Sono all’Aeroporto di Catania di ritorno da un Ispezione Fiscale Simulata, quando il mio sguardo si poggia su un articolo di giornale che mi fa fare un balzo sulla poltroncina della sala d’attesa (attorno a me, per fortuna, c’è solo il personale dell’aeroporto… sono ad un gate nascosto del piano terra ;).
Lo schifo è tale da farmi montare così tanta rabbia che ho voglia di urlare!
Sabato 19 sarò a Roma… cosa dovrò dire alle Associazioni che verranno ad ascoltarmi? Che se seguono i miei consigli saranno in
una botte de fero?
Forse oggi si, grazie alla Guardia di Finanza. Ma questo sarà un caso isolato?
Non lo so. Ma ricordatevi che questa storia è venuta a galla perchè qualcuno ha avuto il coraggio di ribellarsi, di non accettare certe porcate. Abbia(te)(mo) coraggio.
Roma, ricorsi fiscali pilotati: 13 arresti e perquisizioni
Coinvolti anche tre giudici tributari. Uno era già stato arrestato e condannato nel 2013. Nel mirino dell’inchiesta una ‘cricca’ in grado di far ottenere anche forti sgravi. Tra gli indagati a piede libero l’attore Massimo Giuliani.
13 persone sono state arrestate dalla Guardia di finanza del comando provinciale di Roma. L’operazione, denominata ‘Pactum sceleris‘ ha portato alla luce una organizzazione criminale che, stando alle accuse, dietro lauto compenso, garantiva ai contribuenti colpiti dagli accertamenti del fisco di uscire vittoriosi nei ricorsi presentati innanzi alle commissioni tributarie o di ottenere consistenti sgravi di imposte dagli uffici finanziari.
I giudici tributari arrestati sono: Luigi De Gregori, che già nel 2013 ebbe una condanna a 4 anni e 4 mesi di reclusione per fatti identici a quelli contestati oggi con i nuovi provvedimenti, Onofrio D’Onghia Di Paola e Salvatore Castello.
Le altre persone finite in carcere sono l’avvocato Giuseppe Natola, i commercialisti Rossella Paoletti e Salvatore Buellis, gli ex dipendenti di Agenzia delle Entrate Daniele Campanile e Sandro Magistri, il funzionario dell’Erario Tommaso Foggetti e il finanziere Franco Iannella. Ai domiciliari invece sono finiti i commercialisti David De Paolis e Aldo Boccanera nonché Alberto Bossi, dipendente della commissione tributaria regionale di Roma.
Tra gli indagati a piede libero c’è anche l’attore e doppiatore romano Massimo Giuliani, al quale viene contestato il reato di corruzione in atti giudiziari in concorso con il suo commercialista Salvatore Buellis, con la commercialista Rossella Paoletti, con il collaboratore di quest’ultima Daniele Campanile, già dipendente dell’Agenzia delle Entrate.
Il giudice della commissione tributaria Provinciale della Capitale, Luigi De Gregori, nel novembre del 2013 era finito in manette in flagranza di reato: finì nei guai per aver incassato una “mazzetta” da 6.000 euro che gli era stata girata da un avvocato di 71 anni che De Gregori aveva appositamente convocato a casa sua, invitandolo a chiudere “da gentiluomini” un contenzioso con il fisco che riguardava il figlio dello stesso difensore. Questi, che aveva registrato tutta la conversazione, mise il nastro a disposizione della polizia e su suggerimento degli agenti, si ripresentò da De Gregori con le banconote fotocopiate come prova dell’avvenuta concussione. Ed effettivamente quei soldi, pochi minuti dopo la consegna, furono trovati dai poliziotti in un cassetto della scrivania.
In precedenza, nel maggio del 2011, De Gregori convocò telefonicamente a casa sua il commercialista Arturo Mascetti per “presunti problemi ostativi all’accoglimento di due ricorsi” che il commercialista aveva presentato in commissione tributaria per conto del Centro Equestre Chiara Piccola contro una serie di accertamenti emessi dall’Agenzia delle Entrate. Mascetti, durante l’incontro, si sentì chiedere da De Gregori il pagamento di 15mila euro per vedere accolti i suoi ricorsi e condannare la pubblica amministrazione al pagamento delle spese, quantificate in 6mila euro. Non solo, ma De Gregori spiegò al commercialista che la sentenza “poteva essere predisposta” dallo stesso diretto interessato. L’affare non andò in porto perché Mascetti si rifiutò di pagare e preferì denunciare tutto ai finanzieri della compagnia di Velletri, i cui accertamenti diedero così il via all’indagine della Procura di Roma. Inutile dire che anche i ricorsi di Mascetti vennero bocciati.
De Gregori, due anni dopo, patteggiò la pena a 4 anni e 4 mesi di reclusione e, proprio in relazione a questa condanna, si trovava ancora agli arresti domiciliari quando gli è stato notificato il provvedimento in carcere del gip Simonetta D’Alessandro. I nove capi di imputazione che lo tirano in ballo fanno però riferimento a un arco temporale che va dal maggio 2011 al giugno 2013, quindi prima dell’episodio che ha determinato il primo arresto.
Le indagini condotte dalle fiamme gialle della compagnia di Velletri, hanno rivelato come, grazie al pagamento di ingenti somme o alla consegna di regalie di vario genere, numerosi contribuenti riuscissero ad ottenere indebiti sgravi di imposte dagli uffici dell’agenzia delle entrate o ad uscire vittoriosi nei contenziosi promossi davanti alla commissione tributaria regionale e provinciale di Roma contro gli atti di accertamento conseguenti alle verifiche subite dal fisco.
Le 13 persone arrestate, di cui otto uniti da un ‘vincolo associativo’ agivano, secondo gli investigatori, all’interno degli organi di appartenenza in base a ruoli ben precisi e all’esclusivo scopo di vanificare il lavoro di contrasto all’evasione fiscale. Il lavoro degli inquirenti prosegue per recuperare, da un lato, i proventi dei reati e, dall’altro, per ripristinare, e rinvigorire, i provvedimenti tributari indebitamente annullati dall’intromissione del gruppo criminale.
Le Agenzie delle Entrate ci tengono a precisare “che nessuna delle persone coinvolte è attualmente dipendente dell’amministrazione. Infatti, mentre uno degli indagati è in pensione dal giugno 2010, gli altri due sono stati licenziati senza preavviso dall’Agenzia, rispettivamente nel 2013 e nel 2015, in seguito a indagini interne che si erano concluse con l’adozione di diversi provvedimenti disciplinari. L’Agenzia delle Entrate condanna con fermezza i comportamenti illegali e scorretti a difesa dell’onorabilità di tutti i funzionari che operano quotidianamente con onestà e impegno al servizio dell’amministrazione finanziaria”, si legge in un comunicato.
Il percorso, spiegano gli investigatori, era noto solo agli addetti ai lavori ed era così rodato da garantire il pieno successo di tutti i ricorsi proposti contro gli atti di accertamento del fisco, anche dei più improbabili. Grazie, però, alle rivelazioni di un professionista, vessato dalle pressanti richieste della ‘cricca’, il muro di omertà ha cominciato lentamente a sgretolarsi e, tassello dopo tassello, è emersa una rete di losche relazioni tra alcuni infedeli giudici tributari, dipendenti, anche in quiescenza, dell’amministrazione finanziaria, civile e militare, avvocati, consulenti e commercialisti, finalizzata a sterilizzare, con ogni mezzo, l’attività di accertamento del fisco.
Buongiorno e grazie per questa possibilità veloce ( BLOG ) che ci date per dirimere qualche dubbio o perplessità che ogni tanto ci attanaglia !!!
La domanda: siamo una associazione che ha come finalità principale insegnare MUSICA ai ragazzi del territorio in cui viviamo.
Sappiamo che è possibile( semprechè loro lo voglianoi e ne facciano richiesta) avere tra i menbri del Consiglio Direttivo anche i maestri di musica che insegnano nella nostra scuola di musica.
Dato che questi " artisti professionisti " hanno una partita iva e quindi per le loro prestazioni( insegnare musica ai ragazzi ) emettono fattura, entrando a far parte del CD e quindi soci a tutti gli effetti, come si potrebbe rispettare ed ottemperare allo STATUTO che NON prevede questa forma di retribuzioni ? GRAZIE e cari saluti. Ennio.
Se emettono fattura sono equiparabili ad un qualunque altro fornitore, lo statuto vieta di pagare i fornitori?
Buongiorno,
la nostra associazione utilizza il programma Team Artist, ma siamo in una fase transitoria, purtroppo in questa fase, possono sfuggirci alcuni adempimenti.
In particolare ho bisogno di un vostro aiuto per capire cosa posso fare e cosa non devo fare in riferimento alle ricevute fiscali adatte alla detrazione per le dichiarazione dei redditi.
per quanto riguarda un "socio" maggiorenne, a richiesta si rilascia la relativa ricevuta.
Diverso è il caso del "socio" minorenne, permesso che ad ogni socio/ socio minorenne facciamo compilare dal candidato o genitore/tutore un modulo di richiesta per diventare socio, quando ci richiedono la ricevuta attualmente la intestiamo in caso di socio minore al genitore che ci chiede la ricevuta, che molte volte non coincide con il genitore/tutore che ha compilato il modulo di richiesta.
quesiti:
a) la ricevuta ai fini della detrazione della dichiarazione dei redditi va rilasciata solo al socio (anche se minorenne) senza menzionare il genitore/i o tutore?
b) nel caso in cui la ricevuta va emessa esclusivamente al socio o al genitore che ha firmato il modulo per il minore, come dobbiamo fare per le ricevute non regolari ?
Grazie
Giorgio
a)b) No, devi capire che cos'è una "Ricevuta". E' l'attestazione che "qualcuno" ha fisicamente pagato un bene o un servizio. Quel "qualcuno" DEVE essere l'intestatario della ricevuta. Se a pagare è stato il nonno del bambino... tu la ricevuta la DEVI fare a lui. Se è stato il bambino coi soldi del suo conticino... a lui! Ora, visto che le detrazioni per i corsi sportivi dei figli minorenni le possono fare solo i tutori legali... io immagino che siano questi a chiederti tali ricevute ed a questi che deve intestare la ricevuta SE e SOLO SE sono stati davvero loro a pagare. Altrimenti si compie un reato.