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04 Luglio 2017

La Bufala del ritrovamento dello Statuto del 1899 del Milan

Giovanni Damiano Dalerba Scritto da Giovanni Damiano Dalerba
Categoria dell'articolo: Statuto e Dintorni
La Bufala del ritrovamento dello Statuto del 1899 del Milan

Premetto un paio di informazioni: chi scrive non è solamente, senza timore di smentita, il maggior esperto italiano di Statuti di Associazioni Sportive (è il mio lavoro e ne revisiono centinaia ogni anno insieme al mio staff; il più antico su cui abbia mai lavorato data 1872) ma è anche un appassionato bibliofilo (amo infatti i libri antichi e rari).

Per questo motivo non ho potuto fare a meno di sorridere quando ho letto l’articolo sul Corriere della Sera a firma di Giacomo Valtolina del 2 luglio 2017: “Storia del Milan: il cacciatore di tesori e i misteri del mito” in cui si racconta che un giovane numismatico, tale Marco Boscolo, avrebbe ritrovato nientemeno che “l’atto che certifica la fondazione della società (il Milan nda)” venduto poi all’asta per circa 100mila euro ad un tifoso collezionista.

Purtroppo basta vedere la foto riprodotta nell’articolo per capire che quel simpatico volumetto non è certamente l’atto costitutivo originale poichè è appunto stampato tipograficamente. L’Atto Costitutivo originale invece fu sicuramente scritto a mano e firmato in originale (come chiunque abbia fondato un’Associazione sa bene), con tutta probabilità davanti ad un notaio milanese.

Di cosa si tratta quindi? Banalmente di una copia dello Statuto (sicuramente realizzata qualche mese o qualche anno successivo alla data di fondazione del Milan) realizzata per essere distribuita a tutti gli associati in vista di qualche importante Assemblea dei Soci e poter dare a tutti di muoversi secondo le regole comuni. Mi azzardo a dire, conoscendo le caratteristiche della stampa tipografica (ai tempi non esistevano le fotocopiatrici e stampare un libro significava comporre a mano con caratteri di piombo mobili ogni singola pagina: costava quindi moltissimo) che, con tutta probabilità, ne furono stampati diverse centinaia.

Sono abbastanza certo che nelle biblioteche milanesi nei prossimi anni ne salteranno fuori altre copie… con grande dispiacere di chi oggi ha sborsato ben 100mila euro credendo di avere in mano un “pezzo unico”.

Chissà invece se tra le carte di qualche vecchia famiglia di notai/avvocati milanesi non salti fuori l’Atto Costitutivo originale, prima o poi. Quello sarebbe senza dubbio un documento con un certo valore.

Aspettiamo e vediamo.

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