Attendi...

Scarica gratis la nostra NUOVA guida per evitare le multe

Per il nuovo GDPR Regolamento UE 2016/679 questa è una newsletter commerciale. Scopri di più.

Scarica gratis la nostra NUOVA guida per evitare le multe
Rimani sempre aggiornato, Diventa Fan di TeamArtist su Facebook!

Scarica gratis la nostra NUOVA guida per evitare le multe

Per il nuovo GDPR Regolamento UE 2016/679 questa è una newsletter commerciale. Scopri di più.

02 Maggio 2016

Quali sono le entrate istituzionali e quali commerciali in una Associazione

Giovanni Damiano Dalerba Scritto da Giovanni Damiano Dalerba
Categoria dell'articolo: Costituire Associazione
Quali sono le entrate istituzionali e quali commerciali in una Associazione

Ok, rimando da troppo tempo questo post. É arrivato il momento che ve ne parli e vi apra gli occhi.

Ne ho davvero sentite di tutti i colori e sono certo che moltissimi che leggeranno questo post non crederanno ad alcune delle cose che sono scritte e quindi cominceranno le domande ed una serie di “Ma a me hanno detto che…” – “Ma io sapevo che…” – “Ma quell’altra Associazione fa così…” – “Ma mio cuggino mi ha detto che una volta il suo commercialista gli ha detto che…“.

Questo quindi è uno di quei tipici argomenti di cui pensate di sapere tutto… ed invece spesso non sapete nulla (senza cattiveria eh… ma quando ci vuole, ci vuole). Ulteriore complicazione: esistono una montagna di eccezioni… tanto per complicare la vita di tutti noi.

 

PERCHÉ É IMPORTANTE CONOSCERE LA DIFFERENZA TRA LE DUE

Molto semplice. Le entrate istituzionali sono esentasse, le entrate commerciali (in 9 casi su 10) NO. Per avere entrate commerciali quindi le Associazioni devono avere (in 9 casi su 10) una Partita Iva ed emettere fatture, ricevute fiscali o scontrini oltre che poi decidere se aderire o meno al Regime 398/1991, fare il Modello Unico ENC (per pagare Ires e Irap), lo Spesometro (in alcuni casi anche gli Studi di Settore), le Dichiarazioni Iva, l’iscrizione alla Camera di Commercio etc etc.

Non solo, le Associazioni che hanno entrate commerciali nel 99% dei casi aderiscono al Regime Contabile Semplificato della legge 398/1991 il quale prevede il limite a 250mila euro l’anno di entrate commerciali (leggi questo post per approfondire). È quindi fondamentale per le Associazioni saper redigere correttamente il  REFA (Rendiconto Economico Finanziario Annuale, altrimenti detto “Bilancio”) per mostrare bene e in modo distinto questi due tipi di entrata (che vanno comunque ben evidenziati anche nel Registro Iva Minori).

 

LO STATUTO C’ENTRA… MA FINO AD UN CERTO PUNTO

Una serie infinita di persone in questi anni, sia di persona nel mio studio che via web nel nostro gruppo segreto per Super Dirigenti di Associazione su Facebook o ancora nei quesiti su questo blog è convinta di questo ragionamento che di solito gli ha messo in testa qualche professionista incompetente: “Tutte le entrate derivanti da attività previste negli Scopi o Finalità del vostro Statuto, sono Istituzionali“.

Questa frase è ambigua ed ha generato nel tempo una montagna di casini. Perchè un conto è cosa sia “istituzionale” per l’Associazione, un conto cosa sia “FISCALMENTE istituzionale” per lo Stato (e, appunto, il Fisco).

Quindi: se a Statuto avete scritto che la finalità dell’Associazione è la promozione dell’Arancia Rossa di Sicilia, questa è sicuramente una attività istituzionale ma se vi mettete a venderle (non importa a chi: soci o non soci) si tratterà sicuramente di una attività, fiscalmente, COMMERCIALE.

 

QUALI DOVREBBERO ESSERE LE ENTRATE ISTITUZIONALI A PRIORI (se siete davvero una No Profit in regola in tutto e per tutto).

  1. Le quote sociali e di tesseramento (se corrisposte dai Soci/Tesserati);
  2. Le quote per partecipare a corsi ed attività (se corrisposte dai Soci/Tesserati);
  3. Le erogazioni liberali (dette donazioni);
  4. Gli incasso di raccolte pubbliche di fondi.

Ma leggi tutto il post perchè è tutto molto più complesso di così!

 

QUALI SONO LE ATTIVITÀ COMMERCIALI A PRIORI

Quelle cioè che, a prescindere che siano previste nelle finalità della vostra Associazione (e quindi siano istituzionali per voi) sono COMMERCIALI per il Fisco Italiano.

  1. cessioni di beni nuovi prodotti per la vendita;
  2. erogazioni di acqua, gas, energia elettrica e vapore;
  3. gestione di fiere ed esposizioni a carattere commerciale;
  4. gestione di spacci aziendali e di mense;
  5. somministrazione di pasti;
  6. prestazioni di trasporto e di deposito;
  7. organizzazioni di viaggi e di soggiorni turistici;
  8. prestazioni alberghiere e di alloggio;
  9. prestazione di servizi portuali ed aeroportuali;
  10. telecomunicazioni e radiodiffusioni;
  11. pubblicità commerciale.

 

MA VI SONO ALCUNE ECCEZIONI

Vediamole caso per caso.

1. cessioni di beni nuovi prodotti per la vendita; Onlus e Ong possono fare banchetti di vendita (pensati ai bonsai o ai sacchetti di arance) nell’ambito delle loro attività di raccolta fondi in cui, appunto, vendono dei beni nuovi prodotti per la vendita ma questa (solo per loro) è una attività istituzionale defiscalizzata. Oppure, per tutte le altre Associazioni, quando si fanno gli Eventi di Raccolta Fondi secondo il DL 460/1997 e si vendono dei beni nuovi di modico valore (il modico valore è di prassi fissato entro i 50 euro) come magliette o altri gadget.

5. somministrazione di pasti; le APS iscritte nei registri pubblici (Nazionali, Regionali o Provinciali) e anche tutte le Associazioni loro affiliate (comprese le ASD affiliate ad EPS nazionali) che abbiano seguito le procedure per le licenze di somministrazione alimenti e bevande ai soci, possono somministrare pasti dietro il versamento di contributi (ai soli soci, ai familiari conviventi e tesserati all’ente però) e questi sono defiscalizzati, fiscalmente parificati alle entrate istituzionali.

7. organizzazioni di viaggi e di soggiorni turistici; e 8. prestazioni alberghiere e di alloggio; le APS iscritte nei registri pubblici (Nazionali, Regionali o Provinciali) e anche tutte le Associazioni loro affiliate (comprese le ASD affiliate ad EPS nazionali) possono invece fare queste prestazioni dietro il versamento di contributi (ai soli soci, ai familiari conviventi e tesserati all’ente però) e questi sono defiscalizzati, fiscalmente parificati alle entrate istituzionali.

 

UN’ALTRA ECCEZIONE: LE ENTRATE COMMERCIALI MARGINALI ED OCCASIONALI

Tutte le Associazioni SENZA PARTITA IVA (quindi quelle con solo CF) possono svolgere attività commerciali marginali ed occasionali senza che queste siano fiscalizzate. Questo argomento meriterebbe un post dedicato (e prima o poi lo farò) ma comunque è bene che vi spieghi un paio di cose. “Marginali” significa che l’impatto di queste entrate nel vostro Rendiconto Economico Finanziario Annuale DEVE essere minimo (di prassi si indica inferiore al 10% del totale delle entrate… ma comunque non oltre i 1.000 euro). “Occasionali” significa che devono essere capitate quasi per caso, per sbaglio; non devono essere entrate stabili e programmate insomma.

Il caso tipico: l’Associazione che fa un corso per i soci (attività istituzionale) e vuole partecipare un non-socio in mezzo agli altri. Il pagamento di questo singolo non socio costituisce una entrata marginale occasionale (che si può rendicontare con una normale ricevuta generica).

 

UN’ALTRA ECCEZIONE: LE ATTIVITÁ IN CONVENZIONE CON LA Pubblica Amministrazione (le PA: Scuole e Comuni nella maggior parte dei casi)

Ne abbiamo parlato in lungo ed in largo su questo Blog. Se le attività che andate a fare sono in Convenzione con la Pubblica Amministrazione (Scuole e Comuni per l’appunto) sono attività istituzionali esentasse. Se volete approfondire potete farlo qui.

 

UN’ALTRA ECCEZIONE: LE ATTIVITÁ SVOLTE A BENEFICIO DI ALTRE ASSOCIAZIONI AFFILIATE ALLO STESSO VOSTRO ENTE NAZIONALE

Lo sancisce il comma 8 dell’art 148 del TUIR. Il caso tipico sono quelle Associazioni che aderiscono al medesimo ente che fanno attività insieme (tornei, convegni, simposi, adunate, etc etc). I passaggi di denaro, i contributi, da una Associazione all’altra sono esentasse.

Caso particolare invece quello del noleggio di spazi che potete approfondire in questo post.

 

UN’ALTRA ECCEZIONE: LE ATTIVITÁ ESENTI IVA IN BASE AL DPR IVA del 1972

Caso ancora più complicato che funesta la vita di tutti coloro che si occupano di questo settore. Ci sono attività che pur rimanendo commerciali (e quindi con obbligo di fatturazione o ricevuta fiscale o scontrino) sono esenti IVA o esenti IRES o esenti entrambi. In linea di massima sono casi che riguardano solo le ONLUS (di fatto o di diritto) e si trovano all’art. 10 del DPR IVA 633 del 1972.

 

UN’ALTRA ECCEZIONE: LE ATTIVITÁ “DIRETTAMENTE CONNESSE” DELLE ONLUS

La legge consente alle ONLUS di esercitare,  oltre alle attività istituzionali, anche le cosiddette attività “direttamente connesse”: si tratta di attività da svolgersi nell’ambito delle attività istituzionali allo scopo di reperire fondi per finanziare l’Associazione. Le attività “direttamente connesse” sono di 2 tipi:
a) attività a solidarietà condizionata (cioè limitatamente ai settori di assistenza sanitaria, istruzione, formazione, sport dilettantistico, promozione della cultura e dell’arte, tutela dei diritti civili) esercitate nei confronti di soggetti non svantaggiati;
b) attività accessorie a quelle istituzionali, in quanto integrative delle stesse: si tratta di attività da svolgere all’interno dell’organizzazione per il perseguimento delle proprie finalità solidaristiche (es: vendita di oggetti di modico valore).

Esistono inoltre delle condizioni e dei limiti per l’esercizio delle attività connesse:
– le attività direttamente connesse non devono essere prevalenti rispetto alle attività istituzionali;
– i proventi delle attività direttamente connesse non devono superare il 66% delle spese complessive dell’associazione.

Le entrate derivanti da queste attività sono esentasse.

 

LE ENTRATE COMMERCIALI  DE-COMMERCIALIZZATE PARIFICATE ALLE ENTRATE ISTITUZIONALI NELLE ASSOCIAZIONI di tutti i tipi

Siamo in Italia, i maestri della Burocrazia e degli Uffici “Complicazione Affari Semplici”. Ecco quindi un’altra complicazione. Il 99,9% delle Associazioni No Profit fa fare attività ai soci (o anche, se siete affiliati ad una APS Nazionale, a tutti i tesserati di quell’ente) dietro il pagamento di un Corrispettivo Specifico (che per sua natura è una entrata commerciale). Qui le norme sentenziano che tali corrispettivi sono de-commercializzati e parificati alle entrate istituzionali (diventando quindi esentasse) SE e SOLO SE:

  1. Lo Statuto dell’Associazione è a norma con le regole del No Profit (ecco perchè lo statuto fai-da-te è una stupidaggine);
  2. L’Associazione ha presentato, se tenuta, il regolare modello EAS Semplificato;
  3. L’Associazione è sostanzialmente tale e non solo nella forma. Questo è l’aspetto più complicato da rispettare e che sempre più spesso, nelle Ispezioni Fiscali, “ammazza” le Associazioni. Abbiamo creato un Corso apposta per Super Dirigenti di Associazione per trattare e risolvere questo argomento.

 

LE ENTRATE COMMERCIALI  DE-COMMERCIALIZZATE PARIFICATE ALLE ENTRATE ISTITUZIONALI NELLE ASSOCIAZIONI SPORTIVE DILETTANTISTICHE

Stesso discorso di qui sopra con alcune varianti. Il 99,9% delle Associazioni Sportive Dilettantistiche svolge corsi sportivi ad atleti minorenni (spesso non soci perchè tesserati come atleti direttamente alle FSN Federazioni Sportive Nazionali cui l’ASD è affiliata) dietro il pagamento di un Corrispettivo Specifico (che per sua natura è una entrata commerciale). Qui le norme sentenziano che tali corrispettivi sono de-commercializzati e parificati alle entrate istituzionali (diventando quindi esentasse) SE e SOLO SE:

  1. Lo Statuto dell’ASD è a norma con le regole del No Profit e dell’associazionismo sportivo (ecco perchè lo statuto fai-da-te è una stupidaggine);
  2. L’ASD ha presentato il regolare modello EAS Semplificato;
  3. L’Associazione è sostanzialmente tale e non solo nella forma. Questo è l’aspetto più complicato da rispettare e che sempre più spesso, nelle Ispezioni Fiscali, “ammazza” le ASD.

 

MA SE INVECE DI CHIEDERE UN PAGAMENTO MI FACCIO FARE UNA DONAZIONE?

Commetteresti solo una sequela di reati: dal falso all’evasione fiscale. Le “Erogazioni Liberali” (così si definiscono fiscalmente le donazioni) sono tali solo se:

  1. L’importo non è predeterminato (non può esserci quindi un tariffario delle donazioni! Il donatore deve poter donare quanto gli pare).
  2. Non c’è il “nesso di causalità”, cioè non avviene uno scambio (non è possibile cedere un bene o un servizio in cambio della donazione).

 

“POSSO FARE TUTTO CIÒ CHE è PREVISTO NEL NOSTRO STATUTO”

Questa è un’altra stupidaggine che mi tocca ascoltare spesso. No, non puoi fare tutto quello che è previsto a Statuto perchè deve essere innanzitutto LEGALE per le normative italiane. Faccio sempre l’esempio della droga. Se la tua Associazione ha scritto tra le proprie finalità la promozione della diffusione della Cocaina, questo non significa che per te diventi legale venderla (magari pure… esentasse!). E non vuol dire NULLA che l’ufficio del Registro ti abbia comunque registrato lo Statuto con quella dicitura… l’ufficio del Registro infatti non rilascia autorizzazione ma, come dice il nome, registra solo le scemate che hai scritto. Ora, la maggior parte di voi riderà, ma mi sono capitati in mano statuti di gente che prevedeva la produzione e vendita di droghe leggere, oppure lo sfruttamento della prostituzione…

 

COME FACCIO A NON CADERE IN UNO DI QUESTI MILLE ERRORI POSSIBILI?

Semplice come bere un bicchier d’acqua. Smettila di pensare di dover capire e risolvere tutto da solo e affidati a dei veri esperti di questo settore che possano risolvere ogni tuo dubbio e prevenire la maggior parte dei tuoi errori. Il servizio principe in questo caso è il nostro Associazione Protetta.

Scrivi la tua domanda GRATUITA qui

*: campi obbligatori

82 risposte a “Quali sono le entrate istituzionali e quali commerciali in una Associazione”

  1. Rispondi
    Branchi Tatiana

    Buongiorno, la nostra associazione, una Aps, produce film che hanno lo scopo di raccontare storie del territorio legate a fatti realmente accaduti (da vicende legate alla guerra a fatti di cronaca come i sequestri di persona). I nostri film vengono proiettati per le scuole ma vanno anche in sala e raccogliamo incassi dalla vendita dei biglietti. Per questo motivo abbiamo chiesto la partita Iva e facciamo attività commerciale. Quello che volevo capire è se c'è un limite di ricavi annuale e se c'è una proporzione fra incassi da attività commerciale e quella istituzionale. Mi spiego meglio, quando realizziamo un film possono passare due anni senza che ci sia attività commerciale che arriva invece quando il film esce in sala e si concentra nell'arco di qualche mese. Quindi non è continuativa l'attività commerciale ma legata a determinati periodi ogni due o tre anni. Possiamo incassare anche 60 mila euro dalla vendita dei biglietti a fonte di contributi spontanei per finanziarli che arrivano alla stessa cifra piò o meno.
    Grazie per la risposta

    • Rispondi
      TeamArtist

      Buongiorno Tatiana, nel suo caso specifico le consiglio di porre una domanda scritta a uno dei nostri consulenti, in quanto è legata a diverse varianti e possibilità non sviscerabili in questa sede.

  2. Rispondi
    POLLINA GIOVANNI 4

    Siamo un associazione Culturale senza scopo di lucro abbiamo fatto il codice fiscale ma non la partita IVA
    Siamo registrati all agenzia delle entrate di Trapani dsl 2018,perché non percepiamo alcun contributo economico pubblico?

    • Rispondi
      TeamArtist

      Buona sera Giovanni, non esistono contributi pubblici automatici, serve verificare quale contributo pubblico si può ottenere, verificare i requisiti, fare domanda, ecc..

      Grazie

  3. Rispondi
    Enrietto Antonella

    Buongiorno,
    siamo un'associazione culturale che si occupa di teatro: spettacoli, laboratori e progetti complessi sostenuti da bandi. Spesso dobbiamo fatturare e si tratta sempre di attività legate agli scopi istituzionali. Dobbiamo rispettare una proporzione fra entrate commerciali e istituzionali? O è sufficiente che le prime non superino le seconde? Con la nuova normativa è ancora valida l'affermazione che "i proventi delle attività direttamente connesse non devono superare il 66% delle spese complessive"?

    Molte grazie!

    • Rispondi
      TeamArtist

      Senza sapere per che tipo di associazione me lo chiedi non ti so rispondere, c'è molta differenza se si tratta di ASD o APS.

  4. Rispondi
    Lodovisi Enrico

    Salve,
    Ecco la mia domanda: nel decreto Fisco-Lavoro (D.L. n. 146/2021) alcune entrate che erano considerate istituzionali (come i corrispettivi dei soci) adesso passano da essere fuori campo IVA a essere esenti da IVA (da quello che ho inteso molte APS che adesso hanno soltanto il C.F. dovranno aprire una partita IVA entro il 2024). Quando il decreto entrerà in vigore queste entrate resteranno comunque istituzionali o saranno invece considerate commerciali? Scrivo soprattutto chiedendomi se per tale motivo si rischia di perdere la qualifica di ente non commerciale secondo l'art 149 del TUIR.

    • Rispondi
      Stefano Marini

      Buongiorno Enrico,

      sono considerazioni da effettuare in prossimità del cambio di normativa, da qui in avanti potrebbero esserci proroghe o modifiche che possono stravolgere l'impianto delineato.

  5. Rispondi
    Mantovani Fabio

    Buongiorno, ho effettuato una ricerca ma non ho trovato la risposta di cui avrei bisogno: nel caso di APS, quale deve essere il rapporto tra entrate istituzionali ed entrate commerciali?
    Grazie
    Fabio

    • Rispondi
      Stefano Marini

      Buongiorno Fabio,
      se ho capito bene la domanda, non siamo a conoscenza dell'esistenza di un rapporto fra entrate istituzionali e commerciali.

  6. Rispondi
    Coco Claudio

    Buongiorno,
    siamo una compagnia teatrale amatoriale in forma di APS, che produce propri spettacoli, ospita presso il proprio spazio altre compagnie, e organizza anche seminari.
    L'ingresso agli spettacoli è aperta ovviamente a tutti, previo pagamento di un biglietto.
    Il biglietto può essere considerata una entrata istituzionale, anche se estesa ai non soci, o è necessariamente una entrata commerciale?
    Se la risposta fosse che l'entrata è commerciale, si potrebbe prevedere in alternativa, un ingresso gratuito, e chiedere una donazione (non obbligatoria e nel caso di qualunque entità lo spettatore desideri?)
    grazie
    Claudio

    • Rispondi
      Stefano Marini

      Buongiorno Claudio,

      non è corretto chiedere una donazione per l'erogazione di un servizio, come spieghiamo qui.

      Un' entrata è istituzionale solo nel caso in cui è in diretta attuazione delle attività istituzionali e se l'attività è rivolta a soci/tesserati.

      Attività rivolte a non soci, di norma sono da gestire con entrate di tipo commerciale.
      Sono previste alcune limitate eccezioni con gli eventi di raccolta fondi, se l'associazione non fosse dotata di p.iva.

  7. Rispondi
    Antonella

    Salve, con la nostra associazione culturale (abbiamo partita iva) vorremmo vendere dei gadget tipo magliette, quadernini, ecc. E' possibile anche venderli online? Per esempio su ebay?
    grazie

    • Rispondi
      TeamArtist

      Si, ma sarà attività commerciale

  8. Rispondi
    Fabio

    Buongiorno, chiedo un'informazione: siamo una ASD che "gestisce" alcune strutture sportive (palestra e campi da calcetto in sintetico) in convenzione con l'Ente comunale (che ne è proprietario), quindi "affittiamo" (con contributo monetario orario) tali strutture a praticanti (sia tesserati ma non soci per lo stesso ente di promozione sportiva oppure tesserati presso diverso ente di promozione sportiva)
    La domanda è questa:
    1. tutte le quote che otteniamo sono "entrate istituzionali" ?
    2. oppure ci sono delle limitazioni tra soci / tesserati / (nel senso che bisogna che tutti siano soci oppure tutti tesserati) ?

    Nell'attesa, ringrazio

    • Rispondi
      TeamArtist

      1- no
      2- soci e tesserati--> istituzionali (ricevuta semplice); clienti--> commerciali (fattura)

      • Rispondi
        Fabio

        Grazie per la risposta, ma essendo noi in Piemonte, dalla Guida Fiscale in ns. possesso elargita proprio dalla Regione, ci vengono indicate queste info:

        "Come si considerano le attività, direttamente collegate agli scopi istituzionali, effettuate a pagamento nei confronti di frequentatori e/o praticanti ?"

        Possono essere de-commercializzate solo se i frequentatori e/o praticanti "non associati" risultano tesserati dalle rispettive organizzazioni nazionali (CONI, Federazioni Sportive Nazionali, EPS). In caso contrario, le attività a pagamento sono rilevanti ai fini iva e per le imposte sui redditi".

        Quindi, come dobbiamo comportarci ?

        • Rispondi
          TeamArtist

          Legga questo articolo ---> https://www.teamartist.com/blog/tipologie-di-entrate/

  9. Rispondi
    Lily

    Salve, vorrei avere informazione riguardo alla possibilità di costituire una associazione con attività commerciale anche ai terzi,dedita all'organizzazioni de visite guidate vorrei sapere quanto sia fattibile.
    In attessa della vostra risposta,

    Cordiali saluti

    Lily

    • Rispondi
      TeamArtist

      fissa un appuntamento telefonico gratuita con noi così da discuterne assieme: https://www.teamartist.com/contacts/

  10. Rispondi
    Lorenzo

    buongiorno, recentemente ho aperto insieme a due miei soci un'associazione culturale a sfondo sportivo con l'obbiettivo di aumentare la conoscenza del basket americano all'interno del territorio italiano.
    una delle attività maggiori da noi svolta sarà quella di alcuni tornei con una quota di partecipazione, vorrei porvi una domanda se è possibile: Per chiedere una quota di partecipazione al torneo è obbligatorio rendere soci tutti i partecipanti? Questo potrebbe comportare dei problemi organizzativi (es. obbligo di assemblee ecc).
    Grazie dell'attenzione spero voi mi possiate rispondere, più avanti potremmo avere bisogno di consulenze e credo che potremo tenervi in considerazione.

    Buona giornata, Lorenzo

    • Rispondi
      TeamArtist

      La quota di partecipazione al torneo è una entrata istituzionale solo se versata dai soci.
      Altrimenti l'attività rivolta a non soci è commerciale, pertanto soggetta a iva.
      Ti consigliamo di tesserare tutti

  11. Rispondi
    anna

    salve
    le volevo chiedere delle informazioni
    io e un mio amico volevamo aprire un attività che non sappiamo come definirla;
    praticamente l'attività ha un bar e dei tavoli da gioco come biliardo e ping pong e alla fine dei vari spazi con cui dei giochi come calcietto e altre attività motorie.
    potrebbe dirmi che cosa dovrei richiedere?
    volevo dirle anche che ha un sito veramente fatto bene e chiaro.
    grazie in anticipo.

    • Rispondi
      TeamArtist

      Dipende da come la volete gestire. Associazione, quindi rivolta esclusivamente ai soci? O aperta a tutti? In questo secondo caso è un'attività commerciale

  12. Rispondi
    bruna graziani

    Buongiorno, volevo sapere se deve esserci una proporzione tra entrate istituzionali ed entrate commerciali. Se le seconde possono superare le prime e di quanto. La nostra è un'associazione culturale che si avvale soprattutto di entrate commerciali (vive grazie alle sponsorizzazioni) anche se svolge regolarmente attività sociali.
    grazie per la gentile risposta
    Bruna Graziani

    • Rispondi
      TeamArtist

      non deve esserci per forza proporzione: l'importante è che le entrate commerciali non superino i 400.000€

  13. Rispondi
    chiara zanivan

    Buon giorno sono la sig.ra Zanivan Chiara,attualmente titolare di una merceria creativa che chiuderà a fine mese.Vorrei poter proseguire a casa con i corsi creativi che già tenevo in negozio aprendo un'associazione culturale che riguarda la manualità femminile (lavorare e filare la lana,ricamo,cucito ecc..) la sede sarà la mia casa.I corsi saranno con un contributo minimo pari alla spesa del costo del materiale usato per ogni partecipante e se fosse possibile un minimo guadagno per me.E' possibile?La mia paura è di incappare multe fiscali o quant'altro.Serve un commercialista che mi segua?C'è talmente tanta confusione!
    Grazie infinite
    Chiara Z.

    • Rispondi
      TeamArtist

      Ciao Chiara, la legge non prevede che sia obbligatorio avere un commercialista per seguire le associazioni no profit. Detto questo se non si vogliono commettere errori che portino poi a multe salate è sempre meglio ad affidarsi a professionisti esperti di associazioni (e non tutti i commercialisti lo sono). Quindi per tornare alle tue domande: puoi prevedere per operare in economicità il pagamento di una quota associativa, il rimborso spese per i materiali e in questo modo puoi riconoscerti anche un compenso per l'attività di insegnamento che svolgi. Se ti interessa capire meglio queste modalità ti consiglierei però di parlare con un esperto fissando una consulenza qui: http://www.teamartist.com/consulenza/

  14. Rispondi
    fortunato

    Salve siamo due amici e stiamo mettendo in piedi un'associazione socio culturale,per riunire una diecina di conoscenti per il periodo estivo in un'abitazione di mia proprietà esmpio prendere un maialino dal contadino pagarlo cucinarlo e dividerci le spese,e per fare questo avremo bisogno di un pochino di pubblicità.Prima domanda:possiamo dividerci il costo di ciò che acquistiamo x mangiare ?seconda domanda si può fare una pubblicità x far aderire nuove persone che poi diverranno eventuali soci?Ringraziando per una risposta certa porgo distinti saluti

    • Rispondi
      TeamArtist

      Se il tuo scopo è davvero "riunire una diecina di conoscenti per il periodo estivo in un'abitazione di mia proprietà esmpio prendere un maialino dal contadino pagarlo cucinarlo e dividerci le spese", sei sicuro che serva costituire un'Associazione?

  15. Rispondi
    Silvia

    Salve ho una asd affiliata Uisp quando ricevo un pagamento e rilascio ricevuta con scritto "pagamento per attività motoria"quello è un pagamento istituzionale o commerciale quindi non esente Iva?

    • Rispondi
      TeamArtist

      Dipende, da chi le vengono dati questi soldi? da un socio o da un non socio? se da socio allora è attività istituzionale, altrimenti no, e va trattata in modo diverso,

  16. Rispondi
    Fabrizio

    Buongiorno,
    in occasione dell'assemblea dei soci, svoltasi presso un pizzeria, la cena è stata pagata con il fondo cassa dell'associazione, abbiamo regolare ricevuta fiscale,è da ritenersi uscita commerciale o istituzionale?
    Grazie della vs cortese risposta e complimenti per il vs lavoro.
    Distinti saluti.

    • Rispondi
      TeamArtist

      Attento: stai parlando di un'uscita! "Commerciale" o "Istituzionale" sono distinzioni da fare per le entrare (i soldi che prendi, non quelli che spendi).

      • Rispondi
        Fabrizio

        Grazie, quindi qualsiasi uscita sia con semplice fattura sia con ricevuta fiscale, è indifferente come la colloco?

        • Rispondi
          TeamArtist

          Si

  17. Rispondi
    Paolo

    Salve a tutti,

    innanzitutto complimenti per la gestione di questo "sportello"!
    Una domanda: per un'associazione no profit come si configura la gestione di somme ricevute come anticipo su prenotazioni hotel e ristoranti, connesse alla realizzazione di un corso? Il servizio di alloggio e ristorazione è fornito da terzi che emettono fattura a carico dell'associazione, l'associazione provvede al pagamento e utilizza l'anticipo come rimborso dal corsista.

    Grazie per l'attenzione.

    • Rispondi
      TeamArtist

      Che tipo di associazione no profit siete?

      • Rispondi
        Paolo

        Si tratta di un'associazione culturale

  18. Rispondi
    sergio

    Associazione no profit solo per soci avente codice fiscale. può emettere fattura per dei pasti consumati all'interno del circolo? grazie.

    • Rispondi
      TeamArtist

      La fattura se hai solo codice fiscale non puoi emetterla. Se i pasti sono serviti solo ai soci però non ti serve fare fattura ma solo ricevuta

  19. Rispondi
    Lorenza

    Siamo un'associazione culturale (compagnia teatrale amatoriale) con solo codice fiscale... Ci è stata chiesta l'emissione di fattura per un nostro spettacolo (finora si è sempre trattato di contributi liberali per attività istituzionale non commerciale)...quindi dobbiamo aprire partita iva.
    Le domande sono:
    - qual è l'aliquota iva per questo tipo di attività?
    - è considerata attività commerciale?
    - è comunque possibile continuare a ricevere contributi liberali per le nostre esibizioni se non viene richiesta la fattura da parte di enti o altre associazioni che organizzano eventi teatrali?
    - è necessario apportare modifiche al modello eas?
    Grazie per l'attenzione.

    • Rispondi
      TeamArtist

      Vi conviene aprire la partita iva per una sola fattura?

      • Rispondi
        Lorenza

        Sì, perchè ci richiederanno fattura anche altre organizzazioni.

        • Rispondi
          TeamArtist

          - qual è l'aliquota iva per questo tipo di attività? -> 22%
          - è considerata attività commerciale? -> Si
          - è comunque possibile continuare a ricevere contributi liberali per le nostre esibizioni se non viene richiesta la fattura da parte di enti o altre associazioni che organizzano eventi teatrali? -> Dipende. Perchè ve li riconoscerebbero?
          - è necessario apportare modifiche al modello eas? -> Si

  20. Rispondi
    enrico

    X DAMIANO. Salve volevo sapere se e in che modo un'associazione sportiva dilettantistica può fare attività commerciale rivolta ai non soci in una zona con destinazione urbanistica agricola o comunque non commerciale. Grazie e complimenti per la professionalità che dimostrate.

    • Rispondi
      TeamArtist

      Le ASD affiliate ad un EPS Nazionale (che sono tutti APS Nazionali a loro volta) diventano unità di base, appunto, di una APS Nazionale. Come tali possono godere del vantaggio dato dalla Legge 7 dicembre 2000, n. 383 "Disciplina delle associazioni di promozione sociale" che all'Art. 32. (Strutture per lo svolgimento delle attività sociali) stabilisce: “La sede delle associazioni di promozione sociale ed i locali nei quali si svolgono le relative attività sono compatibili con tutte le destinazioni d’uso omogenee previste dal decreto del Ministro per i lavori pubblici 2 aprile 1968, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 97 del 16 aprile 1968, indipendentemente dalla destinazione urbanistica.”

      E' chiarito quindi che la destinazione urbanistica a carattere agricolo non è un problema per svolgere la propria attività sportiva. Detto questo è da rilevare che la commercialità delle attività proposte è comunque legata alle vostre attività istituzionali, anzi, è sussidiaria ad esse.

      Non solo. E' pacifico che esistano decine di sport all'aperto, commerciali e non, che si svolgono non solo in zone agricole ma anche in zone boschive o in zone incluse in Parchi Nazionali in aree protette. Pensiamo alle gare di windsurf, alle escursioni di diving, l'ice climbing etc etc.

      Direi quindi che la pratica e la prassi comune lo permettano senza particolari problemi.

  21. Rispondi
    Carl9

    Buongiorno, sono il presidente di un'associazione culturale noprofit con piva e regime 389/91. Nei nostri fini statutari, oltre alla divulgazione é prevista l'organizzazione di mostre didattiche. Un comune del centro italia ci ha dato la disponibilità e incarico di effettuare una mostra di 6 settimane presso un edificio pubblico prevedendo un compenso complessivo di 3700€. 1) Vorrei capire se questi introiti dovranno essere considerati attività economica o attività istituzionale considerando che rientra nei nostri fini e che l'evento é organizzato presso amministrazione pubblica. 2) Alla stessa maniera, il materiale didattico che compreremo per allestire la mostra e che poi rimarrà all'associazione dovrà essere registrato come uscita di natura commerciale o uscita per attività istituzionale? Vi ringrazio

    • Rispondi
      TeamArtist

      1) dipende, che accordi avete preso con l'ente organizzatore? VI ha richiesto l'emissione di una fattura?
      2) non esistono Uscite Commerciali e Istituzionali.
      Le uscite sono uscite e basta.

  22. Rispondi
    Alessandra Cinzia MONDINI R.

    Buonasera,
    sono il presidente dell'Associazione Culturale ONLUS "La Decima Musa", che si occupa di organizzare un festival/rassegna cinematografica annuale sulla Riviera di Ponente.
    Fin'ora le nostre "entrate" sono state i finanziamenti del Ministero Beni Culturali e di Regione Liguria (che ovviamente non richiedono fattura), ma da quest'anno abbiamo anche la possibilità di alcuni sponsor "in natura". Vale a dire che non ci danno soldi, ma contribuiscono stampandoci i cataloghi a loro spese senza chiedere nostre ricevute etc.
    Tra questi, però, ce n'è uno che ci darà un contributo economico con cui acquisteremo uno dei premi previsti per un concorso per giovani critici cinematografici. Solo che per darci questo contributo hanno bisogno di una fattura da scaricare poi dalle tasse.
    Noi siamo una ONLUS a tutti gli effetti, e ogni nostra attività è assolutamente gratuita (niente biglietti, ingresso libero, cataloghi gratis etc).
    Come ci dobbiamo regolare? Possiamo emettere fattura? E in quanto ONLUS siamo esenti da IVA, visto che abbiamo solo il Cod. Fiscale e non la possiamo recuperare? O l'esenzione da IVA riguarda piuttosto i nostri fornitori (case cinematografiche etc) che non dovrebbero farcela pagare?
    Vi sarei grata di una risposta appena possible.
    Cordialmente,
    A.C. MONDINI R.

    • Rispondi
      TeamArtist

      Il problema è un altro. Senza partita Iva non potete emettere fatture per sponsorizzazioni

      • Rispondi
        Alessandra C. MONDINI

        Molte grazie per le risposte del 14 e del 20 dicembre. Purtroppo, però, anche dato il periodo di fine anno senz'altro per voi pieno di impegni, erano un po' "oltre il tempo massimo".
        Così, per prudenza, abbiamo rinunciato alla sponsorizzazione, e a quanto pare abbiamo fatto bene.
        Non ho capito, però, la risposta alla mia seconda domanda (o forse non c'era risposta?):
        1. quando NOI acquisiamo qualche bene o servizio, per esempio quando paghiamo la stampa dei cataloghi o le liberatorie per la proiezione dei film siamo esenti dal pagare l'IVA ai nostri fornitori, sì o no?
        2. Alcuni fornitori non ce la fanno pagare, altri sì, altri la calcolano al 4%... qual è la regola esatta?
        Grazie mille se risponderete ancora a questo quesito (a cui peraltro non mi avevate risposto prima...).

        • Rispondi
          TeamArtist

          1. A mio modo di vedere, assolutamente No. Le esenzioni e le riduzioni Iva sono rarissime e previste dal DPR Iva 633/1972 e non c'è articolo o comma (che io conosca) che vi possa permettere di essere esenti.
          2. Dipende dal singolo bene o servizio che acquistate. Ricordati però che quando ti emettono una fattura con Iva non al 22% è OBBLIGATORIO indicare il comma e l'articolo del DPR Iva 633/1972 per cui ciò sia possibile.

    • Rispondi
      TeamArtist

      Per le sponsorizzazioni è necessario emettere fattura, per la quale serve la partita Iva.
      L'esenzione Iva non riguarda questa tipologia di entrate commerciali che avete: indipendentemente dalla forma giuridica, per le sponsorizzazioni serve la fattura

  23. Rispondi
    Rosa Spano

    Buongiorno,

    sono presidente di un aps che si occupa di formazione per i soci. Possediamo solo il C.F. e non la P.I.

    E' possibile che a breve ci sia la possibilità di svolgere un'attività formativa nei confronti di un'azienda. Mi sembra di aver capito che l'attività commerciale è consentita se rimane marginale e occasionale. In un vostro post precedente, ho letto che la quota non deve essere superiore al 10% delle attività istituzionale.

    "Tutte le Associazioni SENZA PARTITA IVA (quindi quelle con solo CF) possono svolgere attività commerciali marginali ed occasionali senza che queste siano fiscalizzate. Questo argomento meriterebbe un post dedicato (e prima o poi lo farò) ma comunque è bene che vi spieghi un paio di cose. “Marginali” significa che l’impatto di queste entrate nel vostro Rendiconto Economico Finanziario Annuale DEVE essere minimo (di prassi si indica inferiore al 10% del totale delle entrate… ma comunque non oltre i 1.000 euro). “Occasionali” significa che devono essere capitate quasi per caso, per sbaglio; non devono essere entrate stabili e programmate insomma."

    1. Dovremmo rientrare in questo caso specifico. Non commettiamo, dunque, nessun illecito?

    La quota del 10% per le attività commerciali marginali, è stabilita per legge? Si calcola sul totale delle entrate? Perchè nell'articolo si parla anche di 1000,00. Rispetto a quale soglia? Dove posso trovare i riferimenti normativi?

    2. Dal momento che alcune delle nostre attività, in questo momento, si stanno configurando come attività sportive dilettantistiche, sarebbe utile e più conveniente aprire un asd, tenendo, però, in piedi anche l'aps?

    3. Ultimo quesito: cosa comporterebbe l'apertura della P.I? Mi spiego meglio. Se dovessimo aprirla e non dovessimo avere movimenti, quali sarebbero gli adempimenti e le tasse da pagare?

    In attesa di un Vostro cortese riscontro, porgo cordiali saluti.
    Rosa

    • Rispondi
      TeamArtist

      1. Direi di no, ma senza analizzare il caso specifico nel dettagli è difficile da dire. Ci basiamo sui verbali dell'Agenzia delle Entrate a noi noti
      2. Sconsiglio di chiudere e riaprire una nuova associazione
      3. Maggiori oneri a livello di tenuta contabile e di modelli ministeriali da presentare (vale anche se la partita iva non viene usata)

  24. Rispondi
    Ale

    Salve e complimenti per il sito

    Vi rivolgo il seguente quesito:
    abbiamo una ASD aperta più di un' anno fà con P.IVA e Cod Fiscale (coincidenti) con lo scopo di svolgere oltre alla normale attività istituzionale anche attività commerciale.
    Ad oggi non abbiamo mai svolto attività commerciale e ci siamo resi conto che va benissimo così.

    Avendo però la P.IVA a quali adempimenti siamo obbligati??
    Come possiamo risolvere questo problema??
    Consigliate la chiusura di P.IVA e riapertura di un nuovo Cod FIscale?? in questo caso atto costitutivo e statuto possono rimanere invariati?? e per le utenze (affitto locale, corrente elettrica, ecc ) ??

    Attendo una Vs gentile risposta

    Nel ringraziarvi anticipatamente porgo cordiali saluti

    • Rispondi
      TeamArtist

      Premesso che è sconsigliabile avere CF e P.Iva coincidenti per non avere problemi come il vostro caso, se la partita Iva è aperta dovete presentare dei modelli ministeriali (Unico, Irap, Spesometro), anche a zero.
      Se la partita Iva non viene usata, consigliamo una sua chiusura e apertura di un nuovo codice fiscale.
      Atto costitutivo e statuto sono invariati (su di essi non deve essere riportato il CF). Per le utenze, dovrete comunicare la variazione

  25. Rispondi
    Michele

    I proprietari di un terreno agricolo che è stato individuato dal nostro Comune come "parcheggio temporaneo per autoveicoli" in occasione di un pubblico spettacolo organizzato dallo stesso Comune previsto la sera del prossimo 10 agosto, hanno proposto all'associazione (APS con pIVA in regime 398) di cui sono presidente di gestire il parcheggio per questa occasione.
    1. Può l'associazione svolgere tale attività di gestione del parcheggio temporaneo previa sottoscrizione di una convenzione con i proprietari del terreno già autorizzati dal Comune a svolgere attività di parcheggio in questa occasione?
    2. Che tipo di ricevuta deve essere rilasciata alle persone che parcheggiano la loro auto?
    3. Può l'associazione pagare con voucher le persone che svolgeranno assistenza agli avventori del parcheggio e quelli che allestiranno il terreno per renderlo idoneo al parcheggio (taglio erba, cartelli indicatori, ecc)?
    Grazie per la risposta

    • Rispondi
      TeamArtist

      1. Si
      2. O con ricevuta fiscale, oppure con ricevuta generica se il tutto viene svolto all'interno di un evento di raccolta fondi.
      3. Si

  26. Rispondi
    Associazione ProLoco Geraci Siculo

    Buongiorno,
    siamo una Associazione ProLoco e ci siamo costituiti nel maggio del 2016.

    Lo scorso 25 giugno u.s abbiamo collaborato con l'Amministrazione Comunale del luogo in cui insiste la nostra sede sociale all'organizzazione di una manifestazione promossa dal Club dei Borghi più Belli d'Italia.

    Nello specifico abbiamo curato l'organizzazione di alcune attività tra le quali una degustazione offerta dai ristoratori locali e un piccolo spettacolo musicale.

    A fronte di ciò la Giunta Municipale ha deliberato la concessione di un contributo pari all'intero ammontare dei costi da noi preventivati, senza chiedere alcun rendiconto spese. Abbiamo ottenuto anche un contributo economico da parte di alcune aziende.

    A conclusione della manifestazione ci è stata richiesta una fattura onde consentire all'Ente di liquidare le somme a noi destinate, ma abbiamo fatto presente di essere in possesso del solo codice fiscale.

    Interpellato un consulente ci è stato detto di aprire la partita IVA e di emettere fattura con IVA a zero (operazione Fuori campo IVA ai sensi dell’art. 2 comma 3 lettera a DPR 633/72).

    Data la natura della manifestazione e delle attività organizzate riteniamo di aver realizzato attività prettamente connesse al nostro ambito istituzionale e che pertanto potremmo incassare tali somme come un contributo previo rilascio di una ricevuta con solo codice fiscale.

    Vi saremmo grati se poteste fornirci il vostro parere in merito.

    Grazie

    • Rispondi
      TeamArtist

      Non vi fidate del consulente che avete pagato?

  27. Rispondi
    michele

    una asd con solo codice fiscale iscritta a campionati amatoriali, può fare fattura una ricevuta di sponsorizzazione ad un ristorante? è occasionale questa ricevuta.

    • Rispondi
      TeamArtist

      No

  28. Rispondi
    Dario

    Buonasera,
    sto leggendo le migliaia di informazioni sulle ONLUS presenti in rete. Complimenti per il vostro sito.
    Sto valutando la possibilità di costituire una ONLUS che si occupi di dislessia e patologie legate all'apprendimento dei bambini, che abbia come scopo quello di poter aiutare persone che non possano permettersi il costo delle terapie (verifica fattibile tramite la produzione di un certificato ISEE suppongo), di fornire altresì servizi annessi come assistenza legale per riconoscimenti dell'invalidità, ricorsi legge 104/90, etc.
    Ovviamente alle persone che invece possono permettersi il pagamento effettueranno la terapia pagando la tariffa regolarmente.
    Qui il mio quesito, relativamente a chi effettua la terapia a pagamento: tale introito è da considerarsi come entrata istituzionale o no? (in considerazione che anche tale incasso poi è reinvestito per il buon funzionamento dell'associazione stessa e quindi parte di esso servirà a coprire i costi relativi alla finalità per cui viene costituita la ONLUS stessa).
    Grazie anticipatamente,
    Dario

    • Rispondi
      TeamArtist

      Gli incassi dei soci sono sempre istituzionali

  29. Rispondi
    loreno mercanti

    Come è regolato l'ingresso di nuovo socio in un Centro Socio Culturale APS ? basta rispettare lo statuto con il pagamento della quota di iscrizione?

    • Rispondi
      TeamArtist

      Si, sarà entrata istituzionale

  30. Rispondi
    daniele

    Buongiorno,
    avrei dei dubbi su una questione, premetto che noi siamo una ASD che pratica la subacquea e quindi corsi, immersioni etc.
    1- Se io faccio una convenzione con un Cral di una azienda, dedico loro un listino "agevolato" rispetto ai soliti prezzi che pratichiamo ai nostri soci, si può fare?
    Ovviamente le persone del Cral prima di erogare i nostri servizi "agevolati" verranno associati pagando regolare quota associativa come tutti.
    2- Il mio dubbio è anche se si possono fare prezzi diversi per la stessa tipologia di corso anche se di sessioni di corso separate tra loro e ben distinte nell'arco dell'anno.

    Grazie

    Daniele

    • Rispondi
      TeamArtist

      1. Si, è possibile
      2. L'importante è che la quota associativa sia uguale per tutti

  31. Rispondi
    stefania

    siamo un'associazione sportiva che promuove il golf. Siamo titolari di partita iva.
    Per i soci normalmente rilasciamo ricevuta, è possibile emettere fattura se viene richiesta?

    • Rispondi
      TeamArtist

      Non ha senso farlo, in quanto si tratta di attività istituzionale

  32. Rispondi
    Filippo Martino

    Siamo un'associazione a prevalenza comunale che si occupa di talassemie ed emoglobinopatie, vorremmo costituire un coordinamento regionale di associazioni è possibile ed eventualmene essere onlus grazie
    Filippo Martino

    • Rispondi
      TeamArtist

      Si, se rientrate nelle finalità previste per una onlus

  33. Rispondi
    Luisa

    Buongiorno,
    siamo una ONLUS di promozione e tutela dei beni ambientali ed artistici, ci prendiamo cura di un grande parco che apriamo su richiesta a scolaresche o associazioni o gruppi di privati;alcuni ci hanno semplicemente detto grazie, altri hanno voluto farci un'offerta.
    1)Come annoto queste entrate? Erogazioni liberali o attività direttamente connessa?

    Grazie

    • Rispondi
      TeamArtist

      Erogazioni liberali

  34. Rispondi
    Dario

    Siamo una Asd non riconosciuta affiliata ad ente di promozione sportiva (csi) oltre che alla figc ed abbiamo organizzato un torneo serale riservato a categorie giovanili con durata di circa un mese nella quale somministriamo alimenti e bevande ( classico pane e salamella) sia a soci che al pubblico (essenzialmente genitori dei ragazzi che seguono il torneo). Considerando che sia un evento di raccolta fondi ed essendo associati ad un ente di promozione sportiva dobbiamo presentare il modello S.C.I.A.? Se la risposta è no dove è possibile trovare il riferimento di tale normativa?
    Grazie

  35. Rispondi
    Luca

    Siamo in procinto di fondare una compagnia teatrale amatoriale, quando metteremo in scena spettacoli come dobbiamo comportarci?
    1. Potremo vendere dei biglietti a non soci?
    2. Potremo "vendere" uno spettacolo a terzi (teatro, comuni, altre associazioni etc etc)?
    In definitiva, vorremmo soltanto rientrare dei soldi (anche solo in parte) per la scenografia e l'affitto del teatro.

    • Rispondi
      TeamArtist

      1. Si
      2. Dovreste essere più chiari... un'associazione non può fare vendite

      • Rispondi
        Luca

        Sì, mi scuso il termine vendere non è appropriato, ma non saprei quale usare correttamente. Intendevo proporre uno spettacolo dietro un compenso, e appunto non so in che forma una compagnia amatoriale possa farlo e se possa.

        • Rispondi
          TeamArtist

          Si, potete essere contattati da un "terzo" per mettere in scena uno spettacolo.
          In questo caso però dovrete emettergli fattura

  36. Rispondi
    luigi

    Buongiorno.
    L'abbigliamento societario (es. maglietta) venduto al socio è da considerarsi una entrata commerciale da parte del fisco?
    Grazie mille

    • Rispondi
      TeamArtist

      Se fatto ai soci no

  37. Rispondi
    riccardo poli

    buondì, quoto :"...sono COMMERCIALI per il Fisco Italiano....
    9. prestazione di servizi portuali ed aeroportuali;..."
    Quindi il mio circolo velico che fornisce posti barca ai propri soci che la possiedono esercita attività commerciale?

    • Rispondi
      TeamArtist

      No, se svolta nei confronti dei soci è istituzionale

  38. Rispondi
    arturo

    Sono Presidente di una scuola di kitesurf le cui entrate prevalenti derivano dai corsi sportivi. La nostra ASD usufruisce in comodato d'uso gratuito di depositi attigui alla spiaggia dove vengono custodite attrezzature (tavole e aquiloni) di proprietà dell'associazione utilizzate per attività didattica e noleggio. Alcuni soci ci chiedono se è possibile depositare (a pagamento) alcune delle loro attrezzature personali (non di proprietà dell'Asd). Tali incassi (preventivati 3/4 mila euro contro circa 12.000 euro di corsi sportivi ) sono da considerarsi attività commerciale o istituzionale? Occorre aprire partita iva? Grazie

    • Rispondi
      TeamArtist

      Se sono dei soci, saranno istituzionali

      • Rispondi
        arturo

        Ok grazie questa è una bella notizia perché eviterebbe di aprire partita iva. L'unico dubbio rimastomi deriva dal fatto che nell'articolo sopra l'attività di "deposito" viene inserita nell'elenco delle "attività commerciali a priori per il fisco italiano". Colgo una contraddizione o mi sbaglio? Grazie mille per la disponibilità e competenza.

        • Rispondi
          TeamArtist

          Se svolta nei confronti degli associati non si preoccupi non è commerciale

          • arturo

            Una domanda che va leggermente fuori dal tema del post ma che si collega al mio quesito..
            1. Qualora alcuni soci utilizzino il servizio deposito riguardo le proprie attrezzature senza partecipare ai corsi sportivi o noleggiare le attrezzature dell'associazione è necessario chiedere il certificato medico e tesserarli (quindi assicurarli) presso l'ente di promozione sportiva?
            2. Quali sono le responsabilità del presidente nel caso i soci che utilizzano i depositi e le proprie attrezzature subiscono infortuni in mare durante l'attività sportiva? Grazie

          • TeamArtist

            1. No, perchè non fanno sport
            2. Dipende dal tipo... se tesserati ad un EPS sono assiocurati

  39. Rispondi
    Nicola

    Salve. Spero che mi potete dare delucidazioni in merito alla somministrazione di alimenti e bevande. Ho un associazione e la Presidente mi ha detto che nel nostro statuto è presente l'art 31 della legge 383 del 2000 che disciplina tale somministrazione. Non mi fido all 100%. Voglio stare tranquillo. Leggendo qua e la ho visto che effettivamente si puo fare, ma devi essere iscritto al commercio. E cosi? spero che mi potete aiutare