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09 Novembre 2015

Ma le Associazioni no profit devono pagare la SCF (Consorzio fonografici)?

Giovanni Damiano Dalerba Scritto da Giovanni Damiano Dalerba
Categoria dell'articolo: Gestione dell'associazione
Ma le Associazioni no profit devono pagare la SCF (Consorzio fonografici)?

Molte Associazioni No Profit ci segnalano di ricevere, da tempo ormai, una comunicazione di questo tipo:

Buongiorno,

a seguito della Sentenza della Corte di Cassazione del 2007 e del Tribunale di Milano del 2010 in allegato alla presente trasmettiamo informativa e modulo Licenza da compilare e restituire via fax al numero 02.94750990 oppure via email all’indirizzo SCFLicenze@scfitalia.it per regolarizzare la VS. posizione con SCF Consorzio Fonografici (Consorzio che tutela i diritti delle Case Discografiche) qualora Vi sia diffusione di musica registrata all’interno della struttura o durante le varie attività  della stessa.

Il compenso per i diritti connessi (ovvero quelli dovuti alle case discografiche) è autonomo e indipendente rispetto a quanto dovuto a SIAE. Chi diffonde musica REGISTRATA, anche a scopo non di lucro, deve riconoscerli entrambi. Siete pregati di allegare alla Licenza compilata la copia del certificato di adesione al Vostro Ente di Promozione Sportiva. Per ulteriori informazioni potete visitare il nostro sito www.scfitalia.it oppure contattarci telefonicamente allo 02.86882327.

Restando in attesa di VS. gentile riscontro ed a disposizione per qualsiasi eventuale chiarimento, porgiamo cordiali saluti.

Ufficio Licenze – SCF Consorzio Fonografici – Via Leone XIII, 14 – 20145 Milano

Tel: 02.86882327 – Fax: 02.94750990 – Email: SCFLicenze@scfitalia.it

 

Ed è chiaro che a tutti sorge spontanea una domanda: “Ma davvero dobbiamo pagare, oltre alla Siae, anche questo Ente?“. La nostra risposta al momento, purtroppo, non è certa. Stiamo infatti facendo delle verifiche con SCF perchè, a nostro parere, se la musica (quelli che loro chiamano “fonogrammi”) è diffusa non al pubblico ma solo ai soci dell’Associazione no profit, stando alle sentenze cui fanno riferimento, il compenso cui fanno riferimento NON DOVREBBE ESSERE DOVUTO.

 

Per questo motivo abbiamo mandato loro questa comunicazione ufficiale in data 2 Novembre 2015, cui attendiamo ancora risposta:

Cortesi Signori, rappresentiamo alcune centinaia di Associazioni no profit sul Territorio italiano che a noi si riferiscono per gli aspetti legali e fiscali connessi alle loro attività.

Una di queste afferma di aver ricevuto da voi una comunicazione nella quale richiedete di restituire compilato un modulo “qualora Vi sia diffusione di musica registrata all’interno della struttura o durante le varie attività della stessa”. Sempre nella stessa comunicazione affermate che “Il compenso per i diritti connessi (ovvero quelli dovuti alle case discografiche) è autonomo e indipendente rispetto a quanto dovuto a SIAE. Chi diffonde musica REGISTRATA in pubblico, anche a scopo non di lucro, deve riconoscerli entrambi”.

Ora, poichè molte di queste realtà ci chiedono se siano tenute o meno a fare quanto voi richiedete e se, più in generale, siano davvero tenute a riconoscervi tale compenso, siamo a chiedervi un confronto in merito ai seguente punto, per noi dirimente.

Voi affermate che tale compenso sia dovuto per chi diffonde musica REGISTRATA in pubblico: le Associazioni, di norma (se non in casi eccezionali) NON DIFFONDONO musica in pubblico, ma in privato: a questo scopo infatti l’accesso ai locali sociali è RISERVATA ai soli iscritti. Le norme sono molto chiare rispetto a quali siano le attività istituzionali di una Associazione (che hanno una natura di ambito privatistico, paragonabile al domicilio privato, ed è per questo che sono totalmente defiscalizzate) rispetto a quelle commerciali (che per loro natura sono invece rivolte al pubblico).

Questo principio è anche contenuto e ribadito più volte nella LDA 633/41 che parla sempre espressamente di “diffusione in pubblico”, nella sentenza sentenza n. 2289/2010 del Tribunale Civile di Milano (che parla di “esercizi pubblici”, fattispecie per le motivazioni sopra espresse non riconducibile tout court alle sedi delle Associazioni no profit).

A nostro parere quindi il compenso è a voi dovuto solo nei casi in cui le Associazioni no Profit riproducano musica in attività aperte al pubblico e non durante le proprie attività istituzionali riservate ai soci.

Nel merito di questo aspetto sono a richiedere un vostro parere.

Vi ringrazio, a presto.

Hanno scritto anche a voi e volete aiutarci?

Semplice, dichiarate loro che state attendendo che ci rispondano!

Scrivi la tua domanda GRATUITA qui

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49 risposte a “Ma le Associazioni no profit devono pagare la SCF (Consorzio fonografici)?”

  1. Rispondi
    marco gatti

    in questi giorni SCF sta tornando alla carica.
    hanno mai risposto alle vostre corrette e pertinenti istanze?
    saluti
    marco gatti

    • Rispondi
      TeamArtist

      No, ma voi usate musiche coperte dai loro diritti d'autore?

  2. Rispondi
    Gabriella

    Salve team! Innanzitutto grazie per le risposte dei mesi scorsi riguardo la questione SCF.
    ho un chiarimento da chiedere: la sede Uisp alla quale siamo affiliati come ASD mi dice che devo pagare la SCF entro il 30/11/16.
    pagherò per il 2017 e una annualità in più per il 2016 e un "tombale" degli anni precedenti.
    cosa mi consigliate?
    grazie anticipatamente.
    gabriella

    • Rispondi
      TeamArtist

      Ma voi usate musiche protette da SCF? Se si, perchè? Avete pensato ad usare musiche di NON loro clienti?

      • Rispondi
        GABRIELLA

        ammetto la mia ignoranza, non ho idea se utilizziamo musica protetta da SCF...
        Come posso scoprirlo?
        grazie

        • Rispondi
          TeamArtist

          Stiamo per scrivere un post al riguardo, a breve (in ogni caso puoi chiederlo direttamente loro...)

          • GABRIELLA

            credo che aspetterò il vostro post...
            sarà sicuramente più preciso ed attendibile! 🙂

  3. Rispondi
    Marco mariani

    Vorrei dire la mia su questo ennesimo diritto accampato, direi.

    I signori si rifanno a :I DIRITTI CONNESSI
    (come da:www.siae.it/it/diritto-dautore/diritti-connessi/i-diritti-connessi)

    I diritti connessi al diritto d’autore sono i diritti che la legge riconosce ad altri soggetti comunque collegati all’autore dell’opera. Si tratta degli artisti, interpreti o esecutori, dei produttori di supporti fonografici, dei produttori di opere cinematografiche o audiovisive, delle emittenti radiofoniche e televisive e così via. Sono coloro cioè che offrono l’opera alla fruizione del pubblico e sono anch’essi titolari di diritti patrimoniali e, in taluni casi, anche di diritti morali (artisti interpreti o esecutori).

    Ma essendo noi che diffondiamo l'opera durante la nostra attività, per assurdo potremmo quindi ritenerci esecutori e quindi avere anche noi diritto a tale compenso.

    Che ne pensate ho esagerato ?

    Cordiali Saluti
    Marco Mariani

  4. Rispondi
    GABRIELLA

    Salve! sono presidente di una ASD...sono stata contattata anch'io dalla SCF.
    noi usiamo musica solo durante le lezioni frequentate dai nostri iscritti, perciò non in un luogo pubblico....cosa devo fare????
    spero in una risposta celere perchè mi ricontatteranno sicuramente.
    grazie e buona serata.

    • Rispondi
      TeamArtist

      E' musica tutelata da diritto d'autore?

      • Rispondi
        GABRIELLA

        Sì....e usiamo cd originali....

        • Rispondi
          TeamArtist

          Quindi DOVETE pagare la SIAE, stante le attuali normative e le interpretazioni più diffuse (io nutro ancora parecchi dubbi ma non ti voglio mettere sulla cattiva strada). Nella bozza di riforma del settore no profit sportivo abbiamo messo una clausola per fare in modo che non sia più così in futuro...

          • GABRIELLA

            Dalle info che ho io e stando anche a quello che fanno le altre scuole di ballo che ho consultato noi abbiamo solo l'obbligo di usare CD originali e non di pagare la SIAE....(i locali sono frequentati solo dagli iscritti ai corsi).
            quando mi richiameranno quelli della SCF cosa devo dire loro?
            grazie ancora per l'aiuto.

          • TeamArtist

            No, se usa CD Siae, deve pagare la Siae e, ad oggi, probabilmente anche SCF.

  5. Rispondi
    GABRIELLA

    Buona sera team artist,
    ho ricevuto una telefonata da SFC che chiede il pagamento di questa cosa (che non ho capito cosa sia)...io sono presidente di una ASD e usiamo musica solo in privato e per i soci....devo pagare?.
    attendo una vostra risposta. grazie

    • Rispondi
      TeamArtist

      Secondo noi no, stiamo aspettando una risposta

  6. Rispondi
    Marco Tonti

    Come ogni anno, molti comitati Arcigay stanno organizzando le manifestazioni del Pride nelle varie città, nel nostro caso Rimini.

    È chiaro che una manifestazione aperta non può essere considerata rivolta solo ai soci, ma d'altra parte non c'è (né ci può essere nel nostro caso essendo Arcigay Rimini APS) scopo di lucro.

    Considerando tra l'altro che le manifestazioni dei pride sono sempre come le famose nozze coi fichi secchi, fatte a costo zero o addirittura rimettendoci, pagare anche SCF è una randellata mica da poco... quel peso in più che rischia di far andare nettamente sottozero i bilanci di molte di queste manifestazioni.

    Domande: (1) si paga in anticipo sui partecipanti stimati? (2) quali sono i loro poteri di verifica? (si legga: quante grane possono creare?) (3) quali possono essere le conseguenze? (4) se l'evento è fatto in collaborazione con locali che verosimilmente hanno già pagato SCF, si potrebbe far rientrare nei pagamenti già effettuati?

    • Rispondi
      TeamArtist

      1. Potete fare così
      2. Possono controllare il pagamento dopo la manifestazione
      3. Sanzioni
      4. NI, perchè se è un evento vostro dovreste pagarle voi

  7. Rispondi
    Alice

    Salve Team Artist!
    Stamattina ho ricevuto la solita telefonata settimanale da parte di SFC, inutile dire che han fatto di tutto per convincermi a pagare immediatamente, non solo!
    Ho detto che sto aspettando chiarimenti tramite la nostra commercialista e mi hanno detto che rispondono a tutti allo stesso modo: la tassa va pagata, esiste dal 2010 ed è retroattiva, dunque dovrò pagar loro anche per gli scorsi 6 anni.
    Vogliono i miei dati e dico loro: "ed inoltre sto attendendo che rispondiate a Team Artist" ... mi ha liquidata in tre secondi.
    Ecco, volevo rendervi partecipi!
    Grazie per le mail che ci mandate e Buon lavoro!
    Alice

    • Rispondi
      TeamArtist

      Bellissima! Grazie del racconto!!!! E se ci sono sviluppi... avvisaci 😉

      • Rispondi
        mara

        Buongiorno a tutti! Stamane ho aperto la posta della polisportiva per cui lavoro gratuitamente da cinque anni....volete sapere cosa ho trovato???
        Bhè, ben 6 fatture e dico 6 di sti XXXXXXX!!! Dato che il ns presidente aveva smesso di rispondergli al telefono, hanno pensato bene di mandarci le fatture.
        Avete delle novità per favore? Noi non abbiamo intenzione di pagarle, in quante la ns. società opera con la musica solo ed esclusivamente durante i corsi che teniamo per coloro che si sono associati. Se avete news me le potete dare per favore? Grazie mille e buona giornata a tutti!

        • Rispondi
          TeamArtist

          Al momento purtroppo non abbiamo novità

  8. Rispondi
    gavino Domenico Floris

    Sono il presidente di una A.S.D.
    La legge 107/2015 ai commi 33 e 41 dell'art. 1 sistematizza l'alternanza scuola lavoro per l'a. s. 2015/16.
    Alcuni nostri atleti tesserati che attualmente frequentano il terzo anno di liceo hanno chiesto se, sia possibile esercitare il programma di "alternanza scuola lavoro" presso la nostra A.S.D..
    Credo che attualmente anche la scuola stia cercando di muovere i primi passi, io non ho idea di cosa sia.
    al momento sono abbastanza spiazzato, non so se sia una cosa fattibile, vi chiedo se possibile qualche lume in merito.
    Cordialmente vi Saluto, Gavino

    • Rispondi
      TeamArtist

      Legga il comma 34: 34. All'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 15 aprile
      2005, n. 77, dopo le parole: «ivi inclusi quelli del terzo settore,»
      sono inserite le seguenti: «o con gli ordini professionali, ovvero
      con i musei e gli altri istituti pubblici e privati operanti nei
      settori del patrimonio e delle attivita' culturali, artistiche e
      musicali, nonche' con enti che svolgono attivita' afferenti al
      patrimonio ambientale o con enti di promozione sportiva riconosciuti
      dal CONI
      ,».

  9. Rispondi
    giovanni

    salve ancora non ho capito un tubo apparte scf che non abbiamo mai pagato anche se abbiamo ricevuto una richiesta per la priva volta a febbraio di quest' anno, non li abbiamo mai tenuti in considerazione, ma la siae purtroppo l' abbiamo sempre pagata e oltrettutto certe batoste, fuori dal mondo, considerati ladri legalizzati anche perchè fanno i prezzi in base a come si svegliano la mattina almeno dalle nostre parti, abbiamo provato più e più volte cercato di capire come vengono conteggiati i costi, ma aime non ne siamo mai venuti a capo.
    Comunque apparte questa cos'è questa storia che le asd non sono tenute a pagare la siae vorrei qualche chioarimento in merito
    grazie

  10. Rispondi
    Cinzia Cieri

    Purtroppo dopo aver respinto per oltre 2 anni le loro richieste, abbiamo fatto intervenire la FIDS in merito. La stessa Federazione, dopo svariati nostri solleciti, ci ha inviato un documento dove dichiarano che "sono riusciti ad ottenere una tariffa scontata per tutte le associazioni loro affiliate " ma che la tassa era dovuta e che quindi dovevamo pagare. Purtroppo questo ulteriore tranello economico alla nostra Associazione è costato ben oltre 1.000,00€ Abbiamo anche specificato che, la maggior parte della musica che utilizziamo, è da noi auto prodotta e tra le altre cose venduta e divulgata con autorizzazione e bollino SIAE ma dallo scorso anno, abbiamo dovuto pagare ugualmente quanto richiestoci.

  11. Rispondi
    Raffaele

    IN 35 ANNI DI ATTIVITA' SPORTIVA DILETTANTISTICA NON ABBIAMO MAIO MESSO MUSICA SIA PER I SOCI CHE PER IL PUBBLICO.
    COMUNQUNE NON ABBIAMO RICEVUTO ALCUNA COMUNICAZIONE DALLA SCF LICENZE. PAGHIAMO REGOLARMENTE LA SIAE PER GLI INCASSI.

    CORDIALI SALUTI. Raffaele.

  12. Rispondi
    Michele Catuogno

    Chiedo scusa. Non ho ben capito se il dubbio sorge anche sul contributo SIAE o solo per quello ulteriore SCF in un'associazione senza scopo di lucro per le sue attività sociali (rivolte ai soci, in una struttura al chiuso..).
    Grazie

  13. Rispondi
    Roberta

    Assolutamente d'accordo con quanto affermate. Di più: non sono loro che decidono chi è il "pubblico". A parte il fatto che in proposito c'è la normativa europea, è bene sapere che un'associazione sportiva è "aperta al pubblico" se ad esempio una persona qualsiasi, passando davanti alla sua sede, accedesse e chiedesse di poter fare un allenamento o altro, pagasse l'esperienza singola e se ne andasse. Cioè se anche il non socio potesse accedere. Ma se questo non è possibile ( cioè se c'è solo attività istituzionale, non c'è pubblico. Inoltre non c'è scopo di lucro, in quanto se si possono gestire solo quote sociali, sappiamo che non sono neppure fiscalmente considerate "guadagno-lucro".Ad ogni buon conto ho un suggerimento: prendete un amico che suona uno strumento, fategli comporre ed eseguire musiche dal vivo, eventualmente registratele ed usatele: certo non rientrano né nel repertorio SIAE, né in quello SCF. Questo non per "evadere" ma per non sottostare ad una estorsione che vorrebbe essere considerata legalizzata.Questo perché il principio di giustizia è uno e semplice: nessuno si rifiuterebbe di pagare il giusto tributo, ma tutti si rifiutano di pagare il non dovuto.

  14. Rispondi
    Conti Stelio

    Sono a conoscenza che alcune società cooperative sportive dilettantistiche che gestiscono impianti sportivi quali centri sportivi comunali e/o piscine chiedono ai propri iscritti (anche se gli stessi non svolgono alcuna attività sportiva ma solo corsi - es. corso di nuoto) un certificato medico di tipo non agonistico in modo da rilasciare ricevute esenti iva dichiarando di tesserare i corsisti a enti di promozione sportiva riconosciuti dal Coni (es. Uisp - CSI).
    E' una pratica lecita?
    Se si, posso come presidente di una società di ginnastica affiliata ad un ente di promozione sportiva riconosciuto dal Coni, proporre corsi (es. di sci) ai miei associati rilascianti ricevute esenti iva?
    Spero di essere stato sufficientemente chiaro.
    Grazie e bravissimi.

    • Rispondi
      TeamArtist

      Lei è presidente di una società o di una ASD?
      Per le ASD, le ricevute dei corsi sono entrate istituzionali, esenti IVA

  15. Rispondi
    mariano

    Quindi?

  16. Rispondi
    Stefania

    Scusate ma allora i matrimoni, per esempio? Festa privata, accesso interdetto ai NON invitati.

    • Rispondi
      TeamArtist

      Salve, questo blog si occupa solo di associazioni no profit

  17. Rispondi
    Giorgio De Odorico

    Beh, non ci crederete ma ho appena ricevuto risposta dalla SCF, che provvedo ad inoltrarvi immediatamente per vostra azione.
    Per quel che mi riguarda, l'oggetto della mail è "SCF Consorzio Fonografici -SKATING CLUB AQUILE BIANCOROSSE - IR-IF-4757 (UISP)". Siccome non intendo più affiliarmi alla UISP, posso far leva su questo per non pagare l'obolo?

    Ecco qui il testo integrale .. lunghissimo:

    Buongiorno,
    pare opportuno, in primis, chiarire che la diffusione di musica registrata effettuata nei locali delle associazioni sportive, non può, in alcun modo, essere considerato un utilizzo privato del fonogramma.
    All’interpretazione degli art. 73 e 73bis della legge sul diritto d’autore, l. 633/1941, nel seguito l.d.a., (“Il produttore di fonogrammi, nonché gli artisti interpreti e gli artisti esecutori che abbiano compiuto l'interpretazione o l'esecuzione fissata o riprodotta nei fonogrammi, indipendentemente dai diritti di distribuzione, noleggio e prestito loro spettanti, hanno diritto ad un compenso per l'utilizzazione a scopo di lucro dei fonogrammi a mezzo della cinematografia, della diffusione radiofonica e televisiva, ivi compresa la comunicazione al pubblico via satellite, nelle pubbliche feste danzanti, nei pubblici esercizi ed in occasione di qualsiasi altra pubblica utilizzazione dei fonogrammi stessi. L'esercizio di tale diritto spetta al produttore, il quale ripartisce il compenso con gli artisti interpreti o esecutori interessati” e “Gli artisti interpreti o esecutori e il produttore del fonogramma utilizzato hanno diritto ad un equo compenso anche quando l'utilizzazione di cui all'art. 73 è effettuata a scopo non di lucro”) soccorre il secondo comma dell’art. 15 della stessa l.d.a. a norma del quale “Non è considerata pubblica la esecuzione, rappresentazione o recitazione dell'opera entro la cerchia ordinaria della famiglia, del convitto, della scuola o dell'istituto di ricovero, purché non effettuata a scopo di lucro”.
    Orbene, in tutte le ipotesi in cui è ravvisabile un utilizzo della musica tale da realizzare un superamento della “cerchia ordinaria” della famiglia, del convitto, della scuola o dell’istituto di ricovero, si ha certamente una pubblica esecuzione dell’opera.
    E la giurisprudenza concorda con una simile interpretazione, chiarendo come: “L’elencazione fatta nella norma, delle ipotesi nelle quali la cerchia ordinaria si specializza, chiarisce l’ambito qualitativo cui il legislatore vuole garantire una legittima esenzione dall’onere del compenso; si tratta di una cerchia consueta, assimilabile alla quotidianità della famiglia (…)” (Cass. N. 8304/1997).
    A sostegno di quanto sopra si aggiunga il dettato dell’art. 15-bis l.d.a. che prevede comunque l’obbligo di un compenso, seppur ridotto, anche quando “l’esecuzione avviene all’interno di centri o istituti di assistenza, o da associazioni di volontariato purché destinate ai soli soci ed invitate e sempre che non vengano effettuate a scopo di lucro”. Pertanto, come si può agevolmente derivare da una simile previsione, il legislatore della legge sul diritto d’autore, considera esecuzione svolta in pubblico, e quindi pubblica utilizzazione dell’opera, anche quella svolta nell’ambito di attività quali quelle delle associazioni sportive.
    A fronte di quanto sopra risulta chiara l’applicabilità degli artt. 73 e 73bis l.d.a.
    Certi, alla luce di quanto sopra, di aver chiarito la legittimità delle ragioni di SCF, La invitiamo all’invio della licenza, debitamente compilata e sottoscritta, evidenziando che la riproduzione e la pubblica diffusione di Fonogrammi del repertorio dei produttori fonografici mandanti e consorziati di SCF, effettuata senza che sia stata preventivamente richiesta e ottenuta apposita licenza rappresenta una lesione dei diritti dei produttori rappresentati da SCF, perseguibile sia in sede civile che in sede penale.
    Cogliamo l’occasione per porgere distinti saluti.

    Ufficio Licenze

    SCF Consorzio Fonografici
    Via Leone XIII, 14
    20145 Milano

    Tel: 02.86882327
    Fax: 02.94750990
    Email: SCFLicenze@scfitalia.it

    • Rispondi
      dmrmassimo

      Parlano di scuole e almeno per quanto ci riguarda la nostra associazione sportiva è una scuola di danza.
      Visto che inoltre la legge parla di sfera famigliare non vedo perché una associazione di volontari che si aiutano senza alcuno scopo di lucro per una causa comune non dovrebbe rientrare in questa definizione. Per la maggior parte sono minori aiutati dai loro genitori, che aiutano altri minori come una famiglia allargata.
      Ergo SCF verrà rimbalzata di nuovo se si fa viva, e se insistono il prossimo anno faccio togliere da AICF la nostra associazione, sperando che tanti altri facciano la stessa cosa per segnalare che non si deve dare corda a questi banditi.

      • Rispondi
        Viviana

        Temo che la risposta data da SCF a Giorgio De Odorico sarà la medesima che fornirà a Teamartist. Nella speranza che ci sia qualche nuovo risvolto attendo i vs aggiornamenti.

  18. Rispondi
    Giorgio De Odorico

    Ho ricevuto in data 27 Novembre 2015 la stessa lettera dalla SCF. Ho provveduto quindi a rispondere "che siamo in attesa di ricevere vostri graditi chiarimenti in risposta alla lettera inviataVi da Team Artist il 2 Novembre 2015, che qui riallego integralmente".
    Saluti

  19. Rispondi
    Nicola

    Ciao amici,
    anche a noi è arrivata la mail, ma se noi NON mettiamo proprio musica, dobbiamo pagare? possiamo cioè cestinare la mail senza fare alcuna comunicazione?
    Grazie
    Nicola

    • Rispondi
      TeamArtist

      No, non dovete pagare.

  20. Rispondi
    Riccardo

    Bravi TEAMARTIST...vediamo come va a finire.
    Grazie.

  21. Rispondi
    Roberta

    Anche con noi sono tornati ripetutamente alla carica, non solo per scritto ma anche per telefono: "se pagate la SIAE dovete pagare anche SCF".
    Ho risposto subito che io non pagavo SIAE, in quanto accertati come Associazione non profit dall'Agenzia delle Entrate; in quanto esercenti esclusivamente attività istituzionale rivolta ai soli soci, anche durante i saggi. In più noi avremmo una pianista ( che non sempre riesce a venire), per cui abbiamo registrato gli esercizi da lei suonati e li utilizziamo quando non c'è.
    Ribadisco quanto Voi correttamente avete sostenuto:
    Due sono le condizioni per pagare diritti (SIAE ed SCF)
    a) esecuzione in pubblico ( e sono esclusi i soggetti indicati nell'art. 15 della legge 633/41)e la definizione di pubblico è data dalla Legge Europea che lo indica con possibilità di accesso libero e volontario in qualsiasi momento;
    b) scopo di lucro ed è ora di finirla di permettere che si faccia di ogni erba un fascio, cioè di assimilare il non profit-quello vero- alle attività commerciali.
    Credo poi che sarebbe anche ora, almeno da parte di chi sa di essere nel giusto, di procedere a denunciare per stalking queste continue ed illegittime richieste di "pizzo, preteso come legalizzato".
    Ad ogni buon conto io ho trovato un valido supporto nell'ACSI a cui sono affiliata come ASD.

  22. Rispondi
    dmrmassimo

    Come già scritto altrove noi finora ci siamo rifiutati di cedere alle loro richieste, nonostante gli accordi che AICS ha forse frettolosamente concluso.
    Riprendendo il commento fatto altrove se devo pagare il progettista di una casa lo faccio una volta, e magari lo ripago se devo fare delle modifiche, quello che fa i mattoni lo paga l'impresa di costruzioni ma non certo ogni inquilino che subentra nell'affitto o proprietà del bene. Questo dice la logica, ma si sa le leggi e la loro interpretazione in Italia sono a volte disgiunte dalla logica.
    Bene che dal punto di vista legale facciate osservare il fatto essenziale della diffusione solo tra i soci.
    Se fossimo obbligati a pagare sarà solo la conferma che dovremo cercare di spostarci all'estero il prima possibile, abbandonando questo paese privo di ogni onestà.

  23. Rispondi
    Guido

    Questa battaglia la ricordo bene... Sono curioso di sapere come finisce!! Aggiornateci!!!