perché il loro professionista non li segue (giustamente) nel momento del controllo. A quel punto noi rispondiamo, onestamente, spiegando al presidente che è ovvio, già stava chiedendo a un elettricista di riparare i tubi, adesso gli sta chiedendo di costruire una diga. Semplicemente non è il suo mestiere. E’ possibile che un’associazione superi un controllo fiscale senza un associazionista che la segue. E’ capitato in passato e capiterà in futuro. E’ certo anche che soltanto una associazione ogni 10 passa il controllo senza multe tra quelle che non si fanno seguire. Le statistiche dicono questo. Valuta se sforzarti di fare tutto da solo con il 90% di possibilità di prendere una multa sia realmente più vantaggioso che non affidarsi a un associazionista.
  • Strategia BONUS: Preoccupati del controllo PRIMA di averlo in casa. Una volta che sono arrivati il margine di manovra che ho per aiutarti è sicuramente inferiore rispetto a quello che ho prima di un controllo. Se arrivi da noi prima della consegna dei documenti all’Agenzia e sei messo male, si può ancora provare a fare qualcosa. Se arrivi dopo aver consegnato il primo giro di documenti e questi non sono a posto, diventa difficilissimo salvare la situazione. Per questo abbiamo inventato servizi come l’ispezione fiscale simulata che si fa PRIMA di un controllo. Così se hai dei dubbi si può ancora sistemare la situazione. NON ASPETTARE!

Da dove inizio?

Visto che comunque il problema non si può evitare, ti consiglio quantomeno di avere una formazione di base per applicare la strategia numero 6. Perchè se fossi in te e dovessi partire da qualche parte partirei da quella. Senza conoscenza della materia qualunque ispettore del fisco può rigirarti come vuole. Vuoi provare a essere quel 1 su 10 che esce vivo da un controllo? Senza le conoscenze di base è impossibile.

Per darti le competenze di base ogni anno facciamo un corso “presidente corazzato” che che potrai intuire serve esattamente per questa ragione.

Il corso si terrà Sabato 17 Ottobre 2020.

=> CLICCA QUI PER AVERE ULTERIORI INFORMAZIONI

P.s. Detto questo spero che tu rilegga questa mail diverse volte e decida come applicare queste 7 strategie alla tua associazione velocemente. Se avessi bisogno di un’opinione o di parlare con noi basta cliccare il link qui sopra.

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https://www.teamartist.com/blog/2019/10/15/le-7-strategie-pratiche-per-non-chiudere-in-caso-di-controllo-fiscale/feed/ 0 11610
Ecco come la Guardia di Finanza può dimostrare che la tua associazione sia un’azienda mascherata https://www.teamartist.com/blog/2018/02/27/ecco-come-la-guardia-di-finanza-puo-dimostrare-che-la-tua-associazione-sia-unassociazione-mascherata/ https://www.teamartist.com/blog/2018/02/27/ecco-come-la-guardia-di-finanza-puo-dimostrare-che-la-tua-associazione-sia-unassociazione-mascherata/#respond Tue, 27 Feb 2018 10:03:35 +0000 https://www.teamartist.com/blog/?p=10936 Nei giorni scorsi abbiamo avuto modo di leggere la notizia di un nuovo caso di associazione mascherata in provincia di Rieti. La Guardia di Finanza si è infatti recata per un controllo in una palestra sospetta di un paesino dell’aretino, cercando le prove  che questa palestra sia in realtà un ente commerciale mascherato da associazione. […]

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Nei giorni scorsi abbiamo avuto modo di leggere la notizia di un nuovo caso di associazione mascherata in provincia di Rieti. La Guardia di Finanza si è infatti recata per un controllo in una palestra sospetta di un paesino dell’aretino, cercando le prove  che questa palestra sia in realtà un ente commerciale mascherato da associazione.

L’ennesimo caso di questo tipo a guadagnarsi gli onori della cronaca.

Prima però di proseguire nel racconto di questa storia, è necessario fare un passo indietro e sottolineare un fatto che spesso sfugge a chi dirige un’associazione. Prova infatti a rispondere a questa domanda: cosa cerca la Guardia di Finanza (così come l’Agenzia delle Entrate, la SIAE e tutti gli enti preposti ad effettuare verifiche fiscali…) quando effettua controlli nelle associazioni no profit?

In molti pensano che gli enti controllori cerchino nelle associazioni no profit lo scontrino non battuto o il pagamento in nero, così come avviene nel mondo profit. Ma non è proprio così. Infatti, gli enti no profit hanno la possibilità di non pagare le tasse su tutte le entrate cosiddette “istituzionali”, come anche la possibilità di aderire a regimi fiscali agevolati e vantaggi di tipo economico di vario genere che gli consentono di pagare molte meno tasse. 

Dunque, anche nel profit vi sono delle imposte da pagare…ma molte meno! Quello che resta però da verificare è che chi si presenta come associazione o ente no profit abbia davvero le carte in regola per essere tale. E qui arriviamo al punto della questione: a fronte di tutta una serie di vantaggi fiscali ed economici concessi alle associazioni no profit, queste ultime devono dimostrare di avere le caratteristiche per poterne godere.

Il lavoro degli enti verificatori non è quindi quello di controllare che le associazione no profit battano il famigerato scontrino, ma di controllare che le associazioni che si dichiarano tali lo siano realmente. In parole povere, quello che vogliono verificare è che la tua associazione non sia in realtà una azienda mascherata che cerca di imbrogliare le carte non pagando le tasse grazie a diritti che non le spetterebbero.

Esiste addirittura un piano nazionale, chiamato progetto Ercole, pensato per smascherare tutte quelle associazioni che in questi anni hanno pensato di gestire ditte individuali o società come fossero associazioni, semplicemente per evadere le tasse. Questi furbi hanno inquinato il pozzo dell’associazionismo italiano, così da generare il grande pregiudizio da cui muovono tutti gli enti di controllo del fisco quando guardano un’associazione: quella è un’azienda mascherata da associazione.

Ma come si fa a capire se un’associazione è vera oppure è mascherata? Rispondiamo a questa domanda tornando al fatto di cronaca di cui parlavamo all’inizio: i frequentatori della palestra risultavano tutti iscritti come soci, ma nella realtà non sapevano nulla delle dinamiche di gestione e di governo dell’associazione. Nessuna partecipazione alle assemblee, nessuna conoscenza o presa visione dei rendiconti e, in definitiva, nessuna consapevolezza del fatto di essere soci. Così racconta la cronaca locale.

La loro partecipazione si limitava a pagare la quota annuale per usufruire dei servizi della palestra: dei clienti fatti e finiti, che la sedicente associazione no profit faceva passare come soci. In questo modo tutte le entrate derivanti da questi soci apparenti erano defiscalizzate: euro sonanti che entravano puliti puliti nelle casse dell’associazione senza emettere nemmeno una fattura.

Insomma, una società che si era costituita in associazione per non pagare le tasse.

Ma come è possibile che, in questo caso, la Guardia di Finanza abbia scoperto che i soci non erano coinvolti nelle dinamiche associative?  Nel modo più semplice possibile: interrogandoli e facendo loro delle domande molto puntuali e specifiche rispetto alla loro partecipazione alla vita dell’associazione.

Il fatto che gli enti verificatori interroghino i soci dell’associazione prima di un controllo o durante non è certo una novità. Il socio inconsapevole e poco coinvolto non appena apre bocca conferma tutti i sospetti dei controllori rispetto al fatto che la tua sia una finta associazione.

E tieni presente un fatto: puoi prendere una sanzione perché magari hai commesso un errore materiale dal punto di vista burocratico-amministrativo, ma la tua situazione diventa cento volte peggiore se accompagnata dall’accusa di essere una falsa associazione.

Come evitare di incappare, anche in buon fede, in una situazione di questo tipo? Innanzitutto coinvolgendo i soci nella vita dell’associazione, e poi istruendoli correttamente in vista di un controllo del fisco.

Noi in questi anni siamo riusciti ad elaborare un documento che raccoglie le 13 domande che il fisco pone ai tuoi soci durante un controllo fiscale, un documento che è stato possibile redigere solo dopo l’analisi di centinaia e centinaia di verbali dell’Agenzia delle Entrate e della GdF fatti ad associazioni no profit.

Oltre a questo documento, ne abbiamo predisposto anche un altro: L’elenco delle contestazioni più comuni sui soci nei verbali del Fisco, che aiuta a comprendere le motivazioni profonde per cui la tua associazione no profit può essere sanzionata se non gestisci in maniera adeguata i rapporti con i tuoi soci

Questi documenti segreti, che nessun altro oltre a noi ti può dare, li mettiamo a disposizione solo per chi partecipa al Doma i Tuoi Soci Tour, il nostro tour di convegni 2018 dedicato esclusivamente alla buona gestione dei soci della tua associazione.

>>> PARTECIPA AD UNA TAPPA DEL DOMA I TUOI SOCI TOUR <<<

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L’ennesimo scandalo su una Onlus getta fango su tutte le Associazioni No Profit oneste https://www.teamartist.com/blog/2017/11/30/lennesimo-scandalo-su-una-onlus-getta-fango-su-tutte-le-associazioni-no-profit-oneste/ https://www.teamartist.com/blog/2017/11/30/lennesimo-scandalo-su-una-onlus-getta-fango-su-tutte-le-associazioni-no-profit-oneste/#respond Thu, 30 Nov 2017 14:39:57 +0000 https://www.teamartist.com/blog/?p=10851 ONLUS: Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale. La definizione del termine Onlus è forse tra le più chiare tra le varie denominazioni delle tipologie di associazione. In quattro parole c’è dentro tutto: la natura non a scopo di lucro dell’associazione e, in più, la sua vocazione di utilità sociale. Nonostante sembri tutto così chiaro, accade […]

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ONLUS: Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale.

La definizione del termine Onlus è forse tra le più chiare tra le varie denominazioni delle tipologie di associazione.

In quattro parole c’è dentro tutto: la natura non a scopo di lucro dell’associazione e, in più, la sua vocazione di utilità sociale.

Nonostante sembri tutto così chiaro, accade sempre più spesso di sentire che dietro al nome di Onlus si nascondano delle attività illecite votate assolutamente al guadagno e senza alcuno scopo di utilità sociale.

L’ultima notizia in tal senso risale a pochi giorni fa, quando i Carabinieri di Milano hanno eseguito un giro di arresti nell’ambito di un’indagine riguardante un traffico illecito di vestiti usati, con al centro una finta associazione Onlus della Liguria.

In buona sostanza, l’associazione Onlus in causa prestava il nome per effettuare raccolte di vestiti usati per persone bisognose, che poi venivano stoccati in un magazzino della provincia di Milano per essere rivenduti in Tunisia o in Campania.

Con buona pace delle persone bisognose.

Tutti avranno sicuramente pensato: “ecco siamo alle solite, alla fine ti vogliono sempre fregare!”.

Infatti questi scandali odiosi hanno sempre una conseguenza devastante: gettare benzina sul fuoco del pregiudizio e del sospetto nei confronti dell’onestà del mondo no profit.

Un elemento fondamentale, tra i tanti, su cui si fonda il no profit è proprio la fiducia: io scelgo di venire ai tuoi corsi, di associarmi, di sostenerti perché ritengo seria e di qualità la tua proposta, ma anche perché mi fido di te, perché ti ritengo una persona o un gruppo di persone affidabili e oneste.

Purtroppo però, come si dice, fa più rumore un albero che cade che un milione di alberi che crescono: e così al primo scandalo riguardante un’associazione no profit succede che tutto il settore viene letteralmente infangato, delegittimato, svilito.

Non è giusto!

Detto ciò, questo è un caso limite perché stiamo parlando di una vera e propria attività illecita e criminale.

Tuttavia, quello che può sembrare solo un problema di immagine e di cattiva pubblicità in realtà contribuisce pesantemente ad alimentare il pre-giudizio degli enti di controllo, che nel corso degli anni hanno invertito il principio per cui si è innocenti fino a prova contraria:

l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza partono sempre e comunque dal presupposto che la tua Associazione sia la copertura di un’attività commerciale.

Per cui, più si verificano questi scandali più si intensifica questo controllo a tappeto teso a controllare tutti in maniera indiscriminata partendo dall’idea che se hai fondato un’associazione no profit lo hai fatto con l’intento di fregare lo Stato e farti i tuoi porci comodi e interessi.

Così accade come per la pesca in alto mare: si getta un’enorme rete che tira su tutto quello che c’è, pescando i pesci grossi ma ammazzando anche tutti i pesci che passavano di lì per caso.

Intendiamoci: i criminali e i ladri devono essere beccati e puniti.

Bisogna definire con estrema attenzione la differenza tra chi compie un crimine e chi invece viene punito per degli errori materiali.

Succede che arriva il controllo: il tuo Statuto non è aggiornato, il Rendiconto è scritto male, la contabilità è un caos unico e non hai i verbali delle assemblee.

E vieni multato, punito e trattato quasi come un delinquente.

E tutto grazie ai delinquenti veri, che in gran parte sono anche talmente furbi da riuscire a farla franca mentre tu vieni controllato.

È vero che, come si dice, la legge non ammette ignoranza.

Ma la legge italiana è complessa e non alla portata della comprensione di tutti.

In più ci si mettono anche molti professionisti che millantando di conoscere la normativa in materia di associazioni mettono nei guai molti presidenti di Associazioni.

Proprio per questo non smetterò mai di ripeterlo:

rivolgiti solo ad ASSOCIAZIONISTI, ossia a professionisti che si occupano SOLO di Associazioni e che non possono fare minestroni con la normativa del profit!

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Esenzione IVA Ostelli per la gioventù: una opportunità per Enti ed Associazioni https://www.teamartist.com/blog/2017/03/10/esenzione-iva-ostelli-per-la-gioventu-una-opportunita-per-enti-ed-associazioni/ https://www.teamartist.com/blog/2017/03/10/esenzione-iva-ostelli-per-la-gioventu-una-opportunita-per-enti-ed-associazioni/#comments Fri, 10 Mar 2017 13:48:47 +0000 http://www.teamartist.com/blog/?p=10525 Il comma n. 21 dell'art. 10 del dpr 633/73 manda esenti da Iva le prestazioni rese dagli Ostelli per la Gioventù. Ma quando un Ostello è davvero tale ed ha diritto a godere di questa agevolazione?

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Alcuni giorni fa il Presidente di una Associazione no profit che gestisce un Ostello per la Gioventù ci ha posto un quesito molto interessante rispetto alla possibilità o meno di considerare la propria attività esente iva. Come spesso accade l’approfondimento che abbiamo dovuto fare ha portato ad un tale sforzo di studio che abbiamo deciso di renderlo pubblico e metterlo a disposizione di tutti anche perchè Googlando l’unico articolo che si trova online, tra l’altro di una autorevole testata fiscale, è del 2007 e quindi gravemente non aggiornato.

Partiamo quindi dal D.P.R. N°633/1972 – Istituzione e disciplina dell’IVA (Imposta sul Valore Aggiunto) lo strumento che in Italia determina quando si debba pagare o meno l’iva.

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Il comma 21 dell’articolo 10 del D.P.R. N° 633/1972 e l’esenzione degli Ostelli per la Gioventù

Per prima cosa è utile copia-incollare l’esatta dicitura di questo comma:

“21) le prestazioni proprie dei brefotrofi, orfanotrofi, asili, case di riposo per anziani e simili, delle colonie marine, montane e campestri e degli alberghi e ostelli per la gioventù di cui alla legge 21 marzo 1958 n. 326, comprese le somministrazioni di vitto, indumenti e medicinali, le prestazioni curative e le altre prestazioni accessorie;”.

Leggendo questo comma di esenzione saltano subito all’occhio due elementi principali. Il primo è che il Legislatore accomuna diverse categorie di attività a cui riconosce, evidentemente, un alto valore ed utilità sociale: valore che giustifica, appunto, l’esenzione IVA. Vediamo queste categorie una per un e commentiamole:

  • Brefotrofio: è l’istituto che accoglie e alleva i neonati illegittimi, abbandonati o in pericolo di abbandono.
  • Orfanotrofio: è la struttura di accoglienza dove sono accolti ed educati i bambini orfani, e a cui vengono anche affidati minori abbandonati o maltrattati dai genitori naturali.
  • Asilo: la struttura educativa destinata ai bambini di età compresa tra 1 e i 2 anni e che precede l’ingresso alla scuola dell’infanzia.
  • Case di riposo per anziani e simili: alloggio ammobiliato multi-residenza destinato agli anziani almeno parzialmente autosufficienti.
  • Colonie marine, montane e campestri: strutture situate presso località di villeggiatura destinate al soggiorno di bambini e adolescenti che vi svolgono attività ludiche e ricreative.
  • Alberghi e Ostelli per la Gioventù di cui alla legge 21 marzo 1958 n. 326: struttura ricettiva dove gli spazi vengono solitamente condivisi con altri ospiti. Nella sua forma moderna nasce nel 1909 per consentire anche ai giovani meno abbienti di praticare il turismo. Le stanze sono spesso a più letti, solitamente sono attrezzate con letti a castello; anche gli altri spazi attrezzati, come le docce, la cucina, il salotto vengono condivise. L’ostello dovrebbe garantire il vantaggio di avere dei prezzi bassi per ogni ospite, inoltre c’è la possibilità che tra gli ospiti si formi un’atmosfera familiare, solidale e comunicativa.

La volontà del Legislatore è quindi chiarissima: tutte le attività di ospitalità che hanno una funzione sociale, sono agevolate con l’esenzione IVA. Da ciò ne deriva che è l’aspetto sociale in sè il valore che determina l’esenzione IVA e non, come qualcuno potrebbe credere, la tipologia dell’Ente che offre tali tipi di ospitalità (infatti se tale attività fosse solo per gli ostelli gestiti da Associazioni per i propri soci, l’esenzione iva non servirebbe a nulla perchè già opererebbe il comma 8 dell’art. 148 del TUIR!!!).

Il secondo elemento che salta subito all’occhio è il riferimento alla legge  21 marzo 1958 n. 326 che porta inevitabilmente allo studio del prossimo paragrafo.

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Chi e come stabilisce oggi se una attività di ospitalità di turisti è un Ostello per la Gioventù o meno

Questa la prima vera complicazione (che porta al quesito del nostro lettore e quindi a questo articolo). Perchè il D.P.R. N° 633/1972 cita ancora una legge… ormai abrogata sin dal 2o11! Con il DECRETO LEGISLATIVO 23 maggio 2011, n. 79 infatti, dal titolo: “Codice della normativa statale in tema di ordinamento e mercato del turismo, a norma dell’articolo 14 della legge 28 novembre 2005, n. 246, nonché attuazione della direttiva 2008/122/CE” all’articolo n°3 “Abrogazioni” si riporta definitivamente che: “1. Dalla data di entrata in vigore del presente decreto sono abrogati: (…)  d) la legge 21 marzo 1958, n. 326; (…)”.

Ovviamente appare chiaro che il DL 79/2011 sostituisce il DL 326/1958 anche agli effetti dell’esenzione IVA (ed infatti nell’ultima circolare dell’Agenzia delle Entrate la in cui si parla degli Ostelli per la Gioventù – CIRCOLARE N.31/E del 15 LUGLIO 2016, pagina 6- la legge del 1958 non viene più citata e si chiarisce che gli Ostelli per la Gioventù gestiti da Cooperative o Consorzi – è quindi palese che l’AdE stessa considera superato il concetto che debbano essere per forza gestiti da Enti o Associazioni – per gli effetti dell’Articolo 1, commi 960, 962 e 963 della legge 28 dicembre 2015, n. 208, legge di stabilità 2016 –  non debbano più godere dell’esenzione IVA ma dell’aliquota agevolata al 5%). Vediamo quindi cosa si stabilisce oggi rispetto agli Ostelli per la Gioventù. Intanto al capo II articolo 1 lettera f definisce gli Ostelli per la Gioventù come “Strutture Ricettive Extralberghiere”. Ma l’aspetto più interessante è questo: al capo II articolo 12 comma 7 si stabilisce che:

7. Gli ostelli per la gioventù sono strutture ricettive per il soggiorno e il pernottamento, per periodi limitati, dei giovani e dei loro accompagnatori, gestite, in forma diretta o indiretta, da enti o associazioni.

e  al capo II articolo 17 stabilisce che sono gli Sportelli Unici ad autorizzare l’apertura (e quindi il riconoscimento) degli Ostelli per la Gioventù.

Ed infatti tutti gli uffici SUAP dei Comuni italiani oggi hanno una pratica specifica per la richiesta di apertura degli Ostelli per la Gioventù (che, di solito, variano da Regione a Regione perchè, come sappiamo, le competenze turistiche dopo la Riforma Costituzionale del 2001 sono passate dallo Stato alle Regioni) che prevede requisiti particolari che devono essere rispettati per le strutture. Vi elenchiamo alcuni di questi requisiti tipici:

  • camere e  camerate  con  servizi  igienici  disposti  in  settori separati per uomini e per donne;
  • una cucina comune dove gli  ospiti  possano  preparare  il  loro cibo;
  • uno o più locali comuni di ritrovo;
  • impianti antincendi;
  • mensa  economica  per gli ospiti (opzionale).

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Come si riconosce se un Ostello per la Gioventù è realmente tale o è un Albergo “camuffato” per avere l’esenzione IVA

Dobbiamo rifarci alle definizione dell’articolo di Legge qui sopra riportato, senza cadere nella trappola di pensare a “quando ero giovane io e giravo l’Europa con lo zaino in spalla“. Il Legislatore infatti nel 2011 aveva capito che il mondo era cambiato rispetto al 1958. Vediamo quindi le caratteristiche:

  1. Strutture ricettive per il soggiorno e pernottamento: in pratica sono strutture in cui si ospitano le persone non solo per dormire (quindi non devono avere solo camere da letto) ma anche per soggiornare (e quindi devono esservi spazi comuni come: aree svago, bar, cucine) e costruire uno spirito di aggregazione e interfaccia, come punto di incontro e interscambio.
  2. Per periodi limitati: sono strutture per Turisti e non posti letto per persone che si sono trasferite in questa o quella città e cercano una soluzione a basso costo per dormire.
  3. Dei giovani e dei loro accompagnatori: sono strutture che nascono per permettere ai ragazzi anche con poca disponibilità di economica di girare e scoprire il mondo a basso costo (ecco perchè c’è l’esenzione IVA!) riconoscendo nell’incontro tra culture diverse un alto valore formativo e di investimento sul futuro delle nuove generazioni.
  4. Gestite in forma diretta o indiretta da enti o associazioni: non importa chi eroga questa attività. La definizione giuridica di Ente è estremamente aperta: istituzione organizzata per determinati fini (ad esempio, nel diritto italiano, una fondazione, una società etc).

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L’errore: considerare esente l’attività solo in base alla natura giuridica di chi la eroga

Così come per brefotrofi, orfanotrofi, asili, case di riposo per anziani e colonie , anche nel caso degli Ostelli per la Gioventù l’esenzione IVA non è assolutamente legata alla natura giuridica di chi offre il servizio (e se si tratta quindi di enti profit o no profit) come in altri commi dell’articolo 10 del DPR 633/1972, bensì alla natura del servizio stesso. Al Legislatore quindi non interessa se aiuti un anziano solo o (ospiti un giovane squattrinato) guadagnandoci o meno: l’importante è che tu lo faccia!

Ci dispiace quindi dare una risposta negativa al nostro lettore: l’attività di Ostello per la Gioventù, perchè sia in esenzione iva, non deve necessariamente essere svolta da una Associazione 🙁 Ciò non toglie però che sia una splendida opportunità per qualsiasi tipo di Associazione, perchè si tratta sicuramente di una attività compatibile.

Certo, nulla toglie che una Associazione, magari di Promozione Sociale aderente al DL 383/2000 possa offrire come attività istituzionale (e quindi non Esente IVA ma proprio completamente de-fiscalizzata, non imponibile) una attività ricettiva aperta ai propri associati, come previsto dal comma 3 dell’art. 31: “Le associazioni di promozione sociale sono autorizzate ad esercitare attività turistiche e ricettive per i propri associati. (…)“. Ma questa si tratta di un’altra casistica non applicabile agli Ostelli per la Gioventù. Come si potrebbe infatti mai conciliare il rendere soci i propri ospiti (che, come abbiamo visto, devono soggiornare solo per “periodi limitati” col principio inderogabile per tutte le Associazioni no profit italiane della “non temporaneità del vincolo associativo” (il principio cioè che è necessario per distinguere un cliente da un socio).

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I controlli dei Comuni per le  tasse di soggiorno

Questo articolo interessa anche la Polizia Locale di tutti quei comuni che ospitano sul proprio territorio un Ostello per la Gioventù. Perchè un’altra agevolazione (che è in linea con l’Esenzione Iva) è la tassa di soggiorno ridotta… che è giusto sia riconosciuta solo se l’Ostello è realmente tale.

 

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Chiudere un’Associazione e riaprirla subito dopo: pensi di essere furbo? https://www.teamartist.com/blog/2017/01/02/chiudere-associazione-per-riaprirla-subito-dopo/ https://www.teamartist.com/blog/2017/01/02/chiudere-associazione-per-riaprirla-subito-dopo/#comments Mon, 02 Jan 2017 16:54:47 +0000 http://www.teamartist.com/blog/?p=10417 In questi anni ho visto, letto, ascoltato ed incontrato migliaia di Presidenti di Associazioni No Profit. Di questi un grandissimo numero aveva da poco capito (spesso proprio grazie a noi) che aveva gestito sino a quel momento la propria Associazione nel modo sbagliato (in alcuni casi proprio non l’avevano gestita, omettendo di tenere il Libro […]

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In questi anni ho visto, letto, ascoltato ed incontrato migliaia di Presidenti di Associazioni No Profit. Di questi un grandissimo numero aveva da poco capito (spesso proprio grazie a noi) che aveva gestito sino a quel momento la propria Associazione nel modo sbagliato (in alcuni casi proprio non l’avevano gestita, omettendo di tenere il Libro Soci, il Libro Verbali e di fare i Rendiconti Economici Finanziari Annuali), rischiando l’accusa di EVASIONE FISCALE ed importanti SANZIONI (che, nella nostra esperienza, vanno dai 5mila ai 250mila euro per anno fiscale sottoposto a controllo).

Sai qual è la furbata tipica che tutti pensano di fare per rimediare (non fare quella faccia, sono sicuro che almeno una volta è venuto in mente anche a te)?

Semplice, chiudere la vecchia Associazione per riaprirne subito una nuova (spesso con lo stesso nome – o simile -, la stessa sede legale, lo stesso responsabile legale e lo stesso patrimonio, trasferito come se nulla fosse da una all’altra). Perchè? Semplice, in tanti sono convinti – sbagliando – che chiudendo l’Associazione nessuno debba più rispondere allo Stato o al Fisco Italiano di quanto è stato fatto nel passato.

A volte mi sono anche sentito dire: “Ma me lo ha suggerito il mio Commerci...”. Ecco sappi che questo è un ottimo modo per riconoscere un pessimo professionista: se chi ti segue ti dice una stupidaggine del genere… ti conviene trovare subito un Associazionista (noi di TeamArtist siamo qui apposta)!

Perchè è INUTILE chiudere una Associazione che ha dei problemi?

Purtroppo (o per fortuna, dipende dai punti di vista) il Fisco italiano ha il diritto di CONTROLLARE fino a 5 anni solari del passato anche se l’Associazione è stata chiusa. E avviene più spesso di quanto tu possa pensare, te lo assicuro. Anche perchè queste chiusure/riaperture (che spesso avvengono sotto la competenza dello stesso Ufficio dell’Agenzia delle Entrate) svegliano il… can che dorme. Sono infatti un chiaro campanello di allarme che qualcuno ha qualcosa da nascondere e spesso si ottiene lo splendido risultato di ottenere 2 CONTROLLI FISCALI AL PREZZO DI UNO!

Perchè è SBAGLIATO chiudere una Associazione che ha dei problemi?

Beh, ma se chiudo e riapro, che male c’è? Tanti i rischi di ricevere una multa sono gli stessi e almeno con quella nuova riparto da zero senza gli errori che mi trascinerei dal passato se tenessi aperta la vecchia”. C’è un punto che ti  sfugge quando fai questo ragionamento, molto importante: se chiudi la tua Associazione vecchia, in caso di controllo e di sanzione su di essa, NON POTRAI USARE i SOLDI o il Patrimonio trasmessi a quella nuova per pagare! Dovrà pagare, di tasca propria, l’ultimo Presidente in carica (NO, non necessariamente il Presidente dell’anno sottoposto a controllo, leggi questo nostro vecchio post per saperne il motivo).

Non solo. Se avrai cessato la vecchia Associazione, avrai anche cessato l’unica fonte di entrate legittima per andare a pagare l’eventuale sanzione, oltre a te! Infatti se l’Associazione sottoposta a Sanzione può usare le proprie risorse già disponibili per pagare ma anche quelle che eventualmente andrà ad incassare negli anni successivi… ma se tu l’hai chiusa non lo potrà fare! E quella nuova NON può accollarsi i debiti di quella vecchia!

L’unico caso in cui ha senso chiudere una Associazione per riaprirne una nuova

È il caso del cambio di Presidenza. Deve subentrare un nuovo Presidente che non ha intenzione di accollarsi le magagne lasciate dal precedente (capita spessissimo), ci incarica di fare una Ispezione Fiscale Simulata all’Associazione (spesso facciamo veri e propri Audit in questo senso) e quando si capisce che il passato non è recuperabile se non con sforzi enormi e grandi rischi, si opta per la chiusura-riapertura. Certo è una scelta forte perchè è si negli interessi del nuovo Presidente… ma contro gli interessi di quello precedente!

Le varianti alla furbata: denunciare il furto/ smarrimento/ incendio dei documenti, oppure distruggerli

No, seriamente: pensi di essere più furbo o averne viste di più di un ispettore fiscale o di un finanziare? Pensi che stiano tutto il giorno a girarsi i pollici e siano dei gonzi? SBAGLI! Lottano contro i criminali ogni giorno e ne hanno viste così tante che tu, persona perbene che per la sua Associazione No Profit spesso ci rimette, non puoi nemmeno immaginare.

La “furbata” classica che si inventano i Presidenti di Associazione è il “furto dei documenti sociali” con tanto di denuncia ai Carabinieri , oppure lo “smarrimento” durante il trasloco della sede sociale (ne parliamo in questo vecchio post). L’ultima che ci hanno raccontato è di un presidente che ha preso un bacino d’acqua, cha messo dentro della terra e poi tutti i documenti all’interno per un giorno; quindi ha estratto il blocco di carta e lo ha lasciato asciugare… pensando di raccontare agli ispettori che l’Associazione ha subito un alluvione e che i documenti andarono a bagno.

Sai cosa succede in caso di controllo Fiscale? Semplice, che ti chiederanno di produrre comunque tutti questi documenti, al limite di rifarli. E se non lo fai, sarà come se tu non li avessi mai avuti… Questo te lo spiegano fin dal primo secondo nel “mandato” che hanno in mano quando arrivano a farti il controllo fiscale (vedi l’immagine qui sotto), dove si dice, che: “(…) la dichiarazione di non possedere libri, registri, documenti e scritture (compresi quelli la cui tenuta e conservazione non è obbligatoria), resa dal contribuente nel corso di un accesso, opera la preclusione della inutilizzabilità degli stessi a proprio favore in sede amministrativa o contenziosa“.

Se poi la stessa dichiarazione è FALSA o, in quanto diretta a impedire l’ispezione del documento, rappresenta un sostanziale rifiuto di esibizione, accertabile con qualunque mezzo di prova e anche attraverso presunzioni, si peggiorano le cose perchè si tratta di un REATO PENALE (c’è la galera, non so come spiegartelo in altro modo).

E mentre cercherai di raccontare quella balla ti guarderanno negli occhi pensando l’equivalente del detto Napoletano: “Uagliò, accà nissciuno ‘è fesso!“.

Qui un pezzo di VERO verbale ad una Associazione No Profit in cui si riassumono tutti questi concetti:

Verbale ispezione fiscale ad Associazionea

Stralcio di un verbale di una ispezione fiscale ad una Associazione No Profit

Come si chiude una Associazione

Lo spieghiamo molto bene in questo post. Dove capirai anche che nn è proprio una passeggiata e ce ne è di roba da fare.

Come si costituisce una nuova Associazione

Ti consiglio di scaricare, leggere e studiare la nostra guida che trovi in questa pagina.

Cosa devi fare se almeno una volta hai avuto questa idea

Dai retta a me. Ḕ arrivato il momento di fare una nostra Ispezione Fiscale Simulata per capire i rischi che stai correndo e come correre a dei ripari VERI e non delle furbate che ti porteranno solo più guai che benefici.

 

 

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La Bacheca dei soci di una Associazione: un obbligo da rispettare https://www.teamartist.com/blog/2016/11/28/la-bacheca-dei-soci-di-una-associazione-un-obbligo-da-rispettare/ https://www.teamartist.com/blog/2016/11/28/la-bacheca-dei-soci-di-una-associazione-un-obbligo-da-rispettare/#comments Mon, 28 Nov 2016 16:45:29 +0000 http://www.teamartist.com/blog/?p=10374 Dove va posizionata, cosa dovrebbe contenere e come utilizzarla a vostro favore in caso di Ispezione Fiscale

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Nel 99% degli Statuti che prediamo in mano di voi Associazione si cita la Bacheca Soci come il luogo dove andare a posizionare la convocazione dell’Assemblea dei soci. Salvo poi scoprire parlando con voi che nella gran parte dei casi dovrebbe essere posizionata presso la sede legale… la quale molto spesso è l’abitazione del Presidente.

Morale? Spesso la Bacheca dei Soci… non esiste!

Ma questo non va affatto bene. Perchè quando non si rispettano le regole del proprio Statuto è facile dimostrare che l’Associazione… non è realmente tale (come dico ai nostri Corsi & Convegni, lo Statuto è il Vangelo dell’Associazione… e si dovrebbe sia conoscerlo che rispettarlo).

Dove posizionare la Bacheca dei Soci?

Il posto migliore è all’ingresso della vostra sede operativa (se il vostro statuto dice “sede legale” sarà meglio andare a modificarlo) in un punto bene in vista. L’Associazione ha tutto l’interesse che sia più visibile possibile.

Cosa dovrebbe sempre contenere la Bacheca dei Soci?

Intanto, soprattutto nelle Associazioni con sedi condivise con altri, un bel cartiglio in alto con scritto esplicitamente “Bacheca dei Soci dell’Associazione XY”. Poi:

  1. Copia dello Statuto aggiornato e registrato dell’Associazione;
  2. La Convocazione dell’ultima Assemblea dei Soci (in particolare quelle per l’approvazione annuale del REFA e per l’elezione del Direttivo);
  3. Copia dell’ultimo REFA approvato;
  4. Copia del/i Certificato/i di affiliazione agli Enti Nazionali cui l’Associazione è affiliata;
  5. (Solo se l’Associazione è sportiva) Copia dell’iscrizione al Registro del CONI;
  6. Foto, articoli che dimostrano il raggiungimento degli scopi sociali.

Cosa fare in caso di Ispezione Fiscale?

In molti non lo sanno ma è diritto di ogni Associazione sottoposta a verifica fiscale, rilasciare dichiarazioni che debbano essere verbalizzate. Una Bacheca ben fatta e tenuta è un ottimo strumento di autotutela. In caso di verifica fatela fotografare e imponente che la foto, cona la descrizione delle bacheca, sia messa a verbale.

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https://www.teamartist.com/blog/2016/11/28/la-bacheca-dei-soci-di-una-associazione-un-obbligo-da-rispettare/feed/ 16 10374
Come fare le Assemblee dei soci dell’Associazione con Facebook https://www.teamartist.com/blog/2016/11/24/come-fare-le-assemblee-dei-soci-dellassociazione-con-facebook/ https://www.teamartist.com/blog/2016/11/24/come-fare-le-assemblee-dei-soci-dellassociazione-con-facebook/#comments Thu, 24 Nov 2016 17:04:38 +0000 http://www.teamartist.com/blog/?p=10358 Comode per tutti i soci, economiche, partecipate, più lunghe ed efficaci. Ottime per redarre verbali migliori... e a norma di legge!

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Come abbiamo già discusso in altri articoli la partecipazione dei soci di una Associazione alle Assemblee (Ordinarie o Straordinarie) è un elemento molto importante. Una scarsa partecipazione infatti viene spesso utilizzata come indizio per dichiarare che l’Associazione non è tale nella sostanza.

Il ragionamento è molto semplice. Associazione = Soci che portano avanti insieme lo Scopo Comune dell’Associazione (le finalità) => se i soci non partecipano alle Assemblee (e cioè i momenti più importanti di ogni Associazione), l’Associazione non esiste.

Ma ci sono casi in cui riuscire ad avere delle assemblee partecipate è davvero molto difficile. Prendiamo ad esempio:

  • Le Associazioni con un numero di soci anche basso ma molto lontane tra loro, magari sparse in tutta Italia (abbiamo come cliente una associazione di costruzione di navi nelle bottiglie: 200 persone sparse dal Piemonte alla Puglia).
  • Le Associazioni con un altissimo numero di soci, talmente alto che è anche difficile trovare uno spazio che li contenga tutti (la nostra Associazione cliente più grande conta 33mila soci… servirebbe uno Stadio).

Per questo motivo è già prassi comune organizzare Assemblee online e non più “fisiche”. Ci sono software dedicati che fanno ciò (di uno di questi abbiamo anche parlato in questo blog) che hanno passato anche il vaglio legale (superando ogni grado di giudizio) dello Stato che ha deciso che hanno assoluto valore (mettendo il cuore di pace di chi sosteneva che le Assemblee si dovessero per forza tenere “di persona”).

Ma un nostro cliente poco tempo fa (grazie Luca!) mi ha mostrato un sistema che si è inventato da solo utilizzando la popolare piattaforma Facebook. L’ho analizzata (devo dire all’inizio con molta diffidenza) ed ho scoperto… che è perfetta! Per questo motivo ho deciso di metterla a disposizione di chiunque.

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Attenzione allo Statuto

Per prima cosa devi controllare lo Statuto della tua Associazione e capire se impedisce le Assemblee telematiche oppure impone esplicitamente le Assemblee “fisiche”. Solitamente gli Statuti parlano genericamente di “Assemblee” senza entrare nel dettaglio di come si debbano svolgere. Si entra solo nel merito delle modalità di convocazione e dei quorum per la validità e della partecipazione. In ogni caso se ritieni che lo Statuto debba essere modificato ti consiglio il nostro servizio di Revisione Statuti.

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I primi passi su Facebook per cominciare

  1. Realizza un Gruppo dell’Associazione su Facebook (se non sai cosa sia e come si faccia, leggi qui).
  2. Iscrivi i tuoi soci già su Facebook nel Gruppo.
  3. Invita i tuoi soci che non hanno un profilo su Facebook via email/whatsapp/sms o altro a iscriversi e ad entrare nel Gruppo.
  4. Crea un Evento denominato “Assemblea soci del –/–/–“. Se hai prima e seconda convocazione puoi fare due eventi (leggi qui come si fa).
  5. Invita tutti i soci presenti nel gruppo a confermare la propria partecipazione a uno o entrambi i due eventi.

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La Convocazione dell’Assemblea: è fondamentale

La convocazione è uno degli aspetti più delicati. Ti consiglio di scrivere una nota simile:

La conferma di partecipazione all’Assemblea é consentita sin dalla data di pubblicazione del presente avviso. Ai fini della verifica del quorum costitutivo verranno considerati i partecipanti registrati entro le ore 21.00 del –/–/– per la prima convocazione – ed entro le ore 21.00 dell’–/–/– per la seconda.

Fino all’avvio dei lavori sarà possibile richiedere chiarimenti e/o integrazioni relativi all’eventuale documentazione predisposta e pubblicata all’indirizzo del gruppo. Constatata la validità dell’assemblea da parte del Presidente, verrà aperta, per un periodo di 24h, la discussione degli argomenti all’ordine del giorno.

Al termine della discussione il Presidente formulerà le proposte di voto e aprirа le votazioni per ulteriori 24h.

Al termine della seduta, ne verrà pubblicato il relativo verbale. Le votazioni per la sua approvazione si protrarranno per 24h.

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Il pagamento della quota sociale annuale per chi è in ritardo

I soci non in regola con il versamento delle quote associative annuali sono ammessi all’assemblea con diritto di intervento ma senza diritto di voto. Essi concorrono al raggiungimento del quorum costitutivo dell’assemblea.

I soci minorenni sono ammessi, con diritto di intervento, senza diritto di voto. Essi concorrono al raggiungimento del quorum costitutivo dell’assemblea. I loro tutori legali sono ammessi, senza diritto di intervento e senza diritto di voto. Essi non concorrono al raggiungimento del quorum costitutivo dell’assemblea.

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Modalità di versamento della quota sociale annuale

Se ancora non hai provveduto, puoi rinnovare la tua adesione all’associazione con il versamento della quota 20xx, pari a Euro xx,00, con le seguenti modalità (…).”

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Come fare le votazioni

Qui interviene un altro colpo di genio. Facebook mette a disposizione uno strumento che si chiama “Sondaggio” (leggi qui come) che permette di mettere ai voti qualsiasi documento inserito all’interno dell’Evento (o anche qualsiasi altra cosa). Non solo, vi permette anche di registrare i voti esatti (chi ha votato per cosa, quanti voti favorevoli, quanti contrari, quanti astenuti).

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Come discutere l’ordine del giorno e raccogliere gli interventi 

Semplicissimo. All’interno dell’Evento si apre un post per ogni argomento posto all’ordine del giorno. Al di sotto di ogni post tutti i soci possono commentare, confrontarsi, anche litigare  se serve.

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Come verbalizzare l’Assemblea dei Soci

Come hai sempre fatto. Con l’aggiunta che puoi avere tutti gli screenshot che vuoi da mettere a verbale!

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Difetti di questo sistema

Non tutti hanno Facebook. Alcuni non si vogliono iscrivere proprio“. Se lo Statuto non esclude le Assemblee telematiche, il Consiglio Direttivo ha il diritto/dovere di decidere le modalità di svolgimento e se propone una piattaforma informatica, poco importa quale sia purchè… funzioni! La scusa che qualcuno non sia capace o non voglia usare questo sistema non può reggere di fronte alla volontà della maggioranza dei soci (espressa attraverso il Consiglio Direttivo eletto).

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Pregi di questo sistema

Questi i maggiori:

1. Aumenta la partecipazione dei soci: si abbattono le distanze (per cui anche i soci che vivono lontano dalla sede dell’associazione possono partecipare, compreso chi si muove per lavoro o, ad esempio, è anche malato);

2. Aumenta la durata delle Assemblee e quindi aumenta la possibilità che più persone possano intervenire. Con la procedura che vi ho suggerito qui sopra l’Assemblea dura 24 ore (ma può essere anche di più) contro le 3-4 di una Assemblea ordinaria standard. Tutti possono intervenire, tutti possono rileggere le opinioni altrui, tutti possono portare il proprio contributo. Chi ha esperienza delle Assemblee standard sa che spesso non si può nemmeno dare la parola a tutti…

3. E’ più semplice tenere traccia degli interventi e delle votazioni… e quindi i verbali sono più facili da fare e sicuramente più completi.

4. Facebook è la piattaforma informatica che prevede un login nominale più diffusa al mondo. Che senso ha insegnare ad usare nuovi strumenti software quando ce ne è già uno che fa al caso conosciuto e utilizzato almeno dal 50% dei vostri attuali soci? Inoltre è anche… gratuito! Se la montagna non va a Maometto… Maometto va alla montagna!

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https://www.teamartist.com/blog/2016/11/24/come-fare-le-assemblee-dei-soci-dellassociazione-con-facebook/feed/ 18 10358
Quali decisioni deve o può prendere il Presidente, il Consiglio Direttivo o l’Assemblea dei Soci? https://www.teamartist.com/blog/2016/10/20/quali-decisioni-deve-o-puo-prendere-il-presidente-il-consiglio-direttivo-o-lassemblea-dei-soci/ https://www.teamartist.com/blog/2016/10/20/quali-decisioni-deve-o-puo-prendere-il-presidente-il-consiglio-direttivo-o-lassemblea-dei-soci/#comments Thu, 20 Oct 2016 10:16:20 +0000 http://www.teamartist.com/blog/?p=10326 Chi decide cosa in una Associazione? Chi ammette i nuovi soci, chi firma un contratto di collaborazione, chi modifica lo Statuto... tutto quello che serve sapere per non fare gli errori più banali.

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Questa è una domanda che mi viene rivolta molto spesso ed è arrivata l’ora di dare una risposta a tutti, pubblica e definitiva. Può sembrare banale ma non lo è: sia perché a molte decisioni sono legate delle responsabilità (e quindi se vengono prese dall’organo sbagliato non hanno valore) sia perché sbagliare può voler dire anche perdere molto tempo sia nelle procedure che nella burocrazia che ne deriva.

ATTENZIONE! Molto di quello che è contenuto in questo articolo vale per il 90% delle Associazioni No Profit italiane. Il restante 10% ha uno Statuto-fai-da-te che probabilmente contiene delle regole diverse da quelle standard (e spesso tali da invalidarne lo status di no profit). Spesso vedo negli Statuti elenchi lunghissimi di cosa deve fare questo o quello: a volte sono proprio sbagliati (andando a distribuire in modo illecito le rispettive responsabilità) altre volte invece possono anche essere utili se, almeno, i soci andassero a rileggerli ogni tanto…

I 3 organi decisionali OBBLIGATORI di ogni Associazione No Profit

Che l’Associazione sia Sportiva Dilettantistica (ASD), di Promozione Sociale (APS), di Volontariato (OdV), ONLUS, Culturale Musicale/Teatrale/ Varia non cambia. Gli organi decisionali sono sempre questi 3: Assemblea dei Soci, Consiglio Direttivo e Presidente. Ma dove iniziano e dove finiscono le competenze e le responsabilità di ognuno di questi organi?

Prima di analizzarle una per una, vi do il:

==== PRINCIPIO GENERALE ====

1. L’Assemblea dei Soci è l’Organo di “indirizzo” -> che dà la direzione da prendere:  prende quindi le decisioni generali, strategiche. Come quali obiettivi raggiungere (legati allo Scopo Comune previsto dallo Statuto dell’Associazione) e con quali attività. Non ha senso che entri nel merito di come organizzare la singola attività. Esempio: l’Associazione ha come scopo sociale quello di promuovere la cultura musicale nell’infanzia. L’Assemblea dei Soci stabilirà gli obiettivi da raggiungere (quanti e quali corsi svolgere durante l’anno, quanti nuovi allievi raccogliere) e magari che venga organizzato un saggio di fine anno.

2. Il Consiglio Direttivo è l’Organo “esecutivo” -> che esegue le decisioni dell’Assemblea dei Soci: prende quindi le decisioni che permettono di realizzare le diverse attività indicate dall’Assemblea dei Soci. Esempio: per organizzare il Corso di flauto traverso serve trovare un insegnante e un’aula. Il Direttivo pubblica un annuncio per cercare l’insegnante e scrive al comune per trovare un’aula adatta. Fissa la retribuzione dell’insegnante e quindi il contributo dei soci per partecipare al corso. Entra quindi nel merito di come organizzare ogni singola attività e prende tutte le decisioni che hanno un importante impatto economico sull’Associazione.

3. Il Presidente è il responsabile legale dell’Associazione e Presi-ede (da Presi-dente) il Consiglio Direttivo: prende quindi le decisioni in merito all’organizzazione del Consiglio Direttivo. Quando convocarlo, con quale ordine del giorno etc etc. Rappresenta, in nome e per conto, sia l’Associazione in sè che l’Assemblea dei Soci. È lui quindi che apre e chiude conti correnti, che firma contratti e convenzioni, che rappresenta l’Associazione nei rapporti con i terzi.

==== LA GERARCHIA ====

Come avrai capito visto l’ordine i cui ho elencato gli organi decisionali, l’organo più importante è l’Assemblea dei Soci che, per questo motivo -> elegge il Consiglio Direttivo il quale a sua volta elegge al suo interno ->  il Presidente (il Presidente può anche essere eletto dall’Assemblea: io lo trovo scomodo ma non è illecito).

==== ENTRIAMO NEI DETTAGLI ====

L’Assemblea dei Soci (chi critica)

L’Assemblea dei Soci (composta da tutti i soci dell’Associazione maggiorenni ed in regola col pagamento della quota sociale minima obbligatoria per tutti) è il massimo Organo decisionale (si dice che è “sovrana” e cioè che comanda su tutta l’Associazione). Può quindi prendere ed imporre ogni decisione: dall’accendere un mutuo in Banca per costruire un ospedale, alla marca di sapone liquido per i bagni. Ma ci sono scelte che è indispensabile debba prendere, altre che sono utili ed altre ancora che sarebbero solo una perdita di tempo. Partiamo dalla scelte obbligatorie:

Assemblea Ordinaria dei Soci 

  • Si riunisce ogni anno almeno una volta (entro 4 mesi dalla chiusura dell’anno sociale) per discutere ed approvare il Rendiconto Economico Finanziario Annuale (REFA).
  • Alla scadenza del Consiglio Direttivo (che di norma non dovrebbe superare i 4/5 anni di vita) provvede ad una nuova elezione. NB: ha anche il potere di sfiduciare il direttivo ed eleggerne uno nuovo prima del tempo.

Assemblea StraOrdinaria dei Soci -> Si differenzia da quella ordinaria sia per i tempi di convocazione (maggior preavviso) sia per i numeri che servono per prendere le decisioni (sia in termini di soci che devono essere presenti sia in termini di voti favorevoli per decidere).

  • Decide sullo scioglimento dell’Associazione e sulla destinazione dell’eventuale patrimonio;
  • Decide sulle modifiche dello Statuto e sull’approvazione/modifica dei Regolamenti.

Il Consiglio Direttivo (chi “insegna”)

Il Consiglio Direttivo ha (come minimo) il compito specifico di approvare le richieste di iscrizione all’Associazione dei soci (potere non delegabile, come ho visto fare sbagliando tante volte, al Presidente o ad altri). Oltre ciò ha anche tutti i compiti esecutivi su tutte le scelte da prendere durante l’anno sociale, per raggiungere lo Scopo Sociale come da indicazione dell’Assemblea dei Soci. Prende le decisioni a maggioranza e in caso di pareggio, se è previsto dallo Statuto esplicitamente, il voto del Presidente vale doppio.

Il Consiglio Direttivo, composto solitamente in numero dispari da ALMENO 3 persone prevede per legge soltanto 2 figure obbligatorie al suo interno: il Presidente e 2 consiglieri. In molti statuti sono previste altre figure come Tesoriere, Segretario e VicePresidente. Vediamo i diversi compiti e poteri decisionali che hanno queste figure all’interno del Consiglio Direttivo.

  • Presidente: come detto Presie-de il Consiglio Direttivo, stabilisce luogo-data-ora delle riunioni e ne stabilisce l’ordine del giorno. A parte, di seguito nel Post, vedremo gli altri suoi poteri.
  • Segretario: manda le convocazioni del consiglio, redige i verbali e li invia a tutti i Consiglieri. In casi particolari li comunica anche ai soci (quando sono ritenuti di particolare importanza e che tutti ne debbano essere messi al corrente).
  • Tesoriere: incassa i soldi ed effettua i pagamenti, tiene in ordine la contabilità dell’Associazione, redige materialmente il REFA.
  • Consigliere: partecipa alle decisioni all’interno del Consiglio con diritto di voto (può non avere incarichi particolari e doversi limitare a votare).
  • Vice-Presidente: sostituisce il Presidente in caso di sua assenza temporanea.

NB: il Consiglio Direttivo ha anche il compito di approvare le richieste di iscrizione all’Associazione dei soci (potere non delegabile, come ho visto fare sbagliando tante volte, al Presidente o ad altri).

 Il Presidente (chi fa)

Come spiegato in altri post il Presidente è il Responsabile Legale dell’Associazione. A lui vanno tutte le rogne… ed è per questo che qualsiasi socio prima di criticarlo dovrebbe mettersi nei suoi panni. C’è un modo di dire molto volgare che esprime questo concetto che non scriverò, anche perchè ne ho trovato recentemente uno più elegante: “costruire le barricate con i mobili degli altri” oppure “essere generosi col portafogli altrui“.

Intanto: lo Statuto dell’Associazione può aver scritto al suo interno (a seconda di cosa avete voluto fare quando lo avete scritto) il Presidente può avere o meno i poteri di “ordinaria e straordinaria Amministrazione“. Non entro nel merito di cosa significhi perchè ci sono mille sentenze di giudici che dicono tutto e il contrario di tutto. Sappi soltanto che se il Presidente non ha i poteri di Straordinaria Amministrazione non potrà aprire un conto corrente senza una delibera del Consiglio Direttivo… (è l’unico caso pratico che abbia mai incontrato).

NB: se lo Statuto non prevede le figure di Segretario e Tesoriere (o queste cariche non sono state attribuite), il Presidente avrà su di sé i loro compiti.

 

La libertà di spesa del Presidente dei membri del Direttivo, dei soci e dei collaboratori

In teoria ogni spesa dovrebbe essere decisa dal Consiglio Direttivo PRIMA di essere fatta. Ma ci vuole buon senso. Posto che ogni spesa fatta coi soldi dell’Associazione (e ricordati che sconsiglio sempre di usare i contanti ma di lavorare con bancomat, carta di credito, assegni e bonifici in modo da avere tutto tracciato – al Fisco piace tantissimo che sia così) dovrebbe essere fatta direttamente dal Presidente o dal Segretario a seguito di una Fattura/Ricevuta Fiscale/ Scontrino INTESTATI all’Associazione (altrimenti potrebbero essere contestate come spese private fatte pagare all’Associazione come illecita ripartizione indiretta degli utili)… cosa fare se capita un’emergenza o un’occasione?

Facciamo degli esempi.

Il Presidente si trova al Centro Commerciale per i fatti suoi. Trova un’offerta di un gazebo a 300 euro che sa servire all’Associazione. È giusto che l’acquisti anche senza aver sentito il Direttivo.

Il Segretario si trova in una concessionaria per i fatti suoi. Vendono un Porsche Cayenne e lui pensa che si meriti di poter andare in giro a rappresentare l’Associazione con stile. Sarebbe un pazzo ad acquistarlo senza averlo deliberato in Direttivo.

L’insegnante di Flauto si trova in viaggio con i suoi allievi per un concerto. La macchina si rompe e devono dormire fuori. Si farà fare la fattura intestata all’Associazione dall’albergo e la spesa gli sarà rimborsata.

Un socio sta riparando la porta della sede dell’Associazione e deve comprare dei ricambi in ferramenta. Si farà fare la fattura intestata all’Associazione dal negoziante e la spesa gli sarà rimborsata.

 

 

 

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